L’Art Decò incanta al Forte di Bard: la mostra che riporta al futurismo

L’Art Decò con ben 230 opere che raccontano la società italiana del primo Novecento, ha aperto ufficialmente la stagione delle mostre 2022-2023 al Forte di Bard, venerdì 2 dicembre 2022. Si tratta di “Il Déco in Italia, l’eleganza della modernità”: un tripudio di disegni lineari e geometrici che si fondono con forme asimmetriche nei colori tipici di questo movimento, che in Italia ha caratterizzato gli anni che vanno dal 1919 e il 1930.

Nove itinerari da ammirare

L’inaugurazione, molto partecipata da visitatori e appassionati, si è tenuta in presenza del curatore Francesco Parisi, della presidente Ornella Badery e della responsabile della curatela Annalisa Cittera. Una raccolta imponente, che si snoda in 9 settori distinti, che vanno dalle Vocazioni Déco nella pittura tra Secessione e Novecento a I manifesti, la grafica e l’illustrazione.

L’Art Decò cosa offre al pubblico del Forte di Bard

Vasi, statue, dipinti, anche illustrazioni di libri raccontano bene come questo movimento s’insinuò, in un tempo difficile quale era quello del regime fascista, in tutte le comunicazioni visive e che ha abbracciato l’architettura, la pittura, la pubblicità e anche la letteratura.

Ul fil rouge del gusto déco italiano, che la mostra rappresenta in maniera esaustiva, scatenando in chi l’ammira, una palpabile suggestione che riporta i più romantici, al cinema muto, alla bellezza di Lyda Borelli, al jazz, all’ innovazione del futurismo.“Abbiamo costruito una sezione romana di un gruppo di artisti che si riunivano intono ad un cenacolo di Duilio Cambellotti, quindi Vittorio Grassi, Alberto Gerardi, Aleandro Terzi. Questo per dare un assetto di com’erano gestite le prime esposizioni delle arte figurative. Nonchè la statuina, la “ranocchietta”, di Aurelio Mistruzzi in bronzo del 1919, che ornava la fontana che era posta all’ingresso proprio nelle biennali delle arti figurative.” Ha riportato Francesco Parisi, che ha spiegato parte delle sezioni allestite.

Come quella futurista: “dove abbiamo rintracciato i bozzetti per i grandi arazzi, del genio futurista di Giacomo Balla e un arazzo di Fortunato De Pero e un altro Enrico Prampolini presente sempre nella stessa mostra con le scenografie futuriste.”

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Pezzi inediti da collezioni private

La mostra che sarà aperta al pubblico fino al 10 aprile 2023, presenta per la maggior parte, pezzi poco conosciuti. “Abbiamo cercato soprattutto opere da collezioni private, quindi cose poco viste, che offrono nuovi spunti di riflessione e di immagine. Di solito le mostre prendono le opere dai musei, qui abbiamo ovviamente opere scelte dai musei: la mostra dev’essere sostenuta ovviamente da pezzi importanti e museali, però nelle stesso tempo deve anche offrire spunti di ricerca e quindi queste cose si hanno solo con la ricerca nelle grandi collezioni private. Con l’aiuto di tutto il gruppo e il comitato scientifico, ci siamo riusciti.” Ha concluso Francesco Parisi.

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