Il ciondolo per la vita, 25esimo anno alla Millenaria| L’intervista all’artista

Il ciondolo per la vita compie 25 anni: un traguardo importante che brilla alla Fiera di Sant’Orso 2024. Con il supporto prezioso degli artisti, che condividono e hanno condiviso in questi anni la loro sensibilità e la loro creatività, l’ASIV (Associazione Scultori Intagliatori Valdostani) ha all’attivo 24 pezzi unici che raccontano lo spirito di questa fiera millenaria. “Arrivati alle nozze d’argento è sicuramente un traguardo prestigioso per noi.” Fa sapere il presidente Dario Coquillard che aggiunge:

Siamo partiti in sordina, quasi per scherzo nel Duemila per arrivare dopo 25 anni a portare avanti un’iniziativa di questo genere. Quello che ci gratifica è che se prima noi andavamo a cercare gli artisti e gli artigiani per farci fare il bozzetto, adesso sono loro stessi che ci cercano proprio per questa dimensione da collezione e sociale in primis che riveste il progetto. Poi un altro motivo di orgoglio è sicuramente il fatto che quando abbiamo avuto quest’opportunità di chiedere aiuto a questi grandi artisti, quando si parla di solidarietà e di beneficenza, sono tutti pronti a venirci incontro e ad aprire le porte del loro laboratorio.”

Il ciondolo per la vita, una mano a chi ne ha più bisogno

Quest’anno, il palcoscenico della generosità si illumina con il tocco magico e straordinario di Francesco Claudiò Puglia. Attraverso la sua creatività, l’ artista eclettico caricaturista dona una nuova storia al ciondolo in noce serigrafato che non può mancare nella bacheca dei collezionisti.

Ciondolo per la vita
Ciondolo per la vita – Da sinistra Francesco “Claudiò” Puglia e Dario Coquillard – Credit: Nadia Camposaragna – fuorionline.com

Il ciondolo per la vita è un’iniziativa iniziata 25 anni fa grazie all´Associazione Scultori Intagliatori Valdostani con lo scopo di raccogliere soldi da devolvere a persone che si trovano in momentaneo disagio” riferisce Coquillard. “Il tema è sempre lo stesso, ossia Sant’ Orso e lasciamo libera creatività ad ogni artigiano, artista, di interpretare la sua idea di Sant’Orso come vuole. Più delle volte viene raffigurato il Sant’Orso vero e proprio, altre volte in maniera diversa.”

In maniera diversa proprio come quest’anno: un Sant’Orso giovane, colorato che interagisce con il pubblico, come ha raccontato lo stesso Puglia. Il ricavato delle vendite del ciondolo per la vita sarà donato ai più bisognosi. “Tutti gli anni valutiamo le richieste che ci arrviano, di solito sono richieste che arrivano dalla Caritas, da varie associazioni. E’ nostro compito scegliere quelli che secondo noi possono beneficiare di questa raccolta fondi. Tutti gli anni abbiamo dei casi che sono diversi l’uno dall’altro, tutti purtroppo meritevoli e cerchiamo sempre di differenziare. “ Aggiunge Coquillard.

ll ciondolo per la vita ha fatto il suo debutto alla Fiera di Donnas e adesso è pronto per essere esposto all’attesissima Fiera di Aosta. Realizzato grazie anche alla collaborazione con gli insegnanti dell’Itpr Corrado Gex, si presenta in 800 copie.

“Hanno arricchito il progetto e ci hanno dato una grossa mano” – aggiuge il presidente dell’ASIV riferendosi alla scuola – “Prima quando c’erano i laboratori di falegnameria, che da qualche anno sono chiusi, i ragazzi si esercitavano sotto la guida degli insegnanti nel realizzare queste tavolette che venivano serigrafate in seguito. Per loro era un momento importante perchè potevano fare un lavoro scolastico che però li proiettava anche fuori in una dimensione diversa, si sentivano utili e partecipi e questo era molto bello e gratificante per tutti. Con la chiusura noi abbiamo continuato la collaborazione grazie all’interessamento e alla volontà degli insegnanti e alla disponibilità della preside Patrizia Bongiovanni.”

Intervista all’artista Francesco Claudiò Puglia

Il ciondolo per la vita 2024 è un Sant’Orso “calligrafico”, come ha spiegato l’artista che l’ha creato, Francesco Claudiò Puglia.

Ciondolo per la vita
Ciondolo per la vita 2024 – Credit: Nadia Camposaragna – fuorionline.com

Come è nata l’ispirazione?


Mi è venuto in mente che nella chiesa di Valgrisenche avevo visto una rappresentazione di Sant’Orso totalmente diversa da quella che vedevo normalmente. Un Sant’Orso molto giovane, probabilmente un Sant’Orso di 50 anni, forse tra il 1380 e il 1390.

E mi ha stupito, mi ha proprio ben impressionato..anche perchè siamo sempre a pensarlo con la barba, un pò anziano, vuoi perchè la fiera è millenaria, vuoi perchè Sant’Orso si presenta così, e invece no: era una figura addirittura di attualità. Soprattutto per come si è interessato alla comunità valdostana, attraverso l’aiuto ai più deboli e ai più fragili. Tant’è che questo uccellino sulla spalla, da qualche parte ho letto che arrivava sulla sua spalla proprio per ringraziarlo per aver avuto attenzione anche per lui simbolicamente. E da lì è nata l’idea di disegnare un Sant’Orso un pò diverso.

Ha portato la sua particolarità con le lettere; è stato difficile?

E’ la mia abitudine di fare le caricature in particolare con le lettere, e quindi mi sono detto: perché non provo a disegnare Sant’Orso attraverso le stesse lettere? Scritte in modo diverso, non con le solite lettere con il computer ma un qualcosa di diverso. E così effettivamente è stato ed è andato tutto anche abbastanza in fretta perchè le lettere sono andate al posto loro molto facilmente (ride n.d.r). E quindi è nata questa forma un pò diversa nella quale si possono ritrovare tutte le lettere di Sant’Ours. Poi ho aggiunto anche il prato con le foglie dell’Irlanda, la terra di Sant’Orso, e alle sue spalle il simbolo della Valle d’Aosta.

Cos’è la caricatura calligrafica e come ha iniziato a praticarla?

Ho ha fatto la prima caricatura calligrafica senza saperlo, come tante altre cose della mia vita. Nel senso che stavo cercando la mia firma (in un certo periodo della vita la firma è molto importante, più importante delle lezioni di matematica).

Faccio quindi la P (avevo un pò di capelli), faccio la U, faccio una G un pò strana e proprio in quel punto lì sono venuti fuori un bel ciuffo, due occhi e un naso. Io almeno ho visto quello. Al chè ci ho messo la L per fare la mascella, la I e la A per la bocca. La G erano le orecchie..rimanevano i due puntini che li ho ficcati nella U e nella pancia del rotondo della G che erano le pupille. Naturalmente a scuola i compagni volevano che lo facessi anche a loro, ma quello era venuta così. Poi passò completamente nel dimenticatoio.

Quando è arrivata la svolta?

Negli anni in cui ho tenuto la cartolibreria e i giornali a Saint Vincent mi sono avvicinato all’umorismo. Mettevo, avendo già visto le vignette al mattino presto, quando spacchettavo i giornali alle 06:30, le vignette dei vari Forattini, Giannelli e tanti altri in bella mostra. Quindi mi sono detto ma perchè non metto anche i miei? E ho iniziato ad esporre questi miei disegni quotidiani di politica nazionale, o magari anche non nazionale..e quello mi ha costretto anche ad avvicinarmi alla caricatura, perchè se volevo fare Andreotti dovevo disegnarlo in caricatura, così come Occhetto ecc.

Poi pian piano andando ai vari concorsi ho iniziato a conoscere altri disegnatori come per esempio Franco Bruna della Stampa, Danilo Paparelli del Tutto Sport, Achille Superbi che lavorava per la Rai, come il Carlo Nesti, e da loro, vedere quanta strada c’era da fare. Negli anni Duemila, intorno al Duemilauno e Duemiladue un disegnatore di Sarajevo che è mancato l’anno scorso, che era mio ospite durante il periodo della guerra, mi consiglia di mandare i miei disegni al Festival Saint Just Le Martel.

Un’esperienza importante. Ancora oggi è il Fesival del settore più importante del mondo. E ho avuto modo di confrontarmi anche con altri, così mi è venuto in mente di ricominciare a lavorare con le caricature che facevo con le lettere. In quell’occasione ho fatto la caricatura calligrafica. Un signore esperto di calligrafia, umorista e disegnatore di Torino, Raffaele Palma, che vide i miei lavori e un giorno mi scrive per dirmi di partecipare ad un concorso del capoluogo piemontese sulle caricature calligrafiche. E sfruttando quell’idea, che io ripresi durante una serata di mercatino a Saint Vincent dove mi ero divertito un sacco, mando i miei lavori e vinco il concorso nazionale dei professionisti.

Cos’è invece la callicatura?

Sono passato dalla caricatura calligrafica alla callicatura, perchè mi sono date delle regole. Se con la caricatura calligrafica si possono utilizzare tutte le lettere del nome e del cognome, con la callicatura mi sono imposto delle regole che sono quattro: il personaggio dev’essere riconoscibile, le lettere possono essere messe a specchio, maiuscole o minuscole e vuotate, possono essere interpretate (questa la grande diversità della caricature calligrafiche di prima), cioè fatte in uno stile diverso, ma riconoscibili. E così ho scoperto che la caricatura diventa anche interattiva con il pubblico perchè il pubblico cerca la lettera in questione, dialoga con il disegno.

Quanto è conosciuta in Italia questa tecnica?

Quarant’anni che sono nella grafica umoristica, ed è diventata una cosa a se stante. In Italia ce ne sono pochi ma soprattutto in occasioni di concorsi, ma non ci sono quadernetti pubblicati in tal senso, come scelta. A me piace farle anche in diretta. E in Francia intrattenevo il pubblico.

Come avvicinare i giovani a quest’arte?

I giovani sono molto interessati. Quando facevo dei corsi di avvicinamento alla caricatura, ho visto che i giovani reagivano molto bene. E i miei corsi andavano dai 12 – 14 anni, fino ai 90 – 95 anni. L’importante non è saper disegnare, ma essere curiosi. Bisogna avere un pò di esercizio..Erano i giovani che stimolavano i genitori.

Progetti per il futuro?

A me piace molto la musica e quindi dedicherò 6+6 tavole di caricature fatte in modo diverso, perchè includerò anche parti del corpo, lavorando su sei sassofonisti e sei sassofoniste, in vista di una mostra. Questo perchè in passato il sassofono era molto maschile, mentre oggi nel sax sono le donne che sorprendono, dando risultati fantastici. Quindi vorrei mettere insieme questi due mondi proprio per dire che l’interpretazione femminile predomina quella maschile.

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Il ciondolo per la vita quest’anno è anche interattivo! Attraverso un QR da inquadrare che verrà consegnato insieme al ciondolo stesso, è possibile vedere una breve animazione che mostra come le lettere compongono il disegno. Si può avere il ciondolo con un’offerta libera a partire da 10 euro e da 25 euro per quelli firmati dall’artista.

Lo trovi alla Fiera di Sant’Orso di Aosta

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1 commento su “Il ciondolo per la vita, 25esimo anno alla Millenaria| L’intervista all’artista”

  1. Grazie per aver avuto tanta e professionale attenzione per la mia “callicatura”. Nel tuo articolo ho ripercorso, in 60 secondi, 60 della mia vita: dalla scuola superiore ai progetti di oggi. Ti confesso che, pur conoscendola, mi sono emozionato.
    Buon lavoro.
    Claudiò

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