Cos’è la sesta estinzione di massa? Elizabeth Kolbert torna a chiarirlo e chiede: “Siamo davvero “sapiens”?

Elizabeth Kolbert è una giornalista e autrice statunitense nota soprattutto per il suo lavoro nell’ambito della divulgazione scientifica e ambientale. È diventata particolarmente famosa per il suo libro “The Sixth Extinction: An Unnatural History” (“La sesta estinzione: una storia innaturale”), pubblicato nel 2014, che ha vinto il Premio Pulitzer per la saggistica generale nel 2015.

Kolbert è stata a lungo una giornalista per il The New Yorker, dove ha scritto molti articoli sulla sostenibilità ambientale, il cambiamento climatico e l’impatto dell’attività umana sulla natura. Ha una profonda comprensione dei complessi problemi ambientali che affrontiamo oggi e ha il talento di comunicare queste questioni in modo accessibile al pubblico più ampio possibile.

E’ un evento in corso

“La sesta estinzione: una storia innaturale” recentemente ha avuto un restyling, continuando a catalizzare l’attenzione del pubblico internazionale verso le sfide ambientali che stiamo affrontando. In un articolo pubblicato sul Corriere della Sera, Kolbert sottolinea l’importanza di questo aggiornamento, evidenziando come la nostra specie stia attualmente sperimentando un periodo di crisi senza precedenti.

La sesta estinzione di massa è un evento in corso caratterizzato dalla rapida perdita di biodiversità su scala globale, causata principalmente dall’attività umana. Questo termine è stato reso popolare proprio da Elizabeth Kolbert.

Le cinque estinzioni di massa precedenti si sono verificate nel corso della storia della Terra a causa di eventi catastrofici come impatti asteroidali, eruzioni vulcaniche massive e cambiamenti climatici estremi. Tali eventi hanno portato all’estinzione di numerose specie in un breve periodo di tempo geologico.

La sesta estinzione di massa è un fenomeno diverso perché è causato principalmente dalle attività umane, come la deforestazione, l’inquinamento, la caccia eccessiva, l’introduzione di specie invasive e, soprattutto, il cambiamento climatico dovuto alle emissioni di gas serra. Questi fattori stanno accelerando il tasso di estinzione delle specie animali e vegetali a livelli senza precedenti.

La sesta estinzione di massa rappresenta quindi una minaccia significativa per la biodiversità del pianeta e ha implicazioni profonde per gli ecosistemi globali e per la sopravvivenza stessa dell’umanità. È un argomento di grande preoccupazione per la comunità scientifica e per chiunque si interessi alla conservazione dell’ambiente e alla sostenibilità del pianeta.

Il sito di Gubbio

Elizabeth Kolbert sottolinea che, mentre i dinosauri erano il gruppo dominante prima della loro estinzione, la nostra specie, sebbene possa sembrare resiliente, non è immune agli impatti devastanti del cambiamento climatico.

L’Italia, come viene sottolineato nel Corriere della Sera ha un certo collegamento con l’argomento, facendo riferimento al sito di Gubbio, cruciale per la comprensione dell’estinzione dei dinosauri, che Kolbert ha visitato personalmente e discusso ampiamente nel suo libro. Tuttavia, Kolbert sottolinea che, a differenza delle estinzioni passate, la sesta è un fenomeno in diretta, con poche prove fossili per guidare la nostra comprensione. Ci troviamo ancora nelle fasi iniziali, ma, fa sapere l’esperta, c’è ancora la possibilità di fermarla.

La scrittrice solleva una domanda fondamentale: stiamo per condividere il destino delle specie precedenti che hanno subito l’estinzione, o saremo in grado di cambiare corso e preservare la ricchezza della vita sulla Terra? La sua opera continua a fornire una voce autorevole e urgente nel dibattito pubblico sul cambiamento climatico e la conservazione della biodiversità.

Elizabeth Kolbert: la nostra corsa contro il tempo per salvare la biodiversità

Nell’ultimo decennio, la consapevolezza dell’impatto umano sul pianeta è cresciuta in modo esponenziale. Cosa è cambiato dall’uscita del libro “La Sesta Estinzione”? Elizabeth Kolbert, la mente dietro questo saggio che ha scosso le coscienze, ci offre un’analisi diretta e spietata: “Quando l’ho scritto, ero preoccupata che alcuni potessero respingerlo come un’esagerazione. Ora non più: i dati oggettivi sono terribili. Il nostro impatto sul pianeta è diventato significativamente più vasto, con eventi climatici estremi che sconvolgono la Terra ovunque, e tutto sembra accelerare”.

Nel suo libro aggiornato, Elizabeth Kolbert dedica molte pagine alla crisi degli insetti impollinatori, la cui vulnerabilità preoccupa particolarmente l’autrice.

Ogni estinzione di massa è unica, ci tiene a sottolineare Kolbert. “Quello che sta accadendo ora riguarda la biodiversità che abbiamo intorno a noi adesso. Ma di sicuro sarebbe diversa perché causata da una sola creatura, la nostra. Non credo che ci siano altre estinzioni di massa causate da una singola altra specie.” La nostra corsa contro il tempo per salvare la biodiversità continua, ma il tempo stringe, e le sfide che dobbiamo affrontare sono sempre più pressanti.

Elizabeth Kolbert estinzione di massa
Elizabeth Kolbert estinzione di massa-fuorionline,com

Riflessioni sulla sopravvivenza nell’era dell’Antropocene

Le lezioni del passato possono illuminare il nostro presente incerto. Ma come definire noi stessi in questa era di incertezza? Elizabeth Kolbert solleva una domanda fondamentale: “Ci definiamo ‘Sapiens’, ma siamo una specie decisamente giovane, che ha al massimo 300.000 anni, rispetto alla vita media di una specie di 5 milioni. Eppure stiamo già affrontando una possibile estinzione causata da noi. Siamo davvero autorizzati a definirci ‘sapiens’?” La risposta è complessa: “Ovviamente siamo intelligenti. Anzi, questo è il motivo per cui stiamo causando questa situazione. Siamo bravissimi a sviluppare nuovi modi di fare le cose. C’è chi ha evidenziato i potenziali svantaggi della nostra intelligenza, che non garantisce necessariamente la nostra sopravvivenza.”

Kolbert ci mette di fronte alla nostra responsabilità collettiva: “Le persone hanno commesso molti errori fatali. Ora stiamo collettivamente commettendo un enorme, gigantesco, globale, fatale errore.” La nostra intelligenza, paradossalmente, potrebbe essere sia il nostro tratto distintivo che la nostra rovina.

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Sul difficile percorso verso l’accettazione del cambiamento climatico

Perché persiste il “negazionismo climatico” nonostante le evidenze sempre più schiaccianti? Elizabeth Kolbert ci offre una prospettiva acuta, riflettendo sul fatto che almeno negli Stati Uniti,i mezzi di sussistenza e le azioni di molte persone dipendono dal bruciare combustibili fossili, dall’estrarre combustibili fossili. La dipendenza da queste fonti energetiche rende difficile accettare la realtà del cambiamento climatico causato dall’azione umana.

Elizabeth Kolbert riflette anche sulla propria responsabilità: “Siamo tutti là fuori a bruciare petrolio, carbone e gas. Questo deve finire. Ma è difficile vivere nel mondo moderno e non partecipare a questo grande progetto di rovinare l’atmosfera.” La sfida è dunque collettiva e richiede un cambiamento radicale delle nostre abitudini e delle nostre politiche energetiche.

Ma c’è un’altra idea potente che emerge nel libro di Kolbert: il concetto di “cambiamento”. Accettare questo cambiamento richiede un profondo adattamento mentale e una volontà collettiva di agire in modo responsabile per mitigare gli impatti del cambiamento climatico e preservare il nostro pianeta per le generazioni future.

Un grido d’allarme per gli oceani e il clima

Elizabeth Kolbert, nel suo sconvolgente viaggio attraverso le sfide ambientali, ha trovato un aspetto particolarmente inquietante: “Una cosa terribilmente spaventosa, che non credo che la gente abbia davvero capito, è ciò che stiamo facendo agli oceani.” Kolbert denuncia la distruzione in corso degli oceani, fondamentali per la vita sul pianeta e per la nostra stessa sopravvivenza: “Li stiamo distruggendo, benché siano di fondamentale importanza per la vita sul pianeta, compreso essere la fonte del nostro ossigeno. Stiamo potenzialmente sconvolgendo la loro capacità di funzionare.”

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Ma il problema non si limita alla barriera corallina, anche se questa è al centro dell’attenzione. È un grido d’allarme che richiama l’attenzione sulla necessità urgente di proteggere e preservare gli oceani per il bene del pianeta e delle generazioni future.

Quanto al limite di incremento di temperatura fissato dall’Accordo di Parigi, Elizabeth Kolbert è chiara: “Nessuno ci crede più. Nessuno che abbia guardato i dati.”

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