Medicina ed esperimenti nazisti: le rivelazioni storiche per una formazione medica globale. Spunta un rapporto

Un rapporto pubblicato mercoledì da The Lancet sottolinea la necessità di includere la storia della medicina durante il regime nazista e l’Olocausto nei programmi di formazione medica in tutto il mondo. La commissione formata dalla rivista nel 2021 ha esplorato come le lezioni apprese da quel periodo oscuro potrebbero contribuire a migliorare l’educazione medica futura.

Nel dettaglio sono le storie di vittime, autori, collaboratori e resistenti ai crimini nazisti nel campo medico. Il rapporto evidenzia pratiche come gli esperimenti medici atroci su prigionieri dei campi di concentramento, sterilizzazioni forzate su vasta scala e programmi di “eutanasia” che hanno causato la morte di oltre 200.000 persone, tra cui numerosi bambini giudicati mentalmente inadatti.

Affinché non accada più

Uno degli aspetti chiave affrontati nel rapporto di The Lancet, è il fatto che la professione medica aveva uno dei più alti tassi di adesione al partito nazista, con più della metà dei medici tedeschi non ebrei che ne facevano parte. Tuttavia, viene anche evidenziato il coraggioso lavoro di medici, ostetriche e infermieri che si opposero alle pratiche omicide del regime. Le raccomandazioni del rapporto per le generazioni future includono la creazione di un’organizzazione professionale internazionale focalizzata su quello che è accaduto e la realizzazione di una biblioteca digitale accessibile in diverse lingue per gli studenti di medicina in tutto il mondo.

I co-presidenti della commissione, lo storico della medicina Herwig Czech dell’Università di Medicina di Vienna e l’educatrice e ricercatrice di anatomia Sabine Hildebrandt del Boston Children’s Hospital e della Harvard Medical School, hanno sottolineato l’importanza di integrare la storia dell’Olocausto nei programmi di studio medici. In un’intervista con Science, hanno spiegato che questa storia ben documentata rappresenta non solo i fallimenti estremi della medicina, ma anche un’avvertenza contro il potenziale pericolo insito nella pratica medica quando viene distorta da condizioni politiche estreme.

Le sfide affrontate dalla commissione includono la necessità di comprendere e conciliare le diverse narrazioni della storia della medicina, durante il nazismo provenienti da diverse regioni e fasce di età. Gli operatori sanitari tedeschi e austriaci hanno iniziato la loro esplorazione solo dopo decenni di silenzio, concentrandosi inizialmente sugli autori dei crimini medici e sulle collaborazioni con il regime nazista. La narrazione si è spostata sulle vittime e sui sopravvissuti solo successivamente. La commissione ha lavorato per integrare entrambe le prospettive nel rapporto.

Medicina ed esperimenti nazisti: fallimento etico colossale

La volontà di aggiungere questi argomenti ai programmi nelle Facoltà di Medicina di tutto il mondo è giustificata dal fatto che questi crimini costituiscono una delle storie meglio documentate sui fallimenti etici nella medicina. Il rapporto sottolinea che, nonostante l’immenso potenziale della medicina a beneficio dell’umanità, essa può anche causare danni, e l’era nazista è un esempio estremo di come l’azione morale dei medici e operatori sanitari, possa essere distorta dalle opportunità offerte da regimi totalitari.

Il rapporto affronta anche la percezione erronea che tali crimini siano unici e non possano ripetersi. Gli autori sottolineano la necessità di parlare delle fasi incrementali delle trasgressioni etiche e di comprendere come tali rischi possano manifestarsi in diverse società e periodi storici.

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Riguardo alle indagini sul passato nazista, il rapporto rileva che molte istituzioni in Germania e Austria hanno indagato e reso pubblici i loro collegamenti con il regime nazista, ma in molte altre parti del mondo questo lavoro deve ancora iniziare. Le sfide includono la necessità di affrontare non solo le eredità immateriali, come il persistente razzismo sistemico e scientifico, ma anche le eredità tangibili come i resti umani nelle collezioni scientifiche. Infine, i co-presidenti della commissione sottolineano che è essenziale che i programmi di studio guardino non solo alla storia generale, ma anche a come questa storia si riflette nelle teorie e pratiche attuali di ciascun Paese e di ciascuna disciplina.

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