Edvard Munch, il significato de “L’urlo” e le caratteristiche principali del suo stile

Edvard Munch è stato un celebre pittore norvegese universalmente noto per essere uno degli artisti più influenti del simbolismo e del modernismo, con un impatto duraturo sulla storia dell’arte. La sua opera più famosa è “L’urlo” (1893), un dipinto iconico che rappresenta un volto contorto dall’angoscia, divenuto un simbolo dell’esistenzialismo e dell’ansia umana nel mondo moderno.

Nel tranquillo paesino di Løten, il 12 dicembre 1863, vide la luce un’anima destinata a dipingere l’essenza fragile e oscura dell’umanità: Edvard Munch. Fin dalla giovinezza, il suo cammino fu segnato da malattie, lutto e la costante paura di ereditare le ombre mentali che aleggiavano nella sua famiglia.

Il contesto familiare in cui cebbe infatti divenne sempre più cupo, con il padre Christian che, colpito da malinconia e disturbi maniaco-depressivi, trasmise al figlio una sensazione di inquietudine e tristezza generando intorno a lui un’atmosfera tetra che influenzò la visione di Munch sul mondo. La povertà e la salute mentale della madre Laura inoltre, affetta da crisi psichiche, e la morte del fratello Andreas subito dopo il matrimonio, acuirono questa visione macabra. Munch rifletteva sulle difficoltà ereditate, dichiarando: “Ho ereditato due dei più spaventosi nemici dell’umanità: il patrimonio della consunzione e la follia.”

Gli esordi

La vita però riservò al giovane Munch delle sorprese. Nel 1879, Edvard Munch si immerse nel mondo dell’istruzione tecnica: studiò ingegneria, dimostrando eccezionali capacità in fisica, chimica e matematica. Il giovane Edvard si distinse soprattutto nel disegno di prospettiva, anche se il rigido ambiente scolastico non riusciva a catturare appieno la sua anima artistica. Il padre, Christian, sognava un ingegnere di successo e guardava con disappunto al figlio che preferiva i pennelli alla calcolatrice.

Nonostante gli sforzi del padre nel tentare di trascinarlo verso la strada dell’ingegneria, Edvard seguì la sua vera passione. Con l’autorizzazione paterna, si iscrisse alla Scuola di Disegno di Oslo, e successivamente alla Scuola d’Arte e Mestieri nel 1881. Qui, sotto la guida di maestri come lo scultore Julius Middelthun e l’artista Christian Krohg, Munch diede vita alle sue prime opere. Tra ritratti del padre, autoritratti e la controversa raffigurazione del bohémien Karl Jensen-Hjell, Munch si distingueva per un approccio che la critica etichettava sprezzante come “impressionismo portato all’estremo”.

Munch, tuttavia, non si lasciò scoraggiare dalle critiche. Questo periodo segnò il suo incontro con i circoli bohémien di Oslo, guidati dall’anticonformista Hans Jæger. Influenzato dalle idee di Jæger, Munch adottò un’imperativa filosofia di vita: “Scrivi la tua vita!”. Fu un invito che Munch recepì in modo letterale, aprendo un diario dell’anima dove riversava i suoi pensieri più profondi. Questa fase di introspezione segnò una svolta cruciale nella sua produzione artistica, introducendo il concetto di “tele dell’anima”, lontano dall’impressionismo convenzionale.

Le idee ribelli di Munch si riversarono nei suoi dipinti, tra cui “La fanciulla malata“, una rappresentazione emotiva del ricordo della malattia della sorella Sophie. Quest’opera, inizialmente criticata sia dalla famiglia che dalla critica, provocò un’ondata di “indignazione morale” nella società. Munch, tuttavia, non si lasciò scoraggiare e si spinse oltre l’impressionismo, abbracciando un percorso artistico unico che sarebbe diventato il suo lascito nell’arte.

Edvard Munch l'urlo significato
Edvard Munch l’urlo significato – credit:Ig@edvard_munch_art – Weeping Nude (1913-1914) – fuorionline.com

L’urlo, dipinto iconico

A Parigi, immergendosi nelle opere di maestri come Paul Gauguin, Vincent van Gogh e Henri de Toulouse-Lautrec, apprese l’arte sottile del colore. Berlino lo accolse con il drammaturgo svedese August Strindberg, ritratto in modo magistrale mentre Munch esplorava i recessi dell’anima umana, toccando corde profonde come l’amore, l’ansia, la gelosia e il tradimento.

Ma fu a Kristiania (l’odierna Oslo) che nacque il capolavoro senza tempo. Mentre passeggiava al tramonto, Munch udì “l’enorme, infinito grido della natura”. Così prese forma “L’urlo” (1893), una rappresentazione dell’angoscia dell’uomo moderno. Tra il 1893 e il 1910, Munch donò al mondo due versioni dipinte e due a pastello di questa iconica opera, insieme a innumerevoli stampe che avrebbero segnato la storia dell’arte.

Edvard Munch l'urlo significato
Edvard Munch l’urlo significato – The Scream (1910), done in Tempera-credit:Ig@edvard_munch_art – fuorionline.com

“Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto ad una palizzata. Sul fiordo nero-azzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura… E sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura”

Come furono accolte le opere di Edvard Munch

La vita di Munch, nonostante la crescente fama e ricchezza, divenne un intricato labirinto emotivo. Benché abbia contemplato l’idea del matrimonio, non riuscì mai a compiere quel passo. Nel 1908, un esaurimento nervoso lo costrinse a rinunciare alle eccessive libagioni, ma fu anche un periodo in cui la sua arte trovò finalmente il riconoscimento e l’accettazione da parte dei suoi concittadini.

Gli ultimi anni di Edvard Munch furono segnati da un isolamento profondo. Nonostante il regime nazista bandisse le sue opere come “arte degenerata”, la maggior parte di esse sfidò il tempo e le avversità della Seconda Guerra Mondiale, preservando l’eredità di un artista che, con il suo pennello, aveva catturato l’anima umana nella sua forma più cruda e sincera.

Le caratteristiche principali dello stile di Munch

Lo stile dell’arte di Edvard Munch è spesso associato all’espressionismo, un movimento artistico del tardo XIX e primo XX secolo che si concentrava sull’espressione emotiva e soggettiva. Munch è particolarmente noto per il suo contributo al simbolismo e per il modo in cui ha affrontato temi universali come l’amore, la morte, l’ansia e la malattia mentale. Ecco alcune caratteristiche distintive dello stile di Munch:

Edvard Munch l'urlo significato
Edvard Munch l’urlo significato – Madonna, 1892-1895 – credit:Ig@edvard_munch_art – fuorionline.com
  • Colori intensi e non naturalistici: Munch utilizzava colori cupi e spesso non naturalistici per esprimere emozioni ed evocare atmosfere intense. I suoi dipinti spesso presentano palette cromatiche vivaci e contrastanti.
  • Tratti distorti e esagerati: Munch spesso deformava e esagerava le figure umane e gli oggetti nelle sue opere per enfatizzare le emozioni e dare una sensazione di intensità psicologica. Queste distorsioni contribuivano a creare un senso di angoscia e turbamento.
  • Utilizzo di simbolismo: Munch incorporava simboli ricorrenti nei suoi dipinti, come il ponte, il bacio, la luna, la malattia e la morte. Questi simboli contribuivano a trasmettere messaggi emotivi e concetti filosofici.
  • Forte enfasi sull’individuo: Munch concentrava la sua attenzione sull’esperienza individuale e spesso dipingeva scene intime e personali che riflettevano il suo stesso stato emotivo. Le sue opere sono spesso autobiografiche e testimoniano le sue esperienze personali.
  • Rappresentazioni di emozioni intense: Munch cercava di catturare emozioni umane universali, come l’angoscia, la gelosia, l’amore e la solitudine. I suoi dipinti sono caratterizzati da un intenso pathos emotivo.
  • Uso di tecniche grafiche innovative: Munch sperimentava con varie tecniche grafiche, inclusa la xilografia, per creare opere d’arte uniche. Queste sperimentazioni contribuivano a dare un carattere distintivo al suo lavoro.

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Opere famose di Munch includono oltre a “L’urlo”, “Il bacio” e “Madonna”. Nel complesso, lo stile di Edvard Munch è profondamente personale ed emotivamente carico, con un’impronta espressionista che ha influenzato notevolmente il panorama artistico del suo tempo.

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