Neonazisti in Ucraina? da Bandera alle chiese fino al battaglione Azov

I neonazisti in Ucraina esistono. E hanno un’influenza molto forte sulla popolazione, che è doveroso dirlo, per la maggior parte, nazista non lo è. Non sarebbe giusto però ignorare “il problema”, perché ciò significherebbe lasciare a questi estremisti, elargire la propria propaganda antisemita in maniera indisturbata, sotto il tacito consenso dell’Europa. Anzi, così è stato, più o meno, fino a due mesi fa, fino a quando non è scoppiata la guerra.

Adesso è leggermente diverso: l’Europa continua, non solo con questa sorta di tacito consenso, ma è subentrato un appoggio vero e proprio, con la fornitura di armi. L’Europa da un certo punto di vista, sta armando i neonazisti ucraini. È una realtà non trascurabile, anche se sopravvenuta in una circostanza particolare, un contesto più ampio e decisamente complesso. È facile cadere a questo punto, in facili fraintendimenti da bar (anzi, da social). Putin ha attaccato l’Ucraina parlando di “denazificazione”: ciò non lo giustifica affatto e non lo rende di certo un eroe. Questa è più che altro la “facciata” che la Russia propina agli occidentali. Sollevare questa realtà, non significa automaticamente stare dalla parte di Putin. Si parla piuttosto di osservare (com’era, com’è?) parte della struttura sociale e politica di un Paese che dal 24 febbraio 2022 è diventato il centro del mondo.

Perdita dei consensi

Tanto per cominciare diverse fonti riportano i numeri e cominciare dai numeri, rende il tutto molto più pratico e obiettivo. Come già accennato, la maggior parte degli ucraini non è nazista: Svoboda, il partito politico ucraino di destra radicale, nazionalista e schierato su posizioni anti-russe ed anti-occidentali, è passato dal 10% al 2% nelle ultime elezioni. Il presidente dell’Ucraina inoltre, Zelensky, è ebreo. Allora, chi sono questi nazisti? La faccenda è più articolata. Marco Bordoni lo spiega bene e specifica che se si pensa ai nazisti ucraini come i movimenti di Forza Nuova o Casa Pound in Italia, si va un po’ fuori strada, perché in Ucraina sono qualcosa di più, sono peggiori: sono formazioni paramilitari che hanno coperture politiche. Quindi hanno dei mezzi che vanno oltre la semplice letteratura, il volantino o il concertino metal: hanno bombe, e kalashnikov con il consenso del governo. Anzi, c’è chi dice sostiene che lo stesso Zelensky è tenuto sotto scacco da questi movimenti, finendo per ostacolare persino le trattative per uscire dal conflitto.

Il celebre battaglione Azov ne è l’esempio lampante e prima di addentrarci nello scenario raccapricciante di come il nazismo si è manifestato in Ucraina, è interessante mettere l’accento sul fatto che Denis Prokopenko l’uomo che sta guidando la difesa della città di Mariupol e che si è formato con gli ultras della Dynamo Kiev, è a capo di questa ormai nota unità militare che, non solo porta i simboli nazisti sulla bandiera (il Wolfsangel delle SS), ma è anche stata accusata dall‘Osce, dell’uccisione di massa dei prigionieri, di occultazione di cadaveri e di pratiche di tortura. Prima della guerra, contro i filorussi. Oggi Prokopenko è un eroe dell’Ucraina, nominato tale, dallo stesso Zelensky.

Simboli neonazisti nelle chiese

Ma non c’è solo il battaglione Azov che sfoggia chiari simboli nazisti o fascisti. Ci sono tutti gli altri, come Praviy Sektor e C14 per citare i più influenti. Questi movimenti da circa 8 anni hanno intrapreso una propaganda costante e viscerale che è sfociata non solo nelle scuole ma anche e soprattutto nelle chiese. Nella Cattedrale della Santa trasfigurazione di Kremenets, nella Diocesi di Ternopiliicona l’icona di San Giorgio è intento ad uccidere l’aquila bicipite russa invece del drago, per non parlare della presenza dei simboli nazisti nei nuovi affreschi che richiamano il Terzo Reich. Eduard Dolinsky, direttore del Comitato ebraico ucraino, ha più volte denunciato la propaganda antisemita:

“Il nostro governo incoraggia i gruppi nazionalisti e la glorificazione dei collaboratori nazisti, assassini di massa, e assassini di ebrei.” Ha dichiarato recentemente. Prima della guerra attraverso dei tweet aveva denunciato l’antisemitismo persino nelle recite scolastiche dedicate alla Natività. Gli attori, tutti ragazzini, fanno una rappresentazione sconvolgente con i cristiani sullo sfondo e gli ebrei al centro. “Classe settima di una scuola di Leopoli mostra ebrei- Moshko e Sarah”, cinguetta Dolinsky. Poi riporta: “Sarah presenta Moshko: “questo è Moshko,prende un po’, imbrogliando, derubando, sempre con denaro. Grivnie, euro, centesimi – ve li presterà con una percentuale. E se non glieli restituite – prenderà tutta la vostra roba, chiedetegli consiglio e sarete imbrogliati”. È necessario andare a ritroso per capire le dinamiche che hanno portato a tale situazione.

L’eroe ucraino che ha collaborato con la Germania nazista


Magari a partire dal 1929 quando è nata l’ala paramilitare dell’Oun, l’Organizzazione dei nazionalisti ucraini, che prese ispirazione dal fascismo italiano. Poi Stephan Bandera, che nel 1941, all’arrivo delle truppe naziste, dichiarò lo stato dell’Ucraina indipendente e che con il battaglione Nachtigall, composto da volontari ucraini, sotto il comando nazista, si macchiò di atroci crimini contro le minoranze. Ma questo è il passato. Un passato che in un modo o nell’altro è tornato. È tornato con il titolo postumo di Bandera a ‘Eroe nazionale dell’Ucraina. È tornato dai nostalgici, tra i giovani, nelle chiese, nelle scuole.

LEGGI ANCHE ——————–> Gli ucraini hanno avuto Nestor Machno

Oggi l’Ucraina è distrutta, sono morti bambini e tanti innocenti e questo discosta ogni tipo di discussione politica. Fa “strano” però, a maggior ragione che tra 2 giorni, il 25 aprile, in Italia si celebra la festa della liberazione, aver sentito cantare “Bella ciao” dalla cantante Khrystyna Soloviy, la stessa Khrystyna che prima della guerra aveva pubblicato su Twitter una foto dei suoi stivali e parole di sostegno proprio a Stepan Bandera. “Bella ciao” alla fine è diventato l’inno della resistenza ucraina.

Condividi su

Lascia un commento