Joy Division, significato del nome e storia della tragica morte di Ian Curtis

Il 16 gennaio nel 1980, i Joy Division si esibirono al Lantaren di Rotterdam. Il palco sopraelevato era stato rimosso, quindi la band ha dovuto esibirsi sul pavimento proprio davanti al pubblico...

I Joy Division, band post-punk britannica, si formò nel 1977 a Salford, nella contea della Grande Manchester. La formazione comprendeva Ian Curtis (voce), Bernard Sumner (chitarra e tastiere), Peter Hook (basso) e Stephen Morris (batteria e percussioni).

Dopo il debutto con l’album “Unknown Pleasures“, la band si sciolse tragicamente, proprio nel 1980 a causa del suicidio di Ian Curtis, il frontman, poco prima del loro tour statunitense. I membri superstiti formarono successivamnete i New Order.

Come si formò la band

La storia dei Joy Division è intensa quanto tragica. La sua musica, ciò che rappresenta, e la biografia che si porta dietro, fanno di questa band di fine anni Settanta, un’icona del genere post-punk che ispirò, neanche a dirlo, le generazioni future.

I Joy Division prendono forma durante l‘esplosione del punk inglese, quando Sumner, Hook e Mason decidono di unirsi, ispirati da un concerto dei Sex Pistols nel 1976. Curtis si aggrega successivamente, cambiando il nome della band in Warsaw e successivamente in Joy Division, ispirandosi al romanzo “La casa delle bambole”. Martin Hannett, produttore discografico britannico nonchè figura chiave nella scena musicale mancuniana, contribuì al loro sound distintivo.

Il primo EP, “An Ideal for Living”, uscì nel dicembre 1977, seguito dal cambio di batterista e dall’ingresso di Stephen Morris. Nel 1978, il gruppo registrò “At a Later Date” e si esibì al Rafters Club di Manchester, attirando l’attenzione di Tony Wilson, fondatore della Factory Records. La band partecipò alla compilation “A Factory Sample” e fu da quel momento che iniziò la collaborazione con il produttore Martin Hannett.

Musica dalle sonorità oscure

La musica dei Joy Division è caratterizzata da atmosfere dark e si è consolidata con l’uscita di “Unknown Pleasures” nel 1979, prodotto da Hannett e con la copertina iconica di Peter Saville. Il successo seguì con il tour britannico e europeo. Può essere descritta come un’evocativa fusione di post-punk, new wave e rock alternativo. I Joy Division sono stati pionieri del genere post-punk, caratterizzato da sonorità oscure, atmosfere cupe e testi intensi.

Il loro sound è spesso pervaso da un’atmosfera cupa e malinconica, creata attraverso l’uso di melodie suggestive e armonie tenebrose. Le chitarre di Bernard Sumner sono spesso distorte e contribuiscono a creare un suono graffiante e caratteristico. Il modo in cui le chitarre interagiscono con il basso di Peter Hook è una delle firme sonore della band.

La batteria di Stephen Morris è spesso dinamica e potente e fornisce un impatto e una guida ritmica alle tracce della band. Il basso di Peter Hook invece è notevolmente prominente nelle composizioni dei Joy Division: spesso svolge un ruolo melodico e guida il sound della band.

E che dire della voce intensa di Ian Curtis? E’ un elemento chiave, caratterizzata da un tono profondo e espressivo. I suoi testi affrontano tematiche oscure e introspettive, contribuendo a creare un’atmosfera intensa e coinvolgente. La band era aperta alla sperimentazione e all’innovazione musicale, incorporando elementi elettronici e nuovi approcci alla produzione musicale. La loro malinconia espressa attraverso testi profondi e una musica incisiva li posiziona tra le band più riconosciute. La storia dei Joy Division è stata raccontata nei film “24 Hour Party People” (2002) e “Control” (2007).

Significato del nome

Il nome “Joy Division” fu scelto dal gruppo nel gennaio del 1978. Esso faceva riferimento alla definizione utilizzata nei lager nazisti, in cui le prigioniere erano designate come “joy divisions” e venivano utilizzate per l’intrattenimento sessuale degli ufficiali nazisti. La scelta del nome aveva l’obiettivo di evitare confusione con un’altra band londinese chiamata “Warsaw Pakt”, che aveva appena pubblicato un disco.

Ian Curtis trovò il termine nel romanzo intitolato The House Of Dolls, e fu ispirato da esso anche per le parole della canzone “No Love Lost”. La decisione di adottare questo nome, insieme alla grafica di copertina dell’EP appena pubblicato (realizzata da Bernard Sumner) e all’aspetto visivo adottato dalla band, provocò accuse di filo-nazismo da parte della stampa “ufficiale” inglese. Queste accuse erano alimentate anche dal precedente scandalo legato alla svastica utilizzata dai Sex Pistols. La stampa criticò aspramente il gruppo, ma i membri dei Joy Division hanno sempre negato qualsiasi associazione con ideologie naziste e hanno spiegato la scelta del nome in termini di impatto e provocazione.

Ian Curtis, anima fragile e profonda dei Joy Division

Il secondo album, “Closer”, vide la luce nel 1980, ma presentò una produzione più sperimentale. In quel periodo la salute di Curtis, affetto da una forte epilessia, peggiorò, culminando nel suo primo tentativo di suicidio nel dicembre 1978.

Joy Division significato del nome
Joy Division significato del nome – Credit: Ig@officialiancurtis – fuorionline.com

Ian Curtis ha contribuito in modo significativo allo stile distintivo dei Joy Division attraverso la sua voce profonda e emotiva, e i suoi testi spesso cupi e introspettivi. La sua presenza scenica era caratterizzata da movimenti distinti e da una intensità espressiva che ha reso le performance della band memorabili.

Atmosphere

Cammina in silenzio,
Non voltarti dall’altra parte, in silenzio.
La tua confusione,
La mia illusione,
Indossata come una maschera di odio verso sé stessi,
Affronta, e poi muore.
Non andare via.

Ian Curtis, nato il 15 luglio 1956 a Stretford, un sobborgo di Manchester, e cresciuto a Macclesfield, fin dall’adolescenza fu attratto dalle opere decadenti dei poeti romantici ottocenteschi e dalle figure iconiche della musica rock come Jim Morrison, David Bowie e i Sex Pistols, con una predilezione per la musica punk in generale. Nonostante la sua eccellente carriera accademica e la vittoria di una borsa di studio all’età di undici anni che lo portò alla King’s School di Macclesfield, Curtis non fu un allievo particolarmente diligente.

Come tutti gli artisti aveva il fuoco dentro di sè e dopo aver abbandonato la scuola, si immerse nell’arte, nella letteratura e nella musica, svolgendo contemporaneamente vari lavori nel servizio civile di Macclesfield e Manchester. Afflitto da epilessia fotosensibile, negli ultimi anni della sua vita, questa malattia per Curtis divenne un peso insostenibile, portandolo a sviluppare anche una depressione cronica. Si sposò con la sua compagna di scuola, Deborah Woodruff, soprannominata Debbie, il 23 agosto 1975, quando lui aveva diciannove anni e lei diciotto.

Il suicidio

Nel 1979, nacque la figlia Nathalie Curtis, l’uncia della coppia e futura fotografa. Tuttavia, il matrimonio di Curtis con Debbie entrò in crisi. La scoperta della relazione di Ian con la giornalista belga Annik Honoré portò alla richiesta di divorzio da parte di Deborah Curtis. Il gruppo registrò il loro ultimo album, “Closer”, nel 1980, dopo una serie di concerti in Europa. Nel frattempo, la vita personale di Curtis era segnata dalla crisi coniugale e dalla sua relazione con Annik Honoré.

Joy Division significato del nome
Joy Division significato del nome – Credit: Ig@officialiancurtis – fuorionline.com

Il 18 maggio 1980, alla vigilia del primo tour degli Stati Uniti dei Joy Division, Curtis si suicidò a soli ventitré anni, impiccandosi a casa sua a Macclesfield. Questo evento tragico pose fine alla vita di Ian Curtis, lasciando dietro di sé una carriera musicale innovativa e un’eredità culturale immensa e duratura

La band italiana Twenty Four Hours, ispirandosi al nome dei Joy Division, ha dedicato un brano a Ian Curtis. Nel 2020, Peter Hook ha sottolineato l’importanza delle canzoni nel definire Curtis, contrastando l’idea che l’epilessia fosse la sua caratteristica distintiva.

Artisti come gli U2, i Cure e gli Alkaline Trio hanno dedicato canzoni a Curtis, testimoniando il suo impatto duraturo sulla musica. La storia di Curtis è stata anche oggetto di opere cinematografiche e letterarie, contribuendo a consolidare il suo status di figura iconica nella cultura contemporanea. Un poeta maledetto entrato nella storia della musica e dell’arte in generale.

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Dopo la morte di Ian, i membri superstiti dei Joy Division formarono i New Order, rispettando un accordo precedentemente stabilito. L’influenza dei Joy Division nella cultura giovanile è stata enorme, e Curtis è diventato un’icona di culto. La sua vita e la storia della band sono state raccontate nei film “24 Hour Party People” (2002) e “Control” (2007).

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