California, auto elettriche e potere alle aziende: la Corte Suprema cambia le regole del gioco ambientale

La decisione contro gli standard green della California apre un nuovo fronte tra Stato, governo federale e lobby del carburante. Ecco cosa cambia davvero.

Una sentenza storica potrebbe cambiare gli equilibri della lotta all’inquinamento negli Stati Uniti. Con una maggioranza di 7 voti contro 2, la Corte Suprema americana ha deciso di riaprire la causa intentata da alcuni colossi del carburante contro gli standard ambientali imposti dalla California.

Corte Suprema USA emissioni auto California
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Il caso ruota attorno alla decisione dell’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA) di concedere nuovamente allo Stato californiano il permesso di fissare limiti più rigidi rispetto a quelli nazionali sulle emissioni dei veicoli, inclusi gli obblighi di vendita di auto elettriche.

Secondo i giudici, le aziende del settore energetico – guidate da Valero Energy e da altri gruppi industriali – avevano il diritto di impugnare quella decisione, contrariamente a quanto stabilito in precedenza da un tribunale federale.

Una battaglia tra clima, profitto e politica: cosa cambia ora per ambiente e industria

Alla base dello scontro c’è il Clean Air Act, la storica legge anti-inquinamento che da decenni consente alla California, in via eccezionale, di adottare misure più severe contro le emissioni. Questo privilegio è stato spesso contestato da chi vede nella deregulation ambientale un freno allo sviluppo industriale.

Corte Suprema USA emissioni auto California
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Nel 2022, l’amministrazione Biden aveva ripristinato questa deroga, cancellando la revoca firmata da Donald Trump nel 2019. La sentenza della Corte Suprema, pur non annullando le norme californiane, apre però la porta a una nuova battaglia legale che potrebbe mettere a rischio la capacità degli stati americani di imporre regole autonome contro l’inquinamento atmosferico.

La decisione della Corte Suprema rischia di avere ricadute significative non solo sulla politica ambientale statunitense, ma anche sull’economia del settore automotive. Se la causa dei produttori di carburante andasse avanti con successo, la California – e con essa altri dieci stati che ne seguono l’esempio – potrebbe trovarsi impossibilitata a mantenere l’obbligo di vendita di veicoli a zero emissioni entro il 2035.

Secondo i ricorrenti, tra cui la potente associazione American Fuel & Petrochemical Manufacturers, le misure californiane danneggerebbero le imprese riducendo la domanda di carburanti liquidi e imponendo obblighi non autorizzati dal Congresso. D’altro canto, i sostenitori delle regole “green” ribadiscono che la salute pubblica e la riduzione del cambiamento climatico devono restare priorità nazionali.

Il verdetto si inserisce in un contesto politico già fortemente polarizzato. Negli ultimi anni, la Corte Suprema – a maggioranza conservatrice – ha più volte ridotto l’autorità dell’EPA su temi chiave come le emissioni di ozono, la protezione delle zone umide e la regolamentazione delle centrali elettriche.

I giudici liberali, in disaccordo, hanno accusato la Corte di difendere gli interessi delle grandi aziende a scapito dei diritti dei cittadini. Come ha dichiarato il procuratore generale della California, Rob Bonta, la lotta per l’aria pulita è tutt’altro che finita.

“Gli obblighi imposti dalla California sui veicoli elettrici sono illegali e dannosi per il nostro Paese. Il Congresso non ha conferito alla California l’autorità speciale di regolamentare i gas serra, rendere obbligatori i veicoli elettrici o vietare le vendite di nuove auto a benzina – tutte cose che lo Stato ha tentato di fare attraverso la sua intenzionale interpretazione errata della legge” ha affermato Chet Thompson, presidente dell’associazione di categoria American Fuel & Petrochemical Manufacturers

E la sentenza di venerdì non è che il primo capitolo di una nuova stagione di scontri tra ambiente, economia e politica, destinata ad avere effetti ben oltre i confini degli Stati Uniti.

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