Friedrich Schiller, cosa scrisse e come ha inteso il gioco e la poesia

Friedrich Schiller è stato un poeta, drammaturgo, filosofo e storico tedesco del XVIII secolo. Nato il 10 novembre 1759 a Marbach am Neckar, Schiller è noto per le sue opere classiche e per il suo coinvolgimento nella Sturm und Drang (“Tempesta e impeto”), un movimento letterario e culturale che enfatizzava l’espressione individuale e l’emozione.

Le opere più celebri di Schiller includono la tragedia “Die Räuber” (“I briganti”), “Kabale und Liebe” (“Amore e intrighi”) e “Don Karlos”. Una delle sue opere più famose è “Wilhelm Tell”, un dramma che tratta la storia del patriota svizzero Guglielmo Tell.

Inno alla gioia

Friedrich Schiller scrisse l’Inno alla Gioia (An die Freude) che rappresenta un inno alla speranza, all’unità e alla fratellanza. Durante l’estate del 1785, Schiller plasmò questa straordinaria ode e la presentò al mondo l’anno successivo attraverso le pagine della rivista Thalia.

Questa epica celebrazione dell’umanità e dei valori condivisi ha resistito alla prova del tempo, subendo solo leggere modifiche quando l’autore decise di rivederla nel 1808. In questa revisione, il poeta apportò alcune modifiche, alterando due versi della prima strofa e omittendo l’ultima, donando così un nuovo respiro e una nuova vita all’opera.

La sua influenza, tuttavia, raggiunse l’apice quando il grande compositore Ludwig van Beethoven decise di adottare questo inno senza tempo come testo per la parte corale del quarto e ultimo movimento della sua monumentale Nona Sinfonia. Beethoven, con la sua genialità, non si limitò a utilizzare il testo di Schiller, ma selezionò saggiamente alcuni brani e scrisse di suo pugno un’introduzione che avrebbe amplificato la portata emozionale e spirituale dell’intera composizione.

Il risultato di questa fusione tra la maestria poetica di Schiller e la genialità musicale di Beethoven è un’opera che va ben oltre i confini della sua epoca. L’Inno alla Gioia, con la sua melodia inconfondibile e la profondità delle sue parole, ha superato i confini nazionali e si è trasformato in un inno universale alla libertà, alla fratellanza e alla gioia di vivere.

Friedrich Schiller sulla poesia ingenua e sentimentale

Schiller è anche noto per i suoi scritti filosofici, in particolare per il saggio “Über die ästhetische Erziehung des Menschen” (“Sull’educazione estetica dell’uomo”), in cui esplora le idee sulla formazione estetica e sull’importanza dell’arte nella vita umana.

Nell’opera “Sulla poesia ingenua e sentimentale” (“Über naive und sentimentalische Dichtung”), Friedrich Schiller esplora la distinzione tra due tipi di poesia: la poesia ingenua e la poesia sentimentale. Questa opera fu scritta nel 1795-1796, un periodo in cui il poeta stava riflettendo sulla natura dell’arte e dell’estetica.

La poesia “ingenua” si riferisce a un’arte spontanea, non influenzata da regole e convenzioni esterne. È espressione diretta e sincera della creatività, spesso associata a uno stato di innocenza e semplicità. D’altra parte, la poesia “sentimentale” è più riflessiva e consapevole, influenzata da una profonda coscienza di sé e delle regole artistiche. Schiller sosteneva che entrambe le forme di poesia avevano il loro valore, ma aveva una predilezione per la poesia ingenua, considerandola più pura e autentica.

Nell’opera, Schiller discute anche dell’evoluzione dell’artista da uno stato ingenuo a uno sentimentale. Egli crede che l’artista ingenuo, sebbene privo di consapevolezza critica, esprima un’autenticità che può essere persa quando l’artista diventa più consapevole e riflessivo. Tuttavia, Schiller non nega l’importanza della maturità artistica e cerca una sintesi tra l’ingenuità e la sentimentalità.

Cos’è il gioco per Schiller

Le “Lettere sull’educazione estetica dell’uomo” (“Über die ästhetische Erziehung des Menschen”) di Friedrich Schiller, scritte nel 1794-1795, rappresentano un’importante trattato filosofico in cui Schiller esplora l’importanza dell’estetica nell’educazione umana. Nelle sue lettere, Schiller discute del concetto di gioco come uno strumento per raggiungere l’equilibrio armonico tra le due facoltà umane fondamentali: il sensibile (Sinnlich) e il sovrasensibile (Übersinnlich).

Schiller afferma che il gioco è una forma di attività che coinvolge liberamente la creatività e l’espressione spontanea, senza essere limitato da scopi esterni o interessi egoistici. Nel gioco, gli individui possono sperimentare un senso di libertà e armonia che li aiuta a superare le limitazioni della vita quotidiana. Il gioco, per Schiller, è considerato come un’attività fine a se stessa, dove le persone possono esprimere liberamente la loro natura umana senza restrizioni. Attraverso il gioco, le persone possono coltivare la loro natura estetica, raggiungendo un equilibrio armonico che contribuisce al loro sviluppo come esseri umani integrali.

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In generale, l’opera riflette le idee di Schiller sulla libertà creativa e sull’armonia tra ragione e sensibilità nell’arte. Friedrich Schiller morì il 9 maggio 1805 a Weimar, in Germania. La sua eredità culturale è significativa, e le sue opere continuano a essere studiate e apprezzate per la loro profondità e ricchezza.

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