Dal 21 giugno al 2 novembre 2025 un grande evento internazionale trasforma il Forte e i borghi della Bassa Valle in un museo a cielo aperto tra graffiti, installazioni e arte contemporanea
Affermare la propria esistenza e gridare la propria identità, dai margini della società: è da questo bisogno profondo che nasce, tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, il movimento del graffitismo.

A New York, nei ghetti abitati da giovani afroamericani e latinoamericani, la firma lasciata sui vagoni della metropolitana si trasforma in gesto politico, atto creativo, rivendicazione di visibilità. Da quella scintilla urbana ha preso forma un linguaggio artistico globale, arrivato in Europa passando dalla Francia e insediandosi negli spazi pubblici, sui muri, per le strade, nei musei, fino ad acquisire il nome di Street Art.
E la Street Art oggi è anche al Forte di Bard, celebrata attraverso una mostra che ne ripercorre la storia, attraverso i nomi più rappresentativi come Shepard Fairey, Os Gemeos, JR, Bansky. Inaugurata il 20 giugno Street Art Revolution. Banksy e compagni: itinerari d’arte è la celebrazione dell’arte contemporanea, della voce che emerge dal basso e che continua a rimanere fuori con lucida ispirazione, attraverso un linguaggio provocatorio e globale.
Un viaggio nella Street Art
Curata da Patrizia Cattaneo Moresi e promossa in collaborazione con 24 Ore Cultura, la mostra è molto più di una semplice rassegna: è un vero e proprio percorso immersivo tra le opere dei grandi maestri della scena internazionale — da Banksy a Obey, da JR a Taki183 — e le nuove visioni di artisti italiani e francesi che hanno riscritto le regole dell’espressione urbana. L’allestimento, distribuito nelle sale delle Cannoniere, propone un percorso strutturato in sei sezioni e comprende 50 opere selezionate, tra cui spicca un intervento site specific firmato da Edoardo Ettore.

Si parte dai graffiti di Seen e gli “sfratti” di Nemo’s (serigrafia con 40 colori su carta) che ci sbatte contro la disperazione di chi oggi non ha niente, neanche un tetto sulla testa. OZMO ci ricorda che noi valiamo molto di più di chi sta ai piani più alti della piramide, essendo “noi” a “reggere” con le nostre forze, l’intero sistema e sottolineando che confida nell’arte, proprio attraverso la sua arte ci mostra un acrilico su PVC di recupero, che parla più di mille parole.

In questo viaggio di “continui schiaffeggiamenti in pieno viso” ci si imbatte nel topo gigante di Bordalo, un beach mouse cyberpunk che ci osserva allucinato, mentre più avanti troviamo l’astrattismo di Tanc e gli stencil di Jef Aérosol. Passando dalle atmosfere green di Damiano Mengozzi con Swiss beauties e dopo aver salutato il Bambi di Chinagirl Tile (scultura in argilla cotta, ceramica smaltata e colla) si arriva da lui, la figura che ha segnato un’epoca, colui che ha ribaltato le regole del sistema artistico, mantenendo una libertà espressiva che gli consente di provocare e denunciare senza compromessi, Banksy, di cui l’impatto va oltre l’arte.

Girl with ballom, è forse la sua opera più rappresentativa, ma in questa mostra c’è anche altro. “Have a nice day” per esempio, attualissima purtroppo di questi tempi da febbre da guerrafondai. E gli smile al posto della faccia dei soldati parlano chiaro.

L’arte urbana è diventata linguaggio trasversale, capace di affrontare temi politici, sociali e culturali con immediatezza e impatto visivo. Ma l’esperienza artistica proposta da Street Art Revolution non si limita agli spazi interni della fortezza. In un progetto diffuso che valorizza il territorio e ne amplia l’eco culturale, anche i Comuni di Donnas, Pont-Saint-Martin e Perloz per l’occasione stanno ospitando ospitano opere inedite, create da Damiano Mengozzi, Madame e Hitnes. La mostra sarà visitabile fino al 2 novembre.