Il frontman dei National presenta il suo secondo album solista e sorprende il pubblico con reinterpretazioni intime di Nirvana e New Order
Impegnato nella promozione del suo secondo album da solista, Get Sunk, uscito il 30 maggio, Matt Berninger – voce storica dei The National – continua ad affascinare il pubblico con performance intense e personali. Nel corso del tour che accompagna la pubblicazione del disco, il musicista statunitense ha arricchito il repertorio live con due nuove cover che confermano la sua sensibilità musicale e la capacità di rileggere con originalità brani iconici della storia del rock.

Durante il concerto del 29 maggio al Lincoln Theatre di Washington, Berninger ha scelto di reinterpretare All Apologies, una delle canzoni simbolo dei Nirvana, contenuta nell’album In Utero del 1993. Il brano, noto per la sua struggente malinconia e per essere uno degli ultimi grandi manifesti musicali lasciati da Kurt Cobain, è stato eseguito in una versione che rimane fedele all’originale nella struttura e nell’intensità emotiva. L’esecuzione ha colpito il pubblico, secondo quanto riportato dai video condivisi dai fan, per la delicatezza con cui Berninger ha saputo evocare l’anima fragile del pezzo.
Solo il giorno prima, sul palco dell’Union Transfer di Philadelphia, l’artista aveva invece sorpreso con una rivisitazione di Blue Monday, celebre singolo del 1983 firmato dai New Order. In questa occasione, ha scelto di rinunciare all’elettronica distintiva dell’originale per proporre una rilettura più fisica e diretta, sfruttando un set acustico per riprodurre il ritmo incalzante del brano. Il risultato è stato un’interpretazione nuova ma rispettosa, capace di riportare l’energia del pezzo su una dimensione più intima e artigianale.
Atti d’amore verso la musica
La scelta di omaggiare i New Order non è casuale: già nel 2023, con i National, Berninger aveva inserito nel loro album First Two Pages of Frankenstein un tributo alla band inglese con il brano New Order T-Shirt, confermando un legame artistico e culturale che si rinnova nel tempo.

Ma non sono queste le uniche cover inserite nei concerti del cantautore classe 1971. Durante il tour solista, Berninger ha saputo spaziare tra diversi autori, rielaborando anche Only a Broken Heart di Tom Petty e (Looking for) The Heart of Saturday Night di Tom Waits. Brani scelti con cura, che riflettono il suo gusto musicale e una certa affinità tematica con i grandi cantautori americani, sempre in bilico tra malinconia e introspezione.
A 54 anni, Matt Berninger dimostra ancora una straordinaria vitalità artistica. Get Sunk, il suo secondo progetto personale, non solo arricchisce il percorso musicale avviato con i National, ma gli consente anche di esplorare nuovi territori espressivi. Le sue cover non sono semplici omaggi, ma veri e propri atti d’amore verso la musica che lo ha ispirato. E il pubblico, ancora una volta, lo segue con attenzione e rispetto.