Come gestire la plastica? Le potenze mondiali litigano su chi dovrebbe pagare

Gestire la plastica è una priorità assoluta che fatica a trovare soluzione. Chi deve finanziare i progetti che dovrebbero portare al suo debellamento dalla faccia della Terra?

La crisi dell’inquinamento da plastica è diventata una priorità globale, con i paesi che si trovano di fronte a una domanda cruciale: chi dovrebbe finanziare gli sforzi per affrontarla? Durante un recente round di negoziati su un trattato sulla plastica a Ottawa, questo interrogativo è emerso come uno dei punti chiave di discussione.

La necessità di fondi è evidente. Sia che si tratti di ripulire le spiagge soffocate dai rifiuti o di sostituire i prodotti di plastica con alternative più ecologiche, i costi sono enormi. Come si legge su Reuters, secondo stime del Programma ambientale delle Nazioni Unite, entro il 2040 saranno necessari circa 1,64 trilioni di dollari per promuovere politiche efficaci e implementare sistemi per ridurre l’inquinamento plastico. Tuttavia, la produzione di plastica è destinata a triplicare entro il 2060, rendendo l’urgente necessità di finanziamenti ancora più evidente. Oltre ad apparire uno dei più grandi paradossi di sempre.

Data la quantità di plastica generata, nessuno può permettersi di pagarla”, ha affermato a Reuters Froilan Grate, direttore per l’area Asia-Pacifico della Global Alliance for Incinerator Alternatives.

Divergenze significative su chi deve gestire la plastica

La questione fondamentale è chi dovrebbe sostenere finanziariamente questi sforzi? Qui sorgono divergenze significative tra i paesi. Le nazioni ricche tendono a favoreggiare il canale dei finanziamenti attraverso il Global Environment Facility (GEF) delle Nazioni Unite, che ha già stanziato circa 25 miliardi di dollari per progetti ambientali correlati. Tuttavia, i paesi in via di sviluppo esprimono cautela riguardo a questa struttura, sostenendo che i fondi sono difficili da ottenere e potrebbero essere dirottati verso altre priorità ambientali.

Come gestire la plastica
Come gestire la plastica-Credit:Ig@gef_global_environment-fuorionline.com

I meccanismi di finanziamento per altri accordi ambientali multilaterali non funzionano per noi”, ha affermato Sivendra Michael, capo negoziatore delle Fiji a Ottawa. “Dobbiamo progettare un pacchetto finanziario globale che sia nuovo e disponga di finanziamenti adeguati, prevedibili, sostenibili e a lungo termine.”

Inoltre, i paesi non sono concordi su chi dovrebbe effettivamente sostenere i costi. Mentre gli Stati Uniti e l’Unione Europea suggeriscono che istituzioni finanziarie e settore privato dovrebbero contribuire al finanziamento del trattato, l’Arabia Saudita e la Cina, tra i principali produttori di plastica, insistono affinché anche i tradizionali paesi donatori del GEF partecipino al pagamento. Chi sono? Oltre all‘Italia, anche Australia, Canada, Germania, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Svezia, Svizzera, Regno Unito, Stati Uniti d’America e la regione Vallonia (Belgio).

Serve un impegno globale

La discussione si amplia oltre la mera questione di chi pagherà, spostandosi verso modalità innovative per generare finanziamenti. Proposte come l’imposizione di tasse ai produttori di plastica o la creazione di un sistema di “responsabilità estesa del produttore” per incentivare il riciclaggio e il riutilizzo sono state avanzate come possibili soluzioni. Tuttavia, anche queste proposte non sono prive di controversie, con alcuni gruppi ambientalisti che sollevano preoccupazioni riguardo alla supervisione e alla responsabilità.

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La lotta contro l’inquinamento da plastica richiede un impegno finanziario globale e coordinato. È essenziale trovare un equilibrio tra i contributi dei diversi attori, garantendo al contempo che i fondi siano utilizzati in modo efficace ed equo. Solo attraverso un’azione concertata e un sostegno finanziario adeguato sarà possibile affrontare questa crescente minaccia ambientale in modo significativo e duraturo.

Di sicuro i maggiori responsabili di questa catastrove ambientale sono i paedi ricchi e spesso le conseguenze ricadono sui paesi poveri, che si trovano a dover gestire una mole abnorme di rifiuti di plastica.

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