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Il fondatore di Telegram avverte: le nuove leggi e le tecnologie di sorveglianza minacciano la libertà online, e il tempo per agire sta finendo.
Pavel Durov, creatore della popolare piattaforma di messaggistica Telegram, ha lanciato un avvertimento che merita attenzione: secondo lui, Internet rischia di trasformarsi in uno strumento di controllo e sorveglianza senza precedenti. In un post pubblicato sul suo canale, Durov ha descritto uno scenario che definisce “orwelliano”, dove la promessa originaria del web – la libertà di condividere informazioni – è oggi minacciata da leggi e regolamenti che limitano la privacy e la libertà di parola. Per chi non è esperto, questo significa che governi e istituzioni, attraverso strumenti digitali come l’identità digitale, i controlli sull’età online e la sorveglianza dei messaggi, possono monitorare, censurare e, in alcuni casi, punire gli utenti per ciò che condividono o pensano. Paesi come il Regno Unito, la Germania, la Francia e l’Australia stanno introducendo norme che, secondo Durov, mettono a rischio la libertà fondamentale degli utenti e creano precedenti preoccupanti per il futuro di Internet.
Durov sottolinea che non si tratta solo di tecnologia, ma anche di un problema culturale e filosofico: la società moderna, secondo l’imprenditore russo, ha smesso di valorizzare concetti come privacy, tradizione, sovranità e libertà di espressione. Questo, a suo avviso, porta a una forma di autodistruzione morale, intellettuale ed economica, in cui le generazioni più giovani rischiano di non conoscere mai una vera libertà digitale. L’allarme non riguarda solo le grandi aziende o gli esperti di tecnologia: chiunque utilizzi Internet è coinvolto. La sfida è capire come proteggere i propri dati, le proprie opinioni e i propri diritti fondamentali, prima che il tempo per agire si esaurisca.
Cosa significa per gli utenti comuni e come difendere la libertà online
Per chi naviga ogni giorno sul web, le parole di Durov possono sembrare lontane o eccessive, ma in realtà il rischio riguarda tutti. Le leggi sulla sorveglianza e la censura possono limitare la possibilità di esprimersi liberamente sui social, di accedere a informazioni non filtrate e persino di proteggere la propria identità digitale. In pratica, la libertà online non è più garantita solo dalla tecnologia: dipende anche da decisioni politiche e legislative che influenzano l’intero ecosistema digitale. Per gli utenti, significa prestare attenzione a come i propri dati vengono raccolti e utilizzati, scegliere piattaforme che rispettano la privacy e informarsi sulle normative del proprio Paese.

Durov trasforma il suo messaggio in un appello generazionale: chi oggi usa Internet ha la possibilità e la responsabilità di difendere una rete libera, prima che diventi uno strumento di controllo totale. La tecnologia può ancora servire a scambiare idee, costruire comunità e condividere conoscenza, ma questo richiede consapevolezza e azione. La chiave è non considerare la libertà online come un diritto scontato: ogni utente deve essere informato, critico e pronto a sostenere strumenti e politiche che proteggano la privacy e la libertà di espressione. Solo così, secondo Durov, si potrà evitare che Internet diventi un mondo oscuro e distopico.
