San Bernardo d’Aosta protagonista a Bruxelles: il patrono delle Alpi al Comitato Europeo delle Regioni

Presentato a Bruxelles il libro su San Bernardo d’Aosta: simbolo di accoglienza e unione tra i popoli alpini, lodato anche da Papa Francesco.

Bruxelles ha recentemente accolto un evento che unisce spiritualità, storia e valori universali con profonde radici valdostane. Durante i lavori del Comitato Europeo delle Regioni, è stato infatti presentato il volume San Bernardo di Aosta, patrono delle Alpi e custode delle genti alpine”, pubblicazione patrocinata dal Consiglio regionale della Valle d’Aosta. Il libro, che ripercorre le tappe più significative della vita del Santo, è stato al centro di un momento di riflessione condivisa che ha coinvolto rappresentanti diplomatici e istituzionali di alto profilo.

San Bernardo d’Aosta
San Bernardo d’Aosta-Foto per gentile concessione dell’ Ufficio Stampa Regione Autonoma Valle d’Aosta-fuorionline

L’Assessore regionale agli Affari europei, Luciano Caveri, ha sottolineato il significato contemporaneo del messaggio di San Bernardo, richiamandosi alle parole pronunciate da Papa Francesco nel corso di un incontro con i Canonici dell’Ospizio del Gran San Bernardo: un invito all’accoglienza, all’inclusione e alla solidarietà, valori che oggi si dimostrano più attuali che mai in un’Europa in trasformazione.

Il Santo, che nel corso del Medioevo fondò gli ospizi del Gran e del Piccolo San Bernardo per aiutare viandanti e pellegrini a superare in sicurezza le insidie delle Alpi, è stato definito da Pio XI “protettore delle Montagne e dei viandanti”Il suo esempio – ha spiegato Caveri – rappresenta una figura storica capace di incarnare un’identità autenticamente valdostana, spesso messa in discussione da narrazioni storiche francesi che lo volevano originario della Savoia.”

Un ponte spirituale tra passato e futuro: l’identità valdostana in dialogo con l’Europa

La presenza all’evento di un esemplare del celebre cane San Bernardo – diventato simbolo di soccorso alpino, sebbene la nota botticella con il liquore sia frutto dell’immaginazione ottocentesca – ha contribuito a rendere ancora più evocativa la presentazione. In un contesto europeo che oggi guarda con attenzione alle dinamiche delle aree montane e delle minoranze, la figura di San Bernardo si impone come testimone di un’epoca in cui il dialogo tra popoli e culture era già un orizzonte possibile.

San Bernardo d’Aosta
San Bernardo d’Aosta-Foto per gentile concessione dell’ Ufficio Stampa Regione Autonoma Valle d’Aosta-fuorionline

La presentazione del libro su San Bernardo d’Aosta al Comitato Europeo delle Regioni ha offerto alla Valle d’Aosta l’opportunità di riaffermare la propria centralità in uno spazio alpino che, ieri come oggi, si configura come crocevia di civiltà.  Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, il Nunzio Apostolico in Belgio Franco Coppola, l’Ambasciatore italiano Marco Canaparo, la rappresentante svizzera Rita Adam e il Console Generale d’Italia a Bruxelles Francesco Varriale, insieme a figure istituzionali come la Presidente del CdR Kata Tüttő e il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Questo parterre di alto livello ha reso evidente come la figura del Santo valdostano possa ancora oggi fungere da mediatore tra identità locali e istanze sovranazionali, proprio in virtù della sua vocazione a superare confini materiali e spirituali.

L’evento, più che una semplice presentazione editoriale, è stato un gesto politico e culturale: un richiamo alla memoria collettiva che si fa proposta per il futuro. In un’epoca di fratture e tensioni, l’eredità di San Bernardo ci ricorda un modello di cooperazione tra le genti alpine, fondato sulla reciproca fiducia e sull’apertura. Portare a Bruxelles la voce delle montagne – e con essa la testimonianza di una figura come quella di San Bernardo – ha significato rivendicare il ruolo delle aree alpine nel processo di costruzione europea.

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La Valle d’Aosta, nel promuovere questa iniziativa, ha dimostrato come le proprie radici possano tradursi in valori condivisi, capaci di dialogare con le istituzioni continentali. Un messaggio forte, che da mille anni attraversa le vette e oggi arriva al cuore dell’Europa.

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