David Bowie, quella volta in cui uccise il suo alter ego

David Bowie è stata una figura straordinaria che ha incarnato l’essenza della creatività, della diversità e dell’innovazione nell’arte e nella musica del XX secolo. Descrivere Bowie richiede l’utilizzo di aggettivi come innovativo, eclettico, visionario, audace. Ma non bastano per far apparire in maniera chiara e schietta il Duca Bianco agli occhi delle nuove generazioni.

Bowie è stato un pioniere nella sperimentazione musicale e nell’evoluzione del suo stile nel corso della sua carriera. Ha costantemente sfidato gli schemi e ha abbracciato generi diversi, dal glam rock all’elettronica, contribuendo a definire e ridefinire la scena musicale.

Coraggioso e con un sguardo sempre sul futuro

La versatilità artistica della voce di Heroes è evidente nella sua capacità di attraversare e abbracciare, come già accennato una vasta gamma di generi musicali. Aggiungerei l’hard rock, il soul e anche il pop. La sua musica ha attraversato confini culturali, attirando un pubblico diversificato.

David Bowie però non si limitava solo alla musica; era soprattutto un visionario nel campo della moda e dell’arte visiva. Ha creato personaggi iconici e look che sono diventati simboli della cultura popolare. La sua immagine androgina e la sua capacità di anticipare le tendenze hanno fatto di lui un trendsetter senza pari. La sua caratteristica principale risiede nel fatto che ha sempre abbracciato il nuovo e l’inaspettato.

La sua audacia si riflette nella sua musica avanguardista, nei testi provocatori e nelle performance teatrali sul palco. Ha affrontato temi sociali e culturali con coraggio, spingendo i confini della creatività e dell’espressione artistica. Con una mente acuta e curiosa, Bowie era un vero intellettuale. Ha tratto ispirazione da una vasta gamma di fonti, dalla letteratura alla filosofia, dalla pittura al cinema, creando un corpus artistico ricco e profondo che va oltre la musica stessa.

David Bowie alter ego
David Bowie alter ego – Credit: IG@davidbowie – fuorionline.com

L’alter ego di David Bowie

La sua presenza scenica carismatica ha reso le sue performance indimenticabili. Bowie ha saputo catturare l’attenzione del pubblico con la sua voce magnetica, il suo sguardo penetrante e la sua capacità di trasformarsi sul palco.

Il 16 giugno 1972 rimane impresso nella memoria come il giorno in cui nacque non solo l’alter ego più celebre di David Bowie, ma anche l’epico LP che lo avrebbe reso immortale: ‘The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars’. Questo capolavoro, con brani iconici come ‘Suffragette City’, ‘Rock ‘n’ Roll Suicide’ e la mitica ‘Starman’, seguì da vicino il predecessore ‘Hunky Dory’, arricchendosi del magnetismo di Ziggy. Questo prototipo di divo rock eccentrico, androgino e gender fluid avrebbe dominato gli anni ’80, lasciando un’impronta indelebile che le nuove generazioni continuano a reinterpretare con entusiasmo.

Ziggy Stardust, con i suoi capelli rosso fuoco, costumi stravaganti e fascino glam, esercitò un’attrazione magnetica sul pubblico, catapultando Bowie verso il successo planetario. La sua schizofrenia, incarnata da Mr. Stardust, divenne l’emblema dell’eccesso, con un’evidente attitudine dandy e la totale negazione della morale dominante. Decadenza e teatralità, due elementi in perfetta sintonia con lo spirito ribelle e anti-borghese diffuso tra i giovani dell’epoca.

Il suo rock & roller di plastica

Dentro Ziggy si celava l’essenza di vari personaggi che avevano stimolato l’immaginazione di David Bowie in cerca di un nuovo e abbagliante look. Il nome trae ispirazione da un sarto londinese, Stardust da Legendary Stardust Cowboy, pioniere rockabilly folle, e Vince Taylor, cantante fallito, resi più affascinanti da un tocco di Marc Bolan e Lou Reed. Nasce così l’idolo delle masse, un Frankenstein di creature preesistenti.

“Quel che ho fatto con il mio Ziggy Stardust è stato un impacchettamento di un cantante rock ‘n’ roll di plastica totalmente credibile, molto meglio di quanto i Monkees avrebbero mai potuto fabbricare. Il mio rock & roller di plastica era molto più plastico di chiunque altro. Ed era ciò che serviva in quel momento” – affermò l’artista.

Chi era Ziggy Stardus

Ziggy Stardust era una rockstar bisessuale proveniente da un altro pianeta, inviato sulla Terra per trasmettere un messaggio di speranza prima dell’apocalisse. Tuttavia, l’eccessiva popolarità lo portò presto alla fine, destinato a soccombere di fronte all’irresistibile attrazione per la fama e la fortuna.

A Londra, all’inizio degli anni ’70, un gruppo di musicisti si ritrovò stanco del denim e degli ideali hippy. Volevano qualcosa di diverso, qualcosa che potesse rappresentare un salto in avanti culturale. Bowie, insieme ad altri artisti pomposi, desiderava entrare in un’epoca post-culturale, creando qualcosa di post-moderno prima che qualcun altro lo facesse.

L’addio al precursore del glam rock

Ziggy incarnava il cambiamento volatile; concettualmente era l’effimero della musica e della moda in continua evoluzione, attingendo ispirazione dal Giappone e dall’Espressionismo tedesco. Bowie, con Ziggy, inaugurò il glam rock e spalancò le porte alla sperimentazione visiva e musicale, influenzando una schiera di artisti che spaziano dagli Eurythmics a Lady Gaga ai Depeche Mode.

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Purtroppo, proprio come era emerso, Ziggy scomparve. Dopo un’esplosione di popolarità grazie a un’apparizione memorabile su Top of the Pops, Bowie annunciò l’addio al suo personaggio durante uno spettacolo all’Hammersmith Odeon di Londra il 3 luglio 1973. Un anno sulla terra, ma per sempre nei nostri cuori. La sua breve ma intensa esistenza ha segnato un’era e continua a ispirare nuove generazioni.

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