Gli oceani blu? Non più: ecco perché il nuovo colore preoccupa gli scienziati

Gli oceani blu, devono essere blu, nonostante le loro “50 sfumature” di verde, azzurro, viola se visti al tramonto. Tuttavia, da giorni si sta avvertendo un sensibile cambiamento di tonalità, anzi di colore, che non preannuncia niente di buono.

La Natura intorno a noi sta cambiando

Lo stiamo leggendo su molti giornali: gli oceani stanno cambiando il loro colore. Ma cosa significa? Innanzitutto, il cambiamento è avvenuto nell’arco degli ultimi 20 anni, ma solo oggi è realmente percepibile.

Oceani blu – fuorionline.com

Gli scienziati del Mit e del National Oceanography Center nel Regno Unito hanno associato la novità al cambiamento climatico, anche se per averne una conferma al 100% bisogna attendere successivi approfondimenti. Sarebbe troppo riduttivo e semplicistico però, annoverare la trasmutazione alla semplice variabilità naturale.

Noi non ce ne accorgiamo in maniera diretta, ma mentre viviamo la nostra vita, la natura intorno a noi sta cambiando: ogni tanto ci dà uno scossone certo, ma ci sono piccoli cambiamenti che avvengono in sottofondo che non sfuggono agli occhi degli esperti.

Gli oceani ricoprono il 71% della superficie terrestre, ovvero 360.700.000 km², quindi, si tratta della parte più grande della casa in cui viviamo. Ebbene, secondo gli scienziati inglesi oltre il 56% di essi hanno mostrato che stanno modificando il loro colore. Nello specifico ciò sta avvenendo nelle zone tropicali, vicino all’Equatore. Ma qual è il colore che sta prendendo il sopravvento sul blu? È il verde.

Oceani blu? Se cambiano è un campanellino d’allarme

Il colore degli oceani sta cambiando: è un campanellino d’allarme perché nasconde in realtà dinamiche che ai più non sono conosciute. All’ interno degli oceani, infatti, esistono degli ecosistemi e la modifica del suo colore superficiale, indica dei cambiamenti degli organismi e dei materiali che li compongono.

Oceani blu – fuorionline.com

“Ho eseguito simulazioni che mi hanno detto per anni che questi cambiamenti nel colore dell’oceano si verificheranno”, fa sapere la coautrice dello studio Stephanie Dutkiewicz, ricercatrice senior presso il Dipartimento di Scienze della Terra, Atmosferiche e Planetarie del MIT e il Centro per la Scienza del cambiamento globale. “Questo studio fornisce ulteriori prove di come le attività umane stiano influenzando la vita sulla Terra su un’enorme estensione spaziale”, fa sapere B. B. Cael del National Oceanography Center di Southampton, nel Regno Unito. “E’ un altro modo in cui gli esseri umani stanno influenzando la biosfera”. Tra i coautori dello studio anche Stephanie Henson del National Oceanography Center, Kelsey Bisson dell’Oregon State University ed Emmanuel Boss dell’Università del Maine.

I ricercatori evidenziano che il colore dell’oceano è il risultato di ciò che si trova nei suoi strati superiori. Ma qual è la differenza sostanziale tra un oceano blu e un oceano verde? L’oceano blu indica che al suo interno c’è pochissima vita, l’oceano verde invece riflette la presenza di ecosistemi, per la maggior parte costituiti da fitoplancton, microbi simili a piante che stanno sempre di più aumentando nell’oceano superiore e che contengono per l’appunto il pigmento verde clorofilla. Il pigmento serve al plancton per raccogliere la luce solare, che usa a sua volta per catturare l’anidride carbonica dall’atmosfera e convertirla in zuccheri.

Aspettando gennaio 2024

Questo avrà delle conseguenze perché andrà ad impattare sulla biodiversità oceanica, ma anche sulla pesca, ma soprattutto cosa più importante sul ruolo che ha l’oceano come “immagazzinatore” di CO2. Gli oceani, infatti, ci aiutano a contrastare l’effetto serra che è la causa principale del surriscaldamento globale. “I nostri risultati potrebbero quindi essere rilevanti per la conservazione e la governance degli oceani” Hanno aggiunto gli studiosi.

Oceani blu – fuorionline

Le prossime azioni da parte degli scienziati si concentreranno in uno studio più approfondito, che ha anche le sembianze di una vera e propria sfida, ossia quella di utilizzare un satellite della Nasa con una misurazione più uniforme utile per capire se effettivamente i cambiamenti climatici stiano influenzando gli oceani.

LEGGI ANCHE —————————————————-> Antropocene, ecco da dove inizia. Arriva la scoperta degli scienziati

La prima missione avverrà a gennaio 2024 con il lancio del primo satellite. Esso avrà il compito di utilizzare immagini “iperspettrali” per studiare il colore degli oceani, usufruendo della possibilità di osservare un numero maggiore di lunghezze d’onda rispetto a qualsiasi altro satellite usato in passato.

Condividi su

Lascia un commento