The Cure a fumetti: nasce la graphic novel che racconta le radici oscure del mito gotico

Con “Morire non importa”, Coltellacci e Tassaro portano in fumetto gli anni decisivi della band di Robert Smith, tra malinconia, fanzine anni ’80 e rivoluzione dark.

È uscito da poco Morire non importa. The Cure: le radici del mito, nuova graphic novel pubblicata da Feltrinelli Comics e firmata dal duo creativo Lorenzo Coltellacci e Mattia Tassaro. Un’opera illustrata che esplora gli albori di una delle band più influenti del panorama dark e post-punk: i Cure di Robert Smith. Dopo aver raccontato la parabola tragica dei Joy Division in È mia la colpa, i due creativi tornano al fumetto musicale con un “sequel spirituale” che affonda le radici nell’immaginario gotico dei primi anni Ottanta.

The Cure fumetto
The Cure fumetto-Ig@thecure-fuorionline

“Dopo il libro sui Joy Division, ci siamo confrontati con l’editore Feltrinelli, e parlare dei Cure ci sembrava la prosecuzione naturale e più ovvia. Era come fare un sequel “spirituale” del nostro primo libro, ricalcando anche l’evoluzione musicale dell’epoca. Robert Smith ha più volte ammesso di aver visto nei Joy Division una band a cui ispirarsi, e nei primissimi dischi (Seventeen Seconds soprattutto) l’influenza è palese. Partendo da lì, i Cure hanno esplorato nuove sonorità facendole proprie, gettando le fondamenta di tutta la moda, il sound e l’estetica dark/gotica. Volevamo continuare a raccontare quegli anni tra i Settanta e Ottanta che furono seminali per la musica mondiale.” Spiega Lorenzo Coltellacci ad Artribune

Il volume non è un semplice omaggio celebrativo, né tantomeno un excursus cronologico della lunga carriera della band britannica. Al contrario, si concentra su un periodo specifico e cruciale, quello tra il 1980 e il 1982, in cui i Cure abbandonano le influenze punk-pop del debutto Three Imaginary Boys e plasmano l’identità sonora che li renderà iconici. A partire da Seventeen Seconds, proseguendo con Faith e culminando in Pornography, prende forma la cosiddetta “trilogia dark” – cuore narrativo del fumetto – che definisce l’estetica malinconica e decadente di un’intera generazione.

Vedere i The Cure per la prima volta

Disegnato con uno stile visivo che richiama le fanzine underground dell’epoca, Morire non importa è al tempo stesso onirico e documentato. Tassaro immagina i Cure come se li osservasse per la prima volta, spogliandoli della mitologia contemporanea per restituire il ritratto vivido di tre ragazzi del Sussex, alle prese con sogni, fragilità e una crescente voglia di lasciare un segno. Il risultato è una narrazione fluida, immersa in atmosfere dilatate, dove la musica viene tradotta in immagini cariche di simbolismo e tensione emotiva.

The Cure nuovo album
The Cure nuovo album-Ig@thecure-fuorionline

Il libro, presentato in anteprima al Comicon di Napoli, ha raccolto interesse trasversale, attirando fan storici e nuovi ascoltatori, incuriositi dal fascino senza tempo dei Cure. Ed è proprio questo il merito principale dell’opera: fungere da ponte generazionale, capace di avvicinare i giovani lettori a una fase cruciale della storia della musica alternativa.

In parallelo, la band guidata da Smith continua a scrivere nuove pagine: il 13 giugno uscirà Mixes of a Lost World, un album di remix del più recente Songs of a Lost World (2024), con contributi di artisti come Four Tet, Mura Masa e Paul Oakenfold. Un segno che il mito dei Cure, iniziato in un’Inghilterra plumbea degli anni Ottanta, continua a pulsare anche nel presente – tra vinili, fumetti e nuove reinterpretazioni. Un mito che, come suggerisce il titolo del libro, ci insegna che morire non importa. Conta solo restare impressi.

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