Beppe Fenoglio, lo scrittore incompreso della Resistenza

Beppe Fenoglio il partigiano, Beppe Fenoglio lo scrittore della Resistenza “senza retorica”, Beppe Fenoglio uno degli autori più grandi del secondo Novecento, incompreso in vita, e forse anche per questo, attualissimo.

Non poteva che partire da Torino, il 14 febbraio scorso, la quattro giorni a lui dedicata, a 60 anni dalla sua morte, presso l’Università, a Palazzo Nuovo: l’Università che lui ha frequentato per studiare Lettere, prima di andare a fare la guerra. Un convegno internazionale di studi conclusasi il 17 febbraio nella sua Alba, tra le Langhe in cui è nato e che ha intensamente raccontato nelle sue opere.

Beppe Fenoglio, la scrittura esemplare

“Un posto per un altro, una posto per il tutto. Il valore assoluto che il luogo ha nella sua esperienza di vita. Come del resto dimostra in maniera evidente il carattere quasi devozionale del pellegrinaggio. Questi giri si fanno a piedi o non si fanno. Una tensione a quell’esemplarità che caratterizza tutta la scrittura di Fenoglio.” Introduce così il professore Valter Boggione leggendo “Ciao Lion”, ” Una parte per il tutto”, questo il titolo scelto per il centenario dello scrittore langarolo.

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Si sono susseguiti tra gli altri, nel primo giorno, gli interventi di altri studiosi di Fenoglio, come Paolo Zublena, professore associato di Linguistica italiana presso l’Università di Genova, che ha approfondito la Lingua e gli stili di Fenoglio, poi Emanuela Esposito che ha affrontato la tradizione e l’innovazione lessicale di uno dei romanzi di Fenoglio “Primavera di bellezza”. A seguire altri nomi importanti come Daria Biagi, Claudio Vela e altri che hanno arricchito il lungo dibattito con il proprio sapere e i propri studi sullo scrittore. Con “Raccontare una terra” anche Alessandro Baricco presente presso l’Auditorium della Fondazione Ferrero ad Alba nella giornata del 17 febbraio.

La vita e le opere più famose

Beppe Fenoglio è autore di numerosi racconti, nonostante di lui venga spesso ricordato Il Partigiano Johnny, romanzo incompiuto.

  • I ventitré giorni della città di Alba
  • La malora
  • Primavera di bellezza
  • Un giorno di fuoco
  • Ferragosto e altri..

Nato ad Alba il 1° marzo 1922 Beppe Fenoglio oltre ad essere stato un fervente scrittore e un traduttore, è stato anche (e soprattutto) un partigiano. Le sue opere infatti si basano sue due temi principali: il movimento della resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale e la vita rurale delle Langhe.

Fenoglio è riuscito soprattutto a catturare quel malessere comune di molti ex partigiani tornati alla vita civile, che dopo la guerra, non era più come prima. La cronaca e l’epos sono i suoi stili più caratteristici. Arruolato nel 1943, abbandonando così gli studi di Letteratura all’Università di Torino, dove si era iscritto, Fenoglio iniziò l’addestramento nella scuola per ufficiali.

Nel 1944 si unisce alle prime formazioni partigiane dove vive esperienze intense alcune delle quali riportate nei suoi racconti. Fu per un primo momento all’interno dei “rossi” delle Brigate Garibaldi, poi passò con gli “autonomi” o “badogliani” del 1º Gruppo Divisioni Alpine comandata dal maggiore Enrico Martini “Mauri” e della sua 2ª Divisione Langhe, brigata Belbo, comandata dal marò Piero Balbo “Poli” (Nord nel Partigiano Johnny) ed operante nelle Langhe, tra Mango, Murazzano e Mombarcaro.

Nonostante la sua esperienza partigiana Fenoglio si è contraddistinto dagli altri scrittori per non aver adottato una letteratura autoreferenziale, sfociata nel modello del diario o del memoriale, tipico di chi come lui, aveva vissuto la Guerra. Fenoglio parla dei partigiani mettendoli in luce prima di tutto come esseri umani, con le loro emozioni, le loro sconfitte, evitando di ornarli ad eroi assoluti come avveniva nella letteratura del dopo guerra.

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