Pechino cambia rotta sull’energia solare: fine della guerra dei prezzi nel fotovoltaico

Il governo cinese interviene per fermare la sovrapproduzione e tutelare la qualità: cosa cambia per il mercato globale e per il futuro delle rinnovabili.

Il settore fotovoltaico cinese, da anni protagonista indiscusso della corsa globale all’energia solare, si trova oggi davanti a un cambio di direzione radicale. Dopo un lungo periodo di espansione incontrollata e concorrenza aggressiva sui prezzi, il Ministero dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione della Cina ha annunciato misure per porre un freno alla “guerra dei ribassi” che sta minacciando la sostenibilità economica del comparto.

prezzi pannelli solari cinesi
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In una riunione con i principali attori del settore, il ministro Li Lecheng ha dichiarato che sarà necessario favorire una “uscita ordinata” dalla produzione obsoleta e rafforzare l’autodisciplina delle imprese. L’obiettivo è chiaro: interrompere il ciclo di sovrapproduzione che ha generato un’offerta di moduli solari superiore alla domanda, causando un crollo dei prezzi e perdite ingenti per le stesse aziende. Per chi non è esperto, questo significa che le aziende continuavano a costruire sempre più pannelli, pur sapendo che non sarebbero stati tutti venduti. Risultato? Prezzi sempre più bassi, ma a scapito della qualità, della redditività e della tenuta dell’intero sistema industriale.

Secondo il governo cinese, è arrivato il momento di passare dalla logica del “più a meno” a quella del “meglio a giusto prezzo”. Questo vuol dire puntare su pannelli solari più efficienti, più duraturi e con un impatto ambientale inferiore, lasciandosi alle spalle tecnologie superate che alimentano solo il surplus di offerta.

Moduli ad alta efficienza

LONGi Green Energy, uno dei principali produttori del settore, ha già annunciato che investirà per accelerare la messa sul mercato di moduli ad alta efficienza, con l’obiettivo di superare il cosiddetto “dilemma dei prezzi bassi”. In pratica, si prevede che il mercato premierà chi sarà capace di innovare, riducendo progressivamente lo spazio per chi compete solo abbattendo i prezzi.

Per il mercato globale questa decisione è cruciale: se i prezzi dei pannelli non continueranno a scendere artificialmente, gli impianti fotovoltaici nel resto del mondo (compresi Europa e Stati Uniti) potrebbero avere costi iniziali leggermente più alti, ma garantiranno maggiore resa e affidabilità nel lungo periodo.

Inoltre, una produzione più razionale e sostenibile in Cina potrebbe favorire anche il rispetto dei criteri ESG (ambientali, sociali e di governance), sempre più richiesti da governi e investitori. Pechino si impegna dunque non solo a tutelare la competitività delle sue aziende, ma anche a ridefinire un modello industriale più equilibrato, capace di garantire crescita senza danneggiare l’ambiente né compromettere l’innovazione. Un segnale forte che potrebbe influenzare le politiche energetiche a livello mondiale e dare nuova spinta alla transizione ecologica.

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