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Dai “tanning party” al culto della luce solare, la destra americana trasforma l’abbronzatura estrema in simbolo di ribellione contro la scienza e le istituzioni
Nell’estate del 2025, negli Stati Uniti, l’abbronzatura non è più solo una questione estetica o stagionale: è diventata un simbolo ideologico. Sempre più sostenitori del movimento MAGA – acronimo di “Make America Great Again“, ereditato dall’era Trump – sfoggiano una tintarella dal tono eccessivamente scuro, spesso al limite del surreale, come segno di appartenenza politica.

Questo trend, che richiama lo stile degli anni Novanta, è sostenuto anche da figure istituzionali: il presidente stesso è noto per il suo colorito aranciato e Robert F. Kennedy Jr., attuale segretario alla Salute, è stato recentemente fotografato in un centro abbronzante. Il fenomeno non si ferma alla politica. Sui social network, influencer conservatori e giovani attivisti MAGA promuovono “tanning parties” e slogan che invitano a cercare “radiazioni UV forti” per ottenere la tintarella perfetta.
In questa cornice, il sole non è più un semplice elemento naturale, ma diventa un totem contro l’autorità medica: viene esaltato come cura universale, capace persino – secondo alcune teorie circolanti online – di aumentare il testosterone e migliorare l’umore, senza menzionare i rischi reali legati all’esposizione prolungata ai raggi UV.
La salute come territorio di battaglia ideologica: tra disinformazione e negazionismo scientifico
Il sole, non nega nessuno, fa bene! E’ vita! Una giornata di sole è gioia, è buon umore, ma da qui a dire che i raggi UV non siano pericolosi per la nostra pelle.. Alla base di questo ritorno all’abbronzatura estrema c’è una visione più ampia, ribattezzata “MAHA” – Make America Healthy Again – che fonde salutismo complottista, rifiuto della medicina ufficiale e affermazione di un’ideologia virilista. In questo contesto, la disobbedienza alle raccomandazioni sanitarie diventa un atto di sfida: se le agenzie federali come l’FDA consigliano l’uso della crema solare, allora smettere di usarla diventa una dichiarazione di libertà individuale.
Non sorprende che nel rapporto sulla salute dell’amministrazione Trump, pubblicato lo scorso maggio, la parola “melanoma” – ovvero il tipo più pericoloso di cancro della pelle – non venga nemmeno citata. La narrazione dominante sottolinea soltanto i presunti benefici dell’esposizione solare, ignorando del tutto i pericoli scientificamente dimostrati. In un’America sempre più polarizzata, anche la pelle abbronzata può diventare un simbolo di dissenso: contro le élite, contro le aziende farmaceutiche e contro le verità scomode della medicina. Ma dietro la “rivoluzione della tintarella” si cela, ancora una volta, un pericoloso rifiuto della scienza, che trasforma la salute pubblica in un campo di battaglia ideologica.
