La regione guida l’Europa per tasso di motorizzazione, ma il dato è influenzato dalle strategie fiscali e dalle flotte aziendali. Intanto, il resto del continente punta sull’elettrico.
In Valle d’Aosta circolano più auto che persone. Con 2.295 vetture ogni 1.000 abitanti, la piccola regione alpina si è guadagnata il primato europeo per tasso di motorizzazione. Un dato che supera di gran lunga la media dell’Unione europea, ferma a 0,55 auto per abitante nel 2023, e che colloca l’Italia ai vertici della classifica anche con Trento (1.521) e Bolzano (915) subito alle spalle della Valle.
Il fenomeno, tuttavia, non va letto solo come un eccesso di passione per le quattro ruote. Dietro questi numeri si cela un meccanismo ben più articolato, dove entrano in gioco dinamiche fiscali, scelte politiche e interessi economici.
Come spiega Ettore Viérin, presidente dell’Automobile Club della Valle d’Aosta, il dato è in parte alterato dalla presenza massiccia di immatricolazioni da parte di grandi gruppi di noleggio a lungo termine. Negli anni passati, si è arrivati a toccare quota 40 mila nuove targhe l’anno, intestate alla regione. Queste operazioni hanno generato importanti introiti per l’amministrazione locale, grazie al gettito derivante da imposte di prima trascrizione, bolli auto e sanzioni: cifre che ammontano a milioni di euro annui.
Un’anomalia che fa riflettere
Eurostat, l’ufficio statistico dell’UE, sottolinea come il livello di motorizzazione non sia strettamente correlato al tenore di vita, ma possa dipendere da normative locali, incentivi o convenienze fiscali, proprio come nel caso valdostano. Un’anomalia che solleva interrogativi in un’epoca in cui sostenibilità e riduzione delle emissioni dovrebbero guidare le scelte di mobilità.

Allargando lo sguardo al resto d’Europa, emerge un quadro molto variegato. Le regioni con il più basso numero di auto per abitante si concentrano nei territori d’oltremare francesi e in alcune zone della Grecia. A Mayotte, per esempio, si contano solo 83 vetture ogni 1.000 abitanti, mentre nel Peloponneso sono 206. Le grandi città come Berlino (340) e Vienna (364) mostrano invece tassi più bassi, probabilmente grazie a un’efficiente rete di trasporto pubblico e a una maggiore sensibilità ambientale.
Sul fronte della transizione ecologica, il Nord Europa si conferma all’avanguardia. Le regioni dei Paesi Bassi, della Danimarca e della Svezia guidano la classifica per incidenza di auto elettriche sul totale del parco circolante. In testa Flevoland (provincia olandese), con una quota del 17,1%, seguita da Stoccolma (10,7%) e Utrecht (8,6%). A completare la top ten figurano anche cinque regioni danesi e una belga.
Questi dati evidenziano un’Europa a due velocità: da un lato le aree che sfruttano le pieghe normative per ottenere vantaggi economici legati alla motorizzazione, dall’altro le regioni che investono con decisione in tecnologie a basse emissioni, contribuendo concretamente alla lotta contro il cambiamento climatico.
Il caso della Valle d’Aosta offre quindi uno spunto prezioso per riflettere sull’importanza di politiche di mobilità sostenibile, non solo nei grandi centri urbani, ma anche nei contesti regionali più piccoli. La sfida è riuscire a coniugare vantaggi economici e responsabilità ambientale, puntando su scelte strategiche a lungo termine.