L’influenza aviaria si sta diffondendo nelle mucche americane, la colpa è (anche) degli allevamenti intensivi | I sintomi nell’uomo

L’influenza aviaria è una malattia virale altamente contagiosa che colpisce gli uccelli, in particolare le specie avicole come polli, tacchini e anatre.

Un’analisi dei dati genomici ha svelato un’allerta silenziosa che si sta diffondendo tra le mucche americane: un ceppo altamente patogeno di influenza aviaria è stato individuato nel bestiame, si presume a causa di una diffusione prolungata e non rilevata del virus. Secondo i ricercatori, l’epidemia potrebbe essere iniziata quando il virus ha fatto il salto da uccelli infetti alle mucche, presumibilmente tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio.

I dati genomici, resi disponibili dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), sono stati rapidamente analizzati, rivelando una situazione preoccupante. Tuttavia, gli scienziati hanno espresso frustrazione per il ritardo nel rilascio dei dati critici, essenziali per comprendere l’origine e l’evoluzione dell’epidemia.

L’ influenza aviaria nelle mucche

La velocità di raccolta e analisi dei dati è fondamentale per affrontare le epidemie di agenti patogeni respiratori, che potrebbero potenzialmente sfociare in pandemie. Anche se al momento non sembra che il virus possa diffondersi tra le persone, è cruciale mantenere un atteggiamento vigile, affermano gli esperti.

L’epidemia è stata annunciata dalle autorità federali il 25 marzo 2024, confermando l’infezione in 34 allevamenti da latte in nove stati. L’USDA ha successivamente pubblicato ulteriori dati di sequenziamento, rivelando informazioni cruciali sull’evoluzione del virus. L’analisi genomica suggerisce che l’epidemia ha avuto origine da un singolo salto da uccelli selvatici a mucche, avvenuto probabilmente a dicembre o all’inizio di gennaio.

La diversità genetica del virus tra le mucche indica un’evoluzione avvenuta nel corso di diversi mesi. Le mutazioni osservate nella proteina virale suggeriscono un possibile adattamento alla diffusione nei mammiferi, sollevando preoccupazioni riguardo alla sua trasmissione.

Inoltre, i dati indicano trasmissioni occasionali del virus dalle mucche ad altri animali, come uccelli e gatti, sottolineando la complessità di questa epidemia multi-ospite.

In corso ulteriori indagini

Rimangono molte domande aperte a causa di lacune nei dati, come la mancanza di informazioni precise sulla data e la località di raccolta dei campioni. Questi dettagli sono essenziali per comprendere la dinamica della diffusione del virus e per proteggere sia il bestiame che i lavoratori degli allevamenti.

Come si legge su Nature, gli scienziati stanno attivamente cercando di colmare queste lacune, utilizzando indagini online e analizzando ulteriori metadati scoperti. È necessario effettuare più tamponi su bovini e uccelli selvatici per ottenere una visione più chiara dell’epidemia e per risolvere l’enigma delle mutazioni virali osservate nei bovini ma non negli esseri umani.

Infine, l’USDA si è impegnata a pubblicare rapidamente ulteriori informazioni epidemiologiche rilevanti e a rendere disponibili i dati grezzi in modo continuativo, al fine di sostenere gli sforzi di monitoraggio e controllo dell’epidemia.

L’epidemia di influenza aviaria nel bestiame americano è una sfida complessa che richiede una risposta rapida e coordinata da parte delle autorità sanitarie e dei ricercatori per mitigare i rischi per la salute pubblica e proteggere l’industria agricola.

influenza aviaria
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Sintomi nell’uomo

La trasmissione diretta dall’uccello all’uomo è relativamente rara. Tuttavia, quando avviene, può causare gravi malattie respiratorie e, in alcuni casi, persino la morte. La maggior parte dei casi di trasmissione dell’influenza aviaria agli esseri umani è stata associata al contatto diretto con uccelli infetti o con superfici contaminate dalle loro feci, saliva o secrezioni respiratorie. Ad esempio, persone che lavorano in allevamenti avicoli o mercati di uccelli vivi hanno un rischio maggiore di esposizione al virus dell’influenza aviaria.

L’influenza aviaria può manifestarsi con una vasta gamma di sintomi, che possono variare in gravità a seconda del ceppo virale e della salute generale dell’individuo colpito. Nei casi più lievi, i sintomi possono somigliare a quelli dell’influenza stagionale comune, mentre nei casi più gravi possono verificarsi complicazioni potenzialmente fatali.

Ecco alcuni dei sintomi tipici dell’influenza aviaria:

  1. Febbre improvvisa e alta: La febbre è uno dei sintomi più comuni dell’influenza aviaria. La temperatura corporea può salire improvvisamente e raggiungere livelli elevati.
  2. Tosse: La tosse è un altro sintomo comune, che può essere secca o produttiva (con produzione di muco).
  3. Mal di gola: La gola può essere irritata e dolorante, causando disagio durante la deglutizione.
  4. Mal di testa: Il mal di testa è un sintomo comune dell’influenza aviaria e può variare da lieve a grave.
  5. Affaticamento e debolezza: La sensazione di stanchezza e debolezza può essere pronunciata durante l’influenza aviaria, limitando la capacità di svolgere le normali attività quotidiane.
  6. Dolori muscolari e articolari: I dolori muscolari e articolari sono sintomi comuni che possono accompagnare l’influenza aviaria, causando disagio e rigidità.
  7. Congestione nasale: La congestione nasale e il naso che cola possono verificarsi durante l’influenza aviaria, rendendo la respirazione difficile attraverso il naso.
  8. Brividi e sudorazione: Brividi improvvisi seguiti da sudorazione possono verificarsi durante l’influenza aviaria, a causa dell’interazione del corpo con la febbre.

Nei casi più gravi di influenza aviaria, possono verificarsi anche sintomi aggiuntivi, come difficoltà respiratoria, respiro affannoso, dolore toracico, vomito persistente e diarrea. In alcuni casi, l’infezione può portare a complicazioni gravi come polmonite, insufficienza respiratoria, insufficienza multiorgano e, in casi estremi, alla morte. È importante consultare immediatamente un medico se si sospetta di essere affetti da influenza aviaria, specialmente se si manifestano sintomi gravi o persistenti.

Allevamenti intensivi da rivedere?

Purtroppo, gli allevamenti intensivi rappresentano un terreno fertile per la diffusione di virus come l’influenza aviaria, poiché in questi contesti molti animali, geneticamente simili, sono confinati in spazi ristretti e vivono a stretto contatto. Questo ambiente favorisce la trasmissione degli agenti patogeni, come appunto il virus A/H5N1, noto come influenza aviaria.

Le recenti notizie provenienti dagli Stati Uniti confermano questa preoccupazione. La prima segnalazione di infezione è stata registrata il mese scorso nel Minnesota, dove una capra è risultata infetta dopo essere entrata in contatto con polli malati. Successivamente, sono emersi altri casi di contagio in allevamenti di bovini, inizialmente in Texas e Kansas, seguiti da segnalazioni in Michigan, Idaho e New Mexico.

Ancora più inquietante è il recente caso di contagio umano segnalato in un allevamento di bovini negli Stati Uniti. Un operatore agricolo è stato colpito da una congiuntivite acuta a causa del contatto con animali infetti. Questo evento sottolinea il pericolo non solo per la salute animale, ma anche per quella umana, nei contesti di allevamento intensivo.

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La trasmissione di malattie zoonotiche come l’influenza aviaria dai animali agli esseri umani è un motivo di seria preoccupazione per la sanità pubblica. È essenziale adottare misure preventive rigorose negli allevamenti intensivi per limitare la diffusione di tali agenti patogeni, ma sarebbe meglio eliminare una volta per tutto questi tipi di allevamenti.

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