Plastica, qual è la sua composizione chimica? Oltre 10 mila composti sconosciuti che potrebbero recare danni gravi | Il rapporto

E’ ovunque intorno a noi, nei cieli, sulla terra e anche dentro di noi. Non si tratta di un ente divino ma della plastica, malefica “cosa” che ha invaso la nostra vita, rendendocela apparentemente “più comoda” ma sicuramente malata.

Eh si, perchè questo materiale arrivato a noi poco meno di due secoli fa, ha accelerato irrimediabilmente l’inquinamento: lo ritroviamo persino nel sangue umano. La plastica moderna, come la conosciamo oggi, è stata inventata nel XIX secolo. Il primo tipo di natura sintetica fu creato nel 1862 da Alexander Parkes, un inventore inglese, che sviluppò un materiale chiamato “Parkesine”. Questo materiale era derivato principalmente da cellulosa trattata con acido nitrico e un solvente, e aveva la capacità di essere modellato e indurito quando raffreddato. Tuttavia, il vero boom nell’uso e nello sviluppo delle plastiche si verificò nel XX secolo, con la produzione su larga scala e la scoperta di nuovi tipi di plastiche sintetiche, come il polietilene e il polipropilene.

Composizione chimica della plastica

La plastica può essere composta da una vasta gamma di elementi chimici, a seconda del tipo e della sua composizione. Tuttavia, alcuni degli elementi più comuni presenti nelle plastiche includono carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto, cloro e alcuni metalli come il silicio o l’alluminio, che possono essere usati come additivi o stabilizzanti. Questi elementi possono essere combinati in varie configurazioni molecolari per formare polimeri plastici con diverse proprietà fisiche e chimiche.

Gran parte della plastica moderna è derivata dal petrolio. La materia prima principale per la produzione di plastica è il petrolio grezzo, un combustibile fossile estratto dal sottosuolo attraverso processi di estrazione petrolifera. Il petrolio viene sottoposto a processi chimici di raffinazione per ottenere monomeri, che sono le unità di base utilizzate nella produzione di polimeri plastici.

I monomeri vengono quindi polimerizzati per formare lunghe catene molecolari, che costituiscono il polimero plastico. Tuttavia, va notato che non tutte le plastiche sono derivate direttamente dal petrolio. Alcune plastiche possono essere prodotte da fonti rinnovabili come il mais (ad esempio, bioplastiche), ma la stragrande maggioranza della plastica utilizzata oggi è prodotta utilizzando petrolio o gas naturale come materia prima.

Allarme sui prodotti chimici plastici

Un articolo pubblicato su Nature riporta i risultati di un rapporto condotto da scienziati finanziati dal Consiglio norvegese delle ricerche riguardo ai rischi associati a oltre 16.000 “prodotti chimici plastici”. Essi sono composti presenti nella plastica o utilizzati nella sua produzione, inclusi additivi e ingredienti grezzi.

Il rapporto rivela che almeno 4.200 di questi composti sono considerati pericolosi perché persistenti nell’ambiente, bioaccumulabili, mobili e/o tossici. Inoltre, più di 10.000 sostanze chimiche non hanno dati disponibili sui rischi associati, e oltre 9.000 non hanno informazioni pubblicamente disponibili sulle materie plastiche in cui sono utilizzate.

plastica composizione chimica
plastica composizione chimica – fuorionline.com

Mancano informazioni affidabili

La mancanza di trasparenza dell’industria della plastica rende difficile ottenere informazioni affidabili su queste sostanze chimiche. Gli scienziati sottolineano l’importanza di raccogliere dati conosciuti per guidare le decisioni normative e di gestione.

Il rapporto è stato pubblicato in concomitanza con i negoziati per un trattato delle Nazioni Unite sull’inquinamento globale da plastica. Gli scienziati stanno facendo pressioni affinché il trattato includa una lista di polimeri plastici e sostanze chimiche preoccupanti, alcune delle quali sono note per essere rilasciate nell’ambiente con impatti sulla salute umana e dell’ecosistema.

Ricerca di maggiore regolamentazione

Sebbene alcune sostanze chimiche siano regolamentate a livello globale, molte altre non lo sono, e gli autori del rapporto chiedono una regolamentazione più stretta per le sostanze chimiche pericolose identificate. Il rapporto propone anche che le aziende siano più trasparenti riguardo al contenuto chimico dei loro prodotti plastici per colmare le lacune informative.

Infine, gli scienziati sottolineano la necessità di ulteriori ricerche per identificare i pericoli delle sostanze chimiche meno studiate e sviluppare migliori tecniche analitiche per valutarne gli effetti sugli organismi viventi.

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I negoziati per il trattato sulla plastica tuutavia sono stati rallentati da alcuni stati petrolchimici che si oppongono a una regolamentazione più rigorosa della produzione di plastica. Gli scienziati sperano che i governi possano unirsi per affrontare efficacemente questa sfida.

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