Gli alberi comunicano tra di loro? Acceso dibattito tra gli scienziati:”Non ci sono prove sufficienti” | Simard ribatte: “non volete un cambio di paradigma”

Se l’uomo ha bisogno di provare empatia per donare amore, alcuni scienziati starebbero giocando un brutto scherzo agli alberi delle foreste. Molti hanno letto “L’albero madre” di Suzanne Simard, in cui la scienziata canadese, ecologa forestale dellUniversità della British Columbia, illustra come nella foresta sussista una sorta di rete sotterranea caratterizzata da funghi e radici che mette in collegamento tra di loro gli alberi. Una sorta di internet delle piante, chiamata Wood Wide Web.

La teoria del Wood Wide Web suggerisce infatti che gli alberi comunicano tra di loro oltre a cooperare, inviando risorse e segnali di allarme. Questa idea ha ottenuto grande attenzione e popolarità, influenzando anche raccomandazioni sulla gestione delle foreste e ispirando diversi settori, dalla filosofia, alla letteratura fino alla musica elettronica.

Le foreste come comunità cooperanti

A quanto pare l’eccessivo romanticismo che avvolge questa sorta di web della natura deve finire, come ci informa un articolo pubblicato sulla rivista Nature. Davvero gli alberi comunicano tra di loro? E’ scoppiata una controversia all’interno della comunità scientifica riguardante le teorie sull’interconnessione degli alberi nelle foreste, in particolare riguardo proprio alla popolare teoria del “Wood Wide Web”, proposta da Suzanne Simard.

Sono stati alcuni ecologisti, inclusi Jason Hoeksema, Melanie Jones e Justine Karst, a sollevare dubbi sulle basi scientifiche della teoria di Simard. Questi ricercatori ritengono che le descrizioni della cooperazione degli alberi siano sopravvalutate e che alcune comunicazioni pubbliche della scienziata sono intrise di incertezze e disconnesse dalle prove scientifiche.

La critica principale riguarda il modo in cui Simard ha rappresentato le foreste come comunità cooperanti senza fornire sufficienti prove scientifiche a supporto di quest’affermazione. Questo ha portato a una serie di revisioni e articoli che mettono in dubbio la credibilità scientifica delle idee delle idee della scienziata canadese e avvertono un’ eccessiva umanizzazione delle piante.

Necessità di una valutazione critica delle affermazioni scientifiche

Simard, dal canto suo, difende la sua teoria, sostenendo che gli alberi cooperano attraverso reti fungine sotterranee e accusa i critici di essere troppo riduzionisti. Tuttavia, la disputa solleva importanti questioni su come le idee scientifiche vengano comunicate al pubblico e quali siano le responsabilità degli scienziati in questo processo.

Il libro di Simard, “L’albero madre”, ha contribuito a diffondere le sue idee e ha avuto un impatto significativo sulla cultura popolare: è rassicurante oltre che affasciannte sapere che gli alberi abbiano una sorta di “anima”, che gli alberi comunicano tra di loro, ma la controversia evidenzia la necessità di una valutazione critica delle affermazioni scientifiche prima di accettarle acriticamente.

Gli autori della revisione evidenziano che, sebbene ci siano studi di laboratorio che dimostrano la possibilità di una rete micorrizica comune (NMC) tra piante di diverse specie, questi studi devono essere interpretati con cautela. Paragonano la situazione a come le cellule umane coltivate in laboratorio si confrontano con i corpi umani, sottolineando che gli studi di laboratorio potrebbero non riflettere pienamente ciò che accade in un ambiente forestale naturale.

gli alberi comunicano tra loro
gli alberi comunicano tra di loro – fuorionline.com

DNA per mappare le reti di funghi

Uno degli studi più significativi citati è stato condotto da Kevin Beiler e altri, che ha utilizzato tecniche del DNA per mappare le reti di funghi geneticamente distinti in foreste secolari. Tuttavia, c’è un dibattito su quanto sia rappresentativo questo studio, poiché è stato condotto solo su due specie di alberi e potrebbe non essere sufficientemente generalizzabile.

Inoltre, gli autori della revisione mettono in discussione la seconda parte dell’affermazione riguardante il trasferimento di risorse attraverso la NMC e i benefici per le piante. Sebbene ci siano alcuni studi di laboratorio che hanno osservato direttamente il movimento di carbonio tra le piante attraverso i collegamenti micorrizici, è difficile estendere queste conclusioni agli ambienti naturali delle foreste.

Infatti, gli studi sul campo spesso trovano spiegazioni alternative per il trasferimento di carbonio, e la revisione evidenzia che per ogni trasferimento osservato c’è una spiegazione alternativa su come il carbonio si sia spostato. Anche gli esperimenti che valutano se le piante crescono meglio vicino agli alberi adulti sono soggetti a interpretazioni contrastanti, con alcuni studi che riportano benefici e altri che riportano inibizioni della crescita.

Infine, riguardo alla terza affermazione sulla comunicazione preferenziale degli alberi maturi con la prole attraverso la NMC, gli autori della revisione notano una mancanza di prove da studi sul campo pubblicati e sottoposti a revisione paritaria. Anche se ci sono alcuni risultati da studi di laboratorio, la loro generalizzabilità agli ambienti naturali delle foreste rimane incerta. Gli alberi comunicano tra di loro, non solo, ma hanno anche dei legami di parentela a cui danno conto.

Il riconoscimento dei parenti

Nature evidenzia una discrepanza tra ciò che è stato descritto nei media e nel libro di Suzanne Simard e ciò che è stato effettivamente scoperto dagli studi condotti sul campo. Justine Karst, una delle autrici della revisione, sostiene che Simard abbia lasciato intendere che le scoperte fatte in esperimenti di laboratorio fossero state effettuate anche nella foresta, rendendo le prove sembrare più forti di quanto fossero in realtà.

Karst cita un esempio specifico dal libro di Simard che descrive un esperimento condotto dalla studentessa Amanda Asay su un sito forestale nel 2012. Asay ha bloccato le connessioni micorriziche tra le piantine di controllo piantandole in sacchetti di rete con pori troppo piccoli per consentire il passaggio dei funghi. Tuttavia, quando gli autori della revisione hanno esaminato la tesi di master di Asay, hanno scoperto che i risultati ottenuti nel campo contraddicevano ciò che era stato affermato nel libro di Simard. In realtà, le piantine non imparentate sembravano avere maggiori possibilità di sopravvivenza rispetto a quelle imparentate, e non c’era supporto per l’ipotesi che il riconoscimento dei parenti fosse facilitato dalle reti micorriziche.

Questa discrepanza solleva preoccupazioni sulla rappresentazione accurata dei risultati scientifici e sottolinea l’importanza di comunicare in modo chiaro e preciso i risultati della ricerca al pubblico. Simard ha affermato di non aver mai intenzionalmente fornito informazioni fuorvianti riguardo alla sua ricerca, ma la discrepanza tra ciò che è stato descritto e ciò che è stato effettivamente scoperto mette in discussione la trasparenza e l’accuratezza nella comunicazione scientifica.

La reazione di Suzanne Simard

Suzanne Simard risponde alle critiche affermando che Amanda Asay, la studentessa coinvolta nell’esperimento del 2012, ha condotto anche esperimenti in serra per la sua tesi di master. Questi esperimenti hanno coinvolto coppie di piantine di alberi più vecchi e più giovani e hanno dimostrato che le piantine più vecchie riconoscevano i parenti più giovani e inviavano loro più risorse rispetto ai non parenti. Inoltre, Asay e altri membri del team hanno trovato prove che confermano la selezione di parentela negli alberi. Insomma, come si potrebbe negare che gli alberi comunicano tra di loro?

Simard spiega che nella descrizione dei ritrovamenti di Asay nella foresta nel 2012, ha fatto la scelta di collocare altri ritrovamenti come se fossero stati scoperti nella foresta quel giorno. Questa decisione, secondo la scienziata, è stata presa per enfatizzare l’origine della domanda di ricerca e per illustrare l’intero corpo di lavoro sul tema.

Simard sostiene quindi che non ha intenzionalmente fornito informazioni fuorvianti riguardo alla sua ricerca, ma ha cercato di narrare la storia in modo che fosse più rappresentativa dell’intero processo di ricerca e dei suoi risultati. Tuttavia, la discrepanza tra la descrizione nel libro e i risultati effettivi solleva comunque questioni riguardo alla trasparenza e alla precisione nella comunicazione scientifica.

Drammatica e inaspettata interruzione

Esiste anche una tragica svolta: Amanda Asay, coinvolta nei cruciali esperimenti sulla cooperazione delle piante, è scomparsa in un incidente nel 2022. Questa perdita ha interrotto il lavoro del gruppo e ha impedito la pubblicazione dei suoi risultati successivi. Tuttavia, Simard assicura che il gruppo sta lavorando per pubblicare i documenti rimasti in sospeso.

La conclusione degli autori della revisione, Justine Karst, Melanie Jones e Jason Hoeksema, è che le reti micorriziche comuni esistono nel regno vegetale e che le risorse possono viaggiare lungo di esse, portando vantaggi almeno a una parte delle piante coinvolte. Tuttavia, la dimostrazione diretta di queste reti come vitali arterie che trasportano risorse tra gli alberi nella foresta deve ancora essere effettuata sul campo.

Inoltre, non è stato trovato sostegno per l’idea che gli alberi forestali abbiano un comportamento di preferenza per i parenti tramite le reti micorriziche comuni. La revisione ha anche evidenziato il problema dell’uso selettivo di studi da parte di alcuni scienziati, che hanno citato e interpretato i risultati in modo da aumentare la credibilità dell’idea delle reti micorriziche comuni.

Quindi, secondo gli autori della revisione, il principale problema non risiede nella qualità della scienza in sé, ma piuttosto nell’interpretazione e nella trasmissione dei risultati. Questo solleva preoccupazioni sull’accuratezza e l’oggettività nella comunicazione scientifica, sottolineando l’importanza di un’interpretazione rigorosa e trasparente dei dati scientifici.

gli alberi comunicano tra loro
gli alberi comunicano tra di loro – fuorionline.com

Competizione e mutualismo

Jones, afferma che la maggior parte della risposta alla revisione è stata positiva, con molte lettere di ringraziamento per aver affrontato il problema. Tuttavia, è stata sorpresa dal fatto che molti colleghi abbiano considerato il loro lavoro coraggioso, sottolineando che non dovrebbe essere necessario essere coraggiosi per condurre revisioni scientifiche.

Tuttavia, alcuni ricercatori, come Johnson, hanno sollevato obiezioni su alcuni aspetti della revisione. Johnson non è d’accordo con la decisione del team di escludere prove dell’esistenza di reti simili altrove nel regno vegetale, sostenendo che sarebbe stato importante considerare una visione collettiva delle prove. Sebbene concordi con la conclusione che l’idea di una foresta cooperante di Simard sia incompatibile con la teoria evoluzionistica, Johnson sostiene che è logico che esistano reti micorriziche che collegano molti alberi forestali senza implicare comportamenti altruistici.

Piuttosto, sostiene che i funghi agiscano per proteggere gli alberi che sono la loro fonte di energia, attivando segnali di difesa o fornendo cibo per gli alberi bisognosi. Anche Pickles, che ha lavorato con Simard, sostiene che le idee di Simard non siano incompatibili con la competizione, ma enfatizzino piuttosto fenomeni ben noti come il mutualismo.

Altri ecologisti riconoscono che esiste una polarizzazione tra idee cooperative e competitive in ecologia e concordano sull’importanza di considerare che non tutto in natura è guidato esclusivamente dalla competizione.

Gli alberi comunicano tra di loro, lo studio è importante

Simard si dichiara esasperata dal dibattito e difende vigorosamente il suo lavoro. Afferma che il suo contributo ha rivoluzionato la nostra comprensione del funzionamento delle foreste, citando il crescente numero di persone che riconoscono il ruolo delle reti micorriziche nel movimento delle risorse attraverso la foresta.

Lamenta il fatto che la qualità della sua ricerca sia stata messa in discussione in modo ingiusto, specialmente considerando i numerosi articoli scientifici che ha pubblicato. Ritiene che le critiche che invalidano il suo lavoro non siano giustificate e sta rispondendo a tali critiche inviando le sue risposte alle riviste scientifiche interessate.

Inoltre, respinge l’accusa di sostenere che le reti micorriziche comuni siano l’unico mezzo attraverso il quale le risorse possono viaggiare tra gli alberi. Sottolinea di aver riconosciuto anche altri percorsi di scambio di risorse nelle sue pubblicazioni scientifiche e nel suo libro.

Simard spiega che durante le sue apparizioni nei media, è difficile affrontare in dettaglio tutte le ragioni evolutive e scientifiche dietro le sue scoperte. Sostiene che i suoi critici la attacchino nella letteratura accademica per le immagini e le metafore che ha utilizzato nella comunicazione pubblica, quali ad esempio l’idea dell'”albero madre”. Afferma che, sebbene queste siano state utilizzate come strumenti per semplificare e comunicare la scienza, vengono ora erroneamente considerate come ipotesi scientifiche.

Per Simard, cambiare la nostra comprensione del funzionamento delle foreste è cruciale per contrastare la crescente distruzione delle foreste, specialmente nella Columbia Britannica, dove ha condotto gran parte della sua ricerca. Sottolinea che le culture indigene che mantengono un rapporto più sostenibile con le foreste attribuiscono grande importanza agli “alberi madre e padre”.

Simard critica la società occidentale, che, secondo lei, tende a ignorare l’importanza degli alberi madre, sottolineando la necessità di un cambiamento di paradigma nella gestione delle foreste. Afferma che il suo obiettivo è proprio quello di proporre questo cambio di paradigma, anche se i suoi critici sembrano resistere a tale idea, insistendo sul mantenimento dello status quo. Per Simard, tuttavia, questo non è sufficiente, e sottolinea che la situazione attuale non è sostenibile.

Conflitto d’ interesse?


Simard inoltre ha sollevato ulteriori preoccupazioni riguardo a un presunto conflitto di interessi nel caso di Justine Karst, sottolineando che questa aveva occupato una posizione parzialmente finanziata dai membri della Canadian Oil Sands Innovation Alliance. Poiché l’estrazione dei giacimenti petroliferi è associata alla perdita di foreste e al danno ambientale, Simard considera ciò un conflitto di interessi, poiché Karst stava studiando la bonifica dei terreni dopo l’estrazione. Tuttavia, Karst ha dichiarato di aver terminato tale incarico nel 2021, prima di iniziare il lavoro sulla revisione, e ha affermato che il lavoro finanziato non era correlato al focus della revisione sulle reti micorriziche.

Per quanto riguarda il futuro della ricerca, Johnson afferma che sarà un compito impegnativo. Karst e i suoi colleghi hanno delineato un programma per la ricerca futura sul campo, che include la mappatura dei genotipi di alberi e funghi in diverse foreste e un uso più rigoroso dei controlli negli esperimenti. Tuttavia, Johnson esprime scetticismo sull’attuabilità di questo programma, sottolineando le sfide pratiche e logistiche del lavoro sul campo.

LEGGI ANCHE ——————————————————————————-> Accettura, il rito arboreo che incanta maggio| Reportage di un matrimonio tra alberi

Nonostante le controversie e le critiche, alcuni scienziati riconoscono l’influenza positiva del lavoro di Simard sul campo della micorriza. Il suo lavoro ha contribuito a trasformare il campo da uno relativamente oscuro e sottofinanziato a uno che attira l’attenzione del pubblico. Questo ha portato a un aumento dei finanziamenti, ha stimolato l’immaginazione dei ricercatori e ha influenzato i programmi di ricerca. Inoltre, la reazione negativa al suo lavoro ha ulteriormente stimolato la comunità scientifica, portando a iniziative come un’edizione speciale di una rivista e sessioni dedicate al prossimo incontro della International Mycorrhizal Society.

Condividi su

Lascia un commento