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Sei appuntamenti cinematografici gratuiti alla Biblioteca Salvadori di Aosta da novembre ad aprile. Si parte con Lost in Translation di Sofia Coppola: scopri il programma completo della rassegna BiblioRencontres dedicata al tema dell’incomunicabilità.
La Biblioteca regionale Bruno Salvadori di Aosta si prepara ad accogliere la quarta edizione di BiblioRencontres, la rassegna cinematografica che negli ultimi anni è diventata un appuntamento fisso per gli appassionati di cinema d’autore della Valle d’Aosta. L’iniziativa, promossa dall’Assessorato Beni e attività culturali in partnership con AIACE Valle d’Aosta, rappresenta molto più di una semplice serie di proiezioni: è un’occasione per riflettere su tematiche universali attraverso lo sguardo di registi internazionali che hanno saputo raccontare la complessità dell’animo umano.
Quest’anno il filo conduttore scelto dal curatore Gianluca Gallizioli è particolarmente attuale e stratificato: l’incomunicabilità nelle sue molteplici declinazioni. Non solo la difficoltà di comunicare con gli altri, ma anche il dialogo impossibile con se stessi, le barriere invisibili erette da differenze culturali ed etniche, il silenzio che separa invece di unire. Sei film provenienti da continenti diversi – Stati Uniti, Svezia, Norvegia, Spagna, Giappone – compongono un mosaico che dimostra come l’impossibilità di connettersi autenticamente sia una condizione trasversale, che attraversa ogni latitudine e ogni epoca.
La rassegna
L’apertura della rassegna è affidata a uno dei film più iconici degli anni Duemila: “Lost in Translation” di Sofia Coppola, che verrà proiettato sabato 15 novembre alle ore 16.00. La scelta non è casuale. Il capolavoro della regista americana, che nel 2003 le valse l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale, è un’opera che ha ridefinito il modo di raccontare la solitudine metropolitana e l’estraneità emotiva. Nella Tokyo caotica e straniante dei primi anni Duemila, Bob Harris – un attore hollywoodiano interpretato da Bill Murray – si ritrova a girare uno spot pubblicitario mentre attraversa una profonda crisi esistenziale e professionale. Parallelamente, Charlotte, giovane donna sposata, interpretata da Scarlett Johansson, vaga per la megalopoli giapponese al seguito del marito fotografo, sentendosi sempre più distante dalla propria vita e dalle proprie aspirazioni.
L’incontro tra questi due sradicati diventa il cuore pulsante del film: una connessione imperfetta, fatta più di silenzi condivisi che di parole, di sguardi complici che di dichiarazioni. Sofia Coppola costruisce una narrazione delicata dove l’intimità nasce paradossalmente proprio dall’impossibilità di comunicare pienamente, dove la barriera linguistica e culturale diventa quasi un pretesto per esplorare l’incomunicabilità più profonda che portiamo dentro. Bob e Charlotte non cercano soluzioni né risposte definitive alle proprie esistenze in sospeso: cercano semplicemente qualcuno che li veda davvero, anche solo per un breve momento rubato al caos circostante.
Come da tradizione della rassegna, ogni proiezione sarà preceduta da un’introduzione critica e seguita da un dibattito moderato dai membri di AIACE, creando quello spazio di confronto che trasforma la visione cinematografica da esperienza passiva in momento di partecipazione attiva. L‘ingresso gratuito fino ad esaurimento posti conferma la volontà di rendere la cultura accessibile a tutti i cittadini. Durante l’evento verrà distribuito materiale informativo che include una scheda critica del film, l’elenco delle opere della regista disponibili per il prestito in biblioteca e suggerimenti per approfondire autonomamente le tematiche affrontate.

Un calendario di capolavori internazionali per esplorare le fratture della comunicazione
Il programma di BiblioRencontres prosegue con una selezione accurata che abbraccia il meglio del cinema europeo e asiatico contemporaneo. A gennaio, precisamente sabato 24, sarà la volta di “Forza maggiore” del regista svedese Ruben Östlund, un’opera che ha ottenuto riconoscimenti internazionali per la sua capacità di dissezionare le dinamiche familiari e i ruoli di genere. Ambientato in una stazione sciistica alpina, il film racconta come un singolo gesto istintivo – la fuga di un padre durante l’allarme per una valanga – possa far crollare anni di certezze e mettere in discussione l’intera architettura emotiva di una famiglia. La durata di 120 minuti permette a Östlund di costruire un crescendo di tensione psicologica fatto di non-detti, rancori sotterranei e accuse velate che risuoneranno a lungo nello spettatore.
San Valentino, tradizionalmente festa dell’amore, diventa l’occasione per proiettare “La persona peggiore del mondo” di Joachim Trier, uno dei ritratti più lucidi e generazionali della contemporaneità norvegese. Il 14 febbraio la platea della Biblioteca Salvadori seguirà Julie, trentenne in perenne ricerca di identità, attraverso dodici capitoli che ne scandiscono le scelte, i ripensamenti, gli amori iniziati e abbandonati. Il film di Trier cattura perfettamente l’angoscia millennial del “troppo possibile”: la paralisi decisionale di chi è cresciuto con infinite opzioni ma senza coordinate certe, l’incomunicabilità generazionale rispetto a un mondo che chiede certezze quando l’unica certezza è il cambiamento.
Marzo porta in rassegna il cinema spagnolo con “As bestas” di Rodrigo Sorogoyen, thriller psicologico ambientato nella rurale Galizia che sarà proiettato in versione originale con sottotitoli italiani il 14 del mese. Il film esplora l’incomunicabilità attraverso lo scontro culturale e sociale: una coppia francese che insegue l’utopia della vita campestre si scontra con i vicini locali in un’escalation che trasforma semplici incomprensioni in violenza latente e aperta. Sorogoyen costruisce un dramma claustrofobico di 137 minuti dove il conflitto non è solo tra persone ma tra visioni del mondo inconciliabili, tra modernità e tradizione, tra aspettative romantiche e dura realtà.
La chiusura della rassegna, prevista per sabato 11 aprile, è affidata a un maestro del cinema contemplativo: Ryūsuke Hamaguchi, premio Oscar 2022 per “Drive My Car”, presenta “Il male non esiste“, riflessione filosofica sul rapporto tra uomo e natura. Anche questo film sarà proiettato in lingua originale con sottotitoli. Attraverso la storia di un piccolo villaggio giapponese minacciato dalla costruzione di un resort turistico, Hamaguchi esplora l’incomunicabilità tra interessi economici e valori comunitari, tra la logica del profitto e il rispetto per l’ecosistema. Il ritmo lento e meditativo tipico del regista giapponese trasforma una vicenda apparentemente locale in una parabola universale sulla nostra incapacità di dialogare veramente con l’ambiente che ci circonda.
La varietà geografica e stilistica della rassegna è uno dei suoi punti di forza: dal minimalismo emotivo di Sofia Coppola al realismo crudo di Sorogoyen, dalla satira sociale scandinava alla contemplazione zen di Hamaguchi, BiblioRencontres 2024-2025 offre un ventaglio di linguaggi cinematografici accomunati da una domanda fondamentale: perché facciamo così fatica a comprenderci? La scelta di includere film in versione originale per le opere spagnole e giapponesi aggiunge un ulteriore livello di riflessione: anche la barriera linguistica tra schermo e spettatore diventa metafora dell’incomunicabilità che la rassegna intende esplorare.
L’iniziativa conferma Aosta come città attenta alla promozione culturale di qualità, che offre ai propri cittadini occasioni di crescita intellettuale attraverso il linguaggio universale del cinema. In un’epoca in cui la comunicazione digitale promette connessione globale ma spesso produce solitudine individuale, una rassegna dedicata all’incomunicabilità diventa paradossalmente uno strumento di dialogo: quello tra film e spettatori, quello tra spettatori nella discussione post-proiezione, quello interiore che ogni grande opera cinematografica innesca.
