Sinead O’Connor, una vita combattuta tra ribellioni ed eccessi. La causa della morte della cantante irlandese.

Sinead O’Connor non c’è più. Il 26 luglio 2023 il mondo della musica si è fermato e ha trattenuto il fiato per qualche secondo, davanti alla notizia della scomparsa di una delle più audaci artiste del mainstream pop degli anni Ottanta e Novanta. Ma anche tra quelle più tormentate.

La canzone che la portò al successo

Una vita vissuta nell’ inquietudine, sempre impegnata ad esprimere il proprio pensiero, la propria visione del mondo e la volontà di andare controcorrente in ogni caso, anche a costo di rimetterci la carriera, ma sempre e comunque protesa verso la libertà. Sinead O’Connor ne ha passate tante, ma ha avuto dalla sua, una voce straordinaria un dono preziosissimo, che è stato per tanto tempo la sua forza: pungente, melodiosa, incantevole.

La voce di Sinead O’Connor riporta a tempi non troppo lontani, seppur del secolo scorso, ma diversi di oggi, che hanno fatto da colonna sonora a molte vite, a storie d’amore felici o distrutte. Nothing Compares 2 U la sua canzone più famosa, scritta e composta da Prince, ritorna in questi giorni nelle radio con il suo sound struggente, l’ultimo saluto a Sinead:

“Sono passate sette ore e quindici giorni/Da quando hai portato via il tuo amore/Perché niente può essere paragonato/Niente può essere paragonato a te“. Eppure, il brano che l’ha portata al successo, ad un certo punto non le dava più la stessa emozione. Come capita spesso con i cavalli di battaglia, Sinead nel 2015 dichiarava di non voler più cantare il pezzo, perché non lo sentivo più suo.

La difficile infanzia di Sinead O’Connor, dai maltrattamenti all’educazione cattolica

Nata a Dublino nel 1966 in una famiglia numerosa, da bambina dovette fare subito i conti con una situazione difficile in casa. Quando aveva nove anni i suoi genitori si separano e lei rimane con la madre depressa e alcolizzata che la prende di mira per i suoi sfoghi, infliggendole maltrattamenti. Il padre riesce a strapparla via dalla donna iscrivendola ad un collegio cattolico. In quel periodo comincia ad emergere il suo spirito ribelle. A 14 anni impara a suonare la chitarra e nel 1985 Sinéad si trasferisce a Londra per dedicarsi al suo primo album: The Lion and the Cobra.

Credits: Instagram

Sinead O’Connor ha fatto di tutto: a fine anni Novanta è diventata prete di un movimento cattolico indipendente, acquisendo il nome di Madre Bernadette Mary, per portare avanti la missione di salvare Dio dalla religione. Poi subentra la depressione, il bipolarismo, i pensieri sucidi, la droga e anche le sparizioni. Per un certo periodo la cantante non si è fatta trovare, mandando in apprensione i suoi fan e i suoi cari: “Ho preso un’overdose. Non c’è altro modo per ottenere rispetto. Non sono a casa, sono in un hotel da qualche parte in Irlanda, sotto un altro nome. Finalmente vi siete sbarazzati di me“, questo un suo post del 2014.

La sua testa rasata in contrasto con quel suo viso dolce diventò il suo marchio di fabbrica, nonostante l’acconciatura nascondesse cose che vanno al di là della moda. La cantante infatti dichiarò di preferire questo look per andare contro le richieste del mercato musicale che la volevano con un aspetto più femminile, ma anche per motivazioni che provenivano dal profondo della sua esistenza:

“Mia sorella aveva i capelli rossi più belli in assoluto“, raccontò tempo fa in un’intervista. “Capelli rossi gloriosi, di quelli di cui essere invidiosi. Ma mia madre si era messa in testa che i capelli di mia sorella fossero brutti, orribili e disgustosi. E ha iniziato a dirlo quando io avevo i capelli lunghi, ci presentava come la sua figlia bella e la sua figlia brutta. Ed è per questo che mi sono tagliata i capelli, non volevo essere carina.”

La conversione all’Islam e il suicidio del figlio diciassettenne

Non solo i capelli: Sinead nel 1992 mentre si trovava all’apice del suo successo, decide di denunciare gli abusi sessuali della Chiesa irlandese, strappando la foto di papa Giovanni Paolo II in diretta televisiva al “Saturday Night Live” urlando “Combatti il vero nemico.”

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Un gesto che decretò la fine della sua carriera: negli Stati Uniti non la vollero più e da quel momento lo show business la trattò come un’appestata. Qualche anno più tardi raccontò al Corriere della sera di non esserne pentita e di andare molto fiera di quel gesto: “Dio ci ha messo sulla terra per essere noi stessi. Non ho la mentalità di una popstar. Avevo fatto abbastanza soldi e non avevo bisogno di comportarmi diversamente da come sono pur di diventare famosa

Nel 2018 ritorna a dare scandolo annunciano la sua conversione all’Islam e il suo nuovo nome, Shuhada. Sembrava che la cantante avesse trovato finalmente la serenità ma l’improvvisa morte del figlio diciassettenne la fece risprofondare nelle tenebre della sua mente. La O’Connor ha avuto anche una vita sentimentale turbolenta: si è sposata per la prima volta a 21 anni con John Reynolds, produttore discografico, con il quale ebbe il primo figlio Jake. Poi seguono gli altri: nel 2001 diventò la moglie del giornalista Nicholas Sommerland. Il terzo matrimonio arriva nel 2010 con Steve Cooney, durato solo 8 mesi e nel 2011, anche il matrimonio lampo con Barry Herridge, celebrato a Las Vegas, che durò appena 16 giorni. Nel frattempo, Sinead O’Connor ha messo al mondo altri tre figli: Roisin Waters, nata nel 1996 dalla relazione con John Waters; Shane, nato nel 2004 dalla storia con Donal Lunny; Yeshua Francis, nato nel 2006, il cui padre è Frank Bonadio.

Shane si è impiccato l’anno scorso, dopo essere scappato dall’ospedale psichiatrico infantile presso cui era ricoverato per una psicosi. “ll mio bellissimo figlio, Nevi’im Nesta Ali Shane O’Connor, vera luce della mia vita, ha deciso di porre fine alla sua lotta terrena e adesso è con Dio. Possa riposare in pace e nessuno seguire il suo esempio. Il mio bambino. Ti amo così tanto. Riposa in pace, ti prego” Annunciò lei stessa la tragica notizia con un post dell’8 gennaio 2022.

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Seguono i tweet in cui faceva riferimento alla possibilità di togliersi la vita. Per questo motivo era stata ricoverata in ospedale e dal quale non è più uscita. Dopo un anno e mezzo vissuto all’interno della struttura, Sinead O’Connor è morta, all’età di 56 anni, i giornali scrivono a causa della sua malattia mentale. “Sono stata una persona molto travagliata“, aveva dichiarato tempo fa in un’intervista: “Indietro non ci voglio tornare”.

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