Il Charles Dickens Museum mette in mostra l’infanzia difficile dello scrittore: ecco la vera identità di Oliver Twist.

Il Charles Dickens Museum mostra “Invaso dai topi”, un’esposizione che celebra il bicentenario del periodo più cupo dell’autore vittoriano, rendendo pubbliche le lettere che suo padre gli scriveva mentre lui lavorava in fabbrica.

L’ autore che racconta le difficoltà dell’infanzia ottocentesca

Dickens autore dei capolavori come Le avventure di Oliver Twist, David Copperfield, Canto di Natale, tra i più conosciuti, consolidati classici della letteratura mondiale, fu ritirato dalla scuola a undici anni, per lavorare in nero in una fabbrica infestata dai topi sulle rive del Tamigi, per sostenere la sua famiglia mentre suo padre si indebitava.

Un’esperienza che ha segnato profondamente la sua vita e che sicuramente ha influenzato molto il suo lavoro letterario. Duecento anni fa il piccolo Charles undicenne, si trovò in una situazione tragica e disperata che si riflette, per l’appunto a distanza di due secoli, nelle lettere che suo padre gli scriveva: una testimonianza sul difficile rapporto padre-figlio.

Il celebre museo londinese espone anche una prima edizione della biografia dell’autore, suddivisa in tre volumi, scritta dal suo amico John Forster, dal titolo La vita di Charles Dickens: un’opera che racconta i fatti più tristi che caratterizzarono la sua infanzia.

Il bambino “collega” che ispirò Oliver Twist

L’infanzia di Charles Dickens non è tanto diversa da quella degli altri bambini della sua epoca. Anche lui fu scaraventato in una realtà pesante e difficile, assurda ai giorni nostri, nonostante ancora non totalmente scomparsa nel mondo. Nel settembre del 1823 fu allontanato dalla scuola e fu costretto a lavorare 10 ore al giorno per sei giorni alla settimana in una fabbrica di annerimento della Warren, nei pressi del luogo in cui oggi si trova la stazione di Charing Cross.

Charles Dickens Museum Oliver Twist – Credits: Instagram – fuorionline

Pochi mesi dopo, John Dickens, il padre di Charles, fu arrestato e imprigionato per tre mesi nella prigione per debitori di Marshalsea a Borough. Per un anno intero il giovane Charles passò le sue giornate ad aggiustare etichette su bottiglie di nero o lucido per stivali. Non parlò mai di questa sua terribile esperienza ma ne scrisse un resoconto per Forster, da cui fu estratta la biografia pubblicata due anni dopo la sua morte.

“È meraviglioso per me come avrei potuto essere gettato via così facilmente a una simile età. È meraviglioso per me che, anche dopo essere diventato il povero piccolo servitore che ero stato da quando siamo arrivati ​​a Londra, nessuno abbia avuto abbastanza compassione per me: un bambino dalle capacità singolari, veloce, desideroso, delicato e presto ferito, fisicamente o mentalmente” queste le parole dello scrittore.

La testimonianza prosegue con un altro stralcio in cui si descrive il posto degli orrori in cui lo scrittore inglese è stato costretto a vivere per un certo periodo da bambino: “La fabbrica di annerimento… era una vecchia casa folle e diroccata, confinante ovviamente con il fiume e letteralmente invasa dai topi. Le sue stanze rivestite di boiserie, i pavimenti e le scale marci, e i vecchi topi grigi che sciamano giù per le cantine, e il suono dei loro cigolii e strascichi che sale di continuo su per le scale e la sporcizia e il decadimento del luogo si alzano visibilmente davanti a me come se Ero di nuovo lì.”

Ha anche ricordato uno dei suoi compagni bambini lavoratori. “Uno di loro si avvicinò, con un grembiule sbrindellato e un berretto di carta, il primo lunedì mattina, per mostrarmi il trucco di usare lo spago e fare il nodo. Il suo nome era Bob Fagin; e mi sono preso la libertà di usare il suo nome molto tempo dopo, in Oliver Twist.” Una testimonianza che non può non emozionare i fan di Dickens e gli appassionati di letteratura.

Il Charles Dickens Museum espone le lettere del padre dello scrittore

Una delle lettere di John Dickens fu scritta nel giugno 1834. Si tratta di un altro anno di gravi difficoltà finanziarie per la famiglia. Attraverso di essa l’uomo lancia un appello urgente a Joseph Parkes, un politico di allora, affinché lo aiuti a trovare un lavoro a Charles, garantendo la “competenza sotto ogni aspetto” di suo figlio. Ciò la dice lunga su come venivano visti i bambini a quei tempi: strumenti per il sostentamento.

Charles Dickens Museum Oliver Twist – Credits: Instagram – fuorionline

La seconda lettera porta la data 1843, un anno in cui Dickens era già un autore affermato e famoso. In questo caso Mr John Dickens chiedeva all’editore di Charles, Chapman & Hall, di inviargli una copia del prossimo libro di suo figlio, American Notes.

“Capisco, poiché non ho visto l’annuncio, che avete annunciato la pubblicazione di questo nuovo lavoro tra circa una settimana. Poiché sarà molto doloroso per me rimanere nell’ignoranza [sic] del suo contenuto, e temendo di potermi trascurare a tale distanza, devo sollecitare il vostro favore affinché me ne mandi una copia in pullman…”

La dichiarazione di Frankie Kubicki

“Il ragazzo di undici anni che ogni mattina andava al lavoro a piedi dagli alloggi di Camden e Southwark sperimentava la bruttezza della vita in fabbrica e riceveva un’impronta mentale permanente delle difficoltà che era in agguato per trovare bambini poveri nella capitale. Ha dichiarato Frankie Kubicki, curatore senior del Charles Dickens Museum a The Guardian, che ha proseguito dicendo che “Nei suoi lavori successivi, la fabbrica dell’oscuramento appare grande, non solo come sfondo significativo per David Copperfield, ma come forza trainante dietro la creazione di sfortunate bambine vittime nelle sue storie, come l’amatissimo personaggio Oliver Twist.

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Frankie Kubicki ha aggiunto che andare in quella fabbrica per Charles Dickens ha significato se non la completa rottura, un forte danneggiamento del suo rapporto con i genitori, che si è trascinato per il resto della sua vita. I continui problemi finanziari del padre non hanno facilitato la situazione, ma piuttosto hanno ingrandito questo vuoto. “Gli oggetti che mostriamo rendono l’esperienza palpabile e ci permettono di vedere gli effetti dannosi della povertà sulla vita di un bambino e su una famiglia unita”. Ha concluso Kubicki.

L’esposizione sarà disponibile al pubblico dal 25 agosto al 21 gennaio 2024.

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