libertà informazione Wikipedia-fuorionline
La fondazione che gestisce la piattaforma più consultata al mondo annuncia misure straordinarie per proteggere i suoi collaboratori volontari dalle crescenti pressioni conservatrici
Che alla destra non piaccia la verità, la memoria, la cultura e la storia è un dato di fatto. Quello che sta succedendo Oltreoceano, negli Stati Uniti ne è l’ennesima prova ed è piuttosto preoccupante. Negli ultimi mesi si è consumato uno scontro inedito tra il mondo della tecnologia americana e quella che dovrebbe essere una risorsa neutrale di conoscenza: Wikipedia. L’enciclopedia online collaborativa, consultata da milioni di persone ogni giorno per ottenere informazioni su praticamente qualsiasi argomento, si trova oggi al centro di una tempesta politica che ha costretto i suoi vertici a prendere provvedimenti eccezionali per proteggere chi vi contribuisce.
La situazione è diventata così seria che Wikimedia Foundation, l’organizzazione no-profit – si sottolinea no profit – che sostiene economicamente e tecnicamente Wikipedia, ha dovuto annunciare l’introduzione di nuove misure di sicurezza per salvaguardare l’identità dei propri editor. Non si tratta di una decisione ordinaria: questi strumenti erano stati pensati finora solo per proteggere i collaboratori che vivono in paesi con regimi autoritari, dove scrivere su certi argomenti può costare la libertà personale.
Le accuse di Elon Musk e il dibattito sul “bias politico”
Il personaggio che più di tutti ha alimentato questa controversia è Elon Musk, il quale attraverso i suoi account social, seguiti da decine di milioni di persone, ha lanciato ripetuti attacchi contro Wikipedia, arrivando persino a coniare il termine sarcastico “Wokepedia” per suggerire che l’enciclopedia sarebbe infiltrata da posizioni progressiste e nello specifico “woke.”
Quello che sta succedendo è chiaro: i potenti del mondo, i ricchissimi del pianeta Terra, non solo si sono impossessati del nostro tempo, dei nostri dati sensibili, della nostra libertà, ma ora vogliono scardinare ogni senso del nostro pensiero, vogliono entrare fino in fondo nelle nostre menti, rifilandoci le storielle che loro prediligono per tenerci ancor di più nelle loro mani, a loro uso e consumo.
Le critiche di Musk non sono generiche: l’imprenditore ha esplicitamente chiesto di “tagliare i fondi” a Wikipedia fino a quando non diventerà – secondo lui – “politicamente bilanciata“. Una richiesta che solleva interrogativi importanti, considerando che Wikipedia non riceve fondi governativi ma si mantiene attraverso donazioni volontarie. Musk ha anche lamentato come venga descritto nella pagina a lui dedicata, in particolare contestando che l’articolo specifichi correttamente che lui è stato un investitore iniziale di Tesla ma non uno dei fondatori dell’azienda.
Ma Musk non è l’unico esponente del mondo tech conservatore a muovere critiche. Investitori, siti web specializzati e account social influenti hanno moltiplicato gli attacchi, sostenendo che Wikipedia sarebbe “prigioniera dell’ideologia di sinistra” e mancherebbe di obiettività su temi sensibili.
Il piano della Heritage Foundation
Dietro le critiche pubbliche si nasconde però qualcosa di più strutturato e preoccupante. Un documento riservato della Heritage Foundation, importante think tank conservatore noto anche per aver elaborato il controverso “Project 2025″, ha rivelato un piano sistematico per individuare e “prendere di mira” specifici editor di Wikipedia.
Il documento, intitolato “Wikipedia Editor Targeting”, è stato ottenuto dal giornale Forward e descrive tattiche dettagliate per identificare i collaboratori dell’enciclopedia che hanno lavorato su articoli riguardanti Israele, Palestina e il conflitto di Gaza. Secondo la Heritage Foundation, questi editor avrebbero introdotto contenuti “antisemiti”, anche se il documento non fornisce esempi concreti di queste presunte modifiche problematiche.
Ciò che preoccupa maggiormente è il livello di sofisticazione degli strumenti suggeriti: il piano prevede l’utilizzo di tecnologie di intelligence avanzate e persino software di riconoscimento facciale per scoprire l’identità reale di persone che contribuiscono a Wikipedia mantenendo l’anonimato. Un’operazione che trasforma collaboratori volontari di un progetto culturale in potenziali bersagli di campagne di pressione o peggio.
Come funziona davvero Wikipedia
Per comprendere la portata di questa vicenda, è necessario capire come opera Wikipedia. L’enciclopedia non ha una redazione tradizionale: sono migliaia di volontari in tutto il mondo a scrivere, correggere e aggiornare gli articoli. Chiunque può contribuire, anche senza registrarsi, seguendo linee guida rigorose sulla verifica delle fonti e sulla neutralità del punto di vista.
Gli argomenti particolarmente delicati, come appunto il conflitto israelo-palestinese, possono essere modificati solo da editor esperti che hanno accumulato credibilità nel tempo: servono almeno 30 giorni di iscrizione e 500 modifiche effettuate per poter intervenire su questi temi. Esistono inoltre meccanismi di controllo reciproco tra gli editor per evitare manipolazioni o inserimento di informazioni non verificate.
Questo sistema, nato con l’idea di democratizzare l’accesso alla conoscenza, si basa però su un presupposto fondamentale: che i collaboratori possano operare liberamente senza temere ritorsioni. Quando questa sicurezza viene meno, l’intero progetto rischia di collassare.
Le nuove misure di protezione
Di fronte all’escalation delle minacce, Wikimedia Foundation ha deciso di agire. Il fondatore Jimmy Wales ha dichiarato pubblicamente di stare “tenendo d’occhio” le critiche provenienti da Musk e altre personalità influenti, riconoscendo che si tratta di “qualcosa che dobbiamo affrontare”.
La risposta concreta si traduce nell’estensione agli Stati Uniti di misure protettive finora riservate ai paesi autoritari. La più importante riguarda l’anonimato: attualmente, chi modifica un articolo senza essere registrato viene identificato pubblicamente attraverso il proprio indirizzo IP, un dato che può essere utilizzato per risalire alla zona geografica di provenienza dell’utente.
Wikimedia sta sviluppando un sistema di “account temporanei” che assegnerà username anonimi agli editor non registrati, mantenendo gli indirizzi IP visibili solo allo staff interno per questioni di sicurezza e moderazione. Inoltre, tutti i dati relativi agli indirizzi IP vengono già cancellati o resi anonimi dopo 90 giorni.
Un altro strumento importante è il programma di difesa legale: in alcuni casi, Wikimedia si farà carico delle spese legali degli editor che vengono citati in giudizio per aver contribuito in buona fede all’enciclopedia. Una protezione che diventa sempre più necessaria considerando l’aumento delle azioni legali intimidatorie.
Un fenomeno globale, non solo americano
Sebbene le cronache si concentrino sugli Stati Uniti, il fenomeno delle pressioni su Wikipedia è globale. La CEO di Wikimedia Foundation, Maryana Iskander, ha sottolineato che l’organizzazione sta “assistendo a un grande aumento delle minacce, sia normative che legali, in tutto il mondo”.
Nei primi sei mesi del 2024, Wikimedia ha ricevuto 26 richieste formali di informazioni sugli utenti da parte di autorità governative, la maggior parte provenienti proprio dagli Stati Uniti. Un dato che evidenzia come anche nelle democrazie occidentali la pressione su chi gestisce informazioni online stia aumentando.
Cosa significa per il futuro della conoscenza libera
Questa vicenda pone interrogativi fondamentali sul futuro di progetti collaborativi come Wikipedia. Se contribuire a un’enciclopedia diventa rischioso anche nei paesi democratici, chi sarà disposto a continuare? Gli editor sono volontari che dedicano tempo ed energie senza compenso economico: chiedergli anche di mettere a rischio la propria sicurezza personale potrebbe spingere molti ad abbandonare.

C’è poi una questione più profonda sul rapporto tra potere politico ed economico e fonti di informazione indipendenti. Wikipedia sopravvive grazie alle donazioni e non ha pubblicità né sponsor: proprio questa indipendenza la rende immune da pressioni commerciali ma anche più vulnerabile ad attacchi coordinati che mirano a screditarla pubblicamente.
LEGGI ANCHE —————————————————————–> Libertà di stampa, l’Europa stringe le maglie: perché l’Italia rischia una procedura d’infrazione
La destra americana, in particolare quella legata al mondo tecnologico, ha individuato in Wikipedia un simbolo di quello che considera un predominio culturale progressista. Attaccandola, non si limita a contestare specifici contenuti ma mette in discussione la legittimità stessa di un modello di produzione del sapere aperto e collaborativo.
Lo scontro su Wikipedia non riguarda solo un sito web o le biografie di alcuni miliardari. È una battaglia più ampia sul diritto di accedere a informazioni verificate senza che queste vengano filtrate attraverso interessi politici o economici. Che Wikimedia Foundation sia costretta a proteggere i propri collaboratori negli Stati Uniti con gli stessi strumenti usati per chi opera sotto regimi autoritari è un segnale allarmante. Indica che anche nelle democrazie consolidate, la libertà di informazione non può più essere data per scontata.
