Iran e nucleare: perché il programma atomico di Teheran preoccupa l’Occidente

Tra centrali civili e arricchimento dell’uranio, il progetto nucleare iraniano avanza: ecco cosa sta succedendo davvero

Il programma nucleare dell’Iran non è una novità recente, ma affonda le sue radici nei decenni passati, quando negli anni Sessanta lo scià Reza Pahlavi ricevette il supporto degli Stati Uniti per costruire il primo reattore a Teheran.

programma nucleare Iran
programma nucleare Iran-fuorionline

Da allora, la traiettoria del nucleare iraniano ha subito più di un’interruzione, complici la rivoluzione islamica del 1979, le tensioni geopolitiche e la guerra con l’Iraq. Tuttavia, dagli anni Novanta in poi, l’interesse di Teheran per l’energia atomica è tornato centrale, grazie anche all’aiuto tecnologico di Paesi come Russia e Cina. Se ufficialmente l’Iran ha sempre dichiarato che l’obiettivo del programma è esclusivamente civile — per produrre energia e isotopi medicinali — la comunità internazionale ha spesso avuto motivi per dubitare.

Se l’Iran avesse la boma atomica.. come l’Occidente

Oggi, le preoccupazioni si concentrano soprattutto sull’arricchimento dell’uranio. Per chi non è esperto: l’uranio può essere “arricchito” per diventare più potente, e a certi livelli diventa utilizzabile per costruire armi atomiche.

arricchimento uranio Iran
arricchimento uranio Iran-fuorionline

I limiti fissati dagli accordi internazionali, in particolare il Jcpoa del 2015, imponevano che l’Iran non superasse un arricchimento del 3,67%. Ma da tempo questi limiti sono stati superati. Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA), Teheran ha già prodotto oltre 400 kg di uranio arricchito al 60% — un livello non ancora sufficiente per costruire una bomba, ma molto vicino.

A questo si aggiunge il fatto che l’Iran possiede ormai un’infrastruttura molto ampia: miniere di uranio, reattori civili e centri di arricchimento sotterranei a Natanz e Fordow, ritenuti, fino a prima dell’intervento militare degli USA, difficilmente attaccabili. Il tutto monitorato a fatica dall’IAEA, che continua a segnalare siti non dichiarati in cui sono state trovate tracce di uranio.

La vera questione, quindi, non è solo tecnica ma politica: l’Iran si sta avvicinando pericolosamente alla soglia della capacità nucleare militare. E lo sta facendo nonostante le promesse fatte alla comunità internazionale e gli impegni sottoscritti. La scoperta di impianti segreti, come quelli di Turquzabad e Varamin, e la continua produzione di uranio ad alto arricchimento, alimentano il sospetto che il Paese voglia essere pronto, nel caso lo decidesse, a dotarsi in tempi rapidi di un’arma nucleare.

La centrale di Bushehr, realizzata con la Russia, è l’unica ufficialmente dedicata a scopi civili. Ma il resto del programma, tra cui il reattore ad acqua pesante di Arak, potrebbe avere usi ben diversi se dovesse essere scollegato dalla supervisione internazionale.

L’Occidente osserva con crescente allarme, soprattutto Israele e gli Stati Uniti, timorosi che l’Iran possa diventare una potenza nucleare in una regione già fragile. Un’escalation del genere altererebbe tutti gli equilibri geopolitici del Medio Oriente. E se oggi Teheran non ha ancora l’arma atomica, sta accumulando rapidamente le conoscenze, i materiali e le strutture necessarie per ottenerla. In altre parole: il conto alla rovescia potrebbe essere già iniziato.

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