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Dal Friuli Venezia Giulia parte la rivoluzione della calligrafia: chi è il nuovo professionista della scrittura a mano e perché questa figura può avere un futuro anche nell’era digitale.
In un’epoca dominata da tastiere e schermi touch, la scrittura a mano non è scomparsa. Anzi, sta vivendo una seconda giovinezza. Il Friuli Venezia Giulia ha ufficialmente istituito una nuova figura professionale: il tecnico del segno, esperto di calligrafia abilitato a insegnare l’arte della scrittura manuale nelle scuole. Non si tratta solo di un ritorno alle origini, ma di una proposta educativa e occupazionale concreta. Il profilo è stato inserito nel Repertorio delle qualificazioni regionali e si configura come una nuova opportunità di lavoro in un contesto dove il digitale sembrava aver soppiantato carta e penna.

A rendere possibile questo cambiamento è la Fondazione Scriptorium Foroiuliense di San Daniele del Friuli (Udine), che ha lavorato per oltre un decennio allo sviluppo di un metodo didattico specifico, ora riconosciuto dalla legge regionale n. 7/2025. Il “metodo Scriptorium” si basa sull’idea che la scrittura a mano migliori abilità cognitive fondamentali: concentrazione, memoria, espressione scritta, postura e motricità fine. La formazione sarà affidata a un corpo docente misto, tra maestri calligrafi e insegnanti di discipline umanistiche, e si concluderà con il rilascio di una qualifica professionale spendibile sia in contesti scolastici che culturali.
Tecnico del segno: il mestiere del futuro che nasce dal passato
Chi è e cosa fa, dunque, il tecnico del segno? È una figura ibrida, a metà tra artista, educatore e facilitatore didattico. Potrà lavorare in affiancamento ai docenti, in particolare nelle scuole primarie e secondarie, ma anche in laboratori creativi, biblioteche, musei e istituti specializzati in disturbi dell’apprendimento. Il suo ruolo non sarà solo quello di insegnare a scrivere in modo elegante: si tratterà di utilizzare la calligrafia come strumento educativo trasversale. Un’abilità che, sorprendentemente, attrae sempre più nativi digitali, affascinati da una pratica tanto antica quanto ricca di potenzialità moderne.

La nascita di questa qualifica rappresenta anche un’opportunità per rilanciare competenze artigianali e culturali spesso trascurate. Lo Scriptorium, già noto a livello internazionale per la produzione di manoscritti e per l’Opificium Librorum – una vera “fabbrica del libro medievale” – mira ora a diffondere l’arte della scrittura come mestiere contemporaneo. Non solo tradizione, ma anche innovazione: grazie al riconoscimento ufficiale e a una rete accademica internazionale (dall’Università di Udine a quelle di Toronto e Tokyo), il tecnico del segno potrebbe diventare presto un esempio replicabile in altre regioni italiane e all’estero. Perché in un mondo iperconnesso, tornare alla scrittura manuale può rivelarsi non solo un gesto poetico, ma anche un investimento professionale.
