Yayoi Kusama, chi è l’artista psichedelica che sta ipnotizzando Bergamo

A Bergamo all’interno del Palazzo regonale è allestita una mostra che sta lasciando il segno a chiunque la visiti: si tratta della mostra dell’ultra novantenne artista giapponese, Yayoi Kusama, meglio dire delle sue visioni.

Nata il 22 marzo 1929 nella pittoresca prefettura di Nagano a Matsumoto, Yayoi Kusama è un’icona dell’arte giapponese, una pittrice straordinaria che ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama artistico mondiale. La giovinezza di Kusama è stata plasmata dalle radici di una famiglia agricola prospera, specializzata nella coltivazione e vendita all’ingrosso di verdure, semi e piante.

L’infanzia di Yayoi Kusama

Fin dalla tenera età di 10 anni, Kusama ha iniziato a esplorare il mondo dell’arte. La sua infanzia è stata segnata da un evento che avrebbe influenzato il suo stile in modo unico e significativo. Mentre dipingeva, sua madre, in un gesto di pura isteria forse perchè non approvava il passatempo della figlia, strappava via i disegni dalle sue mani. Questo drammatico episodio ha forgiato il suo approccio creativo, spingendola a concludere i suoi lavori con un’urgenza furiosa, una corsa contro il tempo per preservare la sua espressione artistica.

La passione di Yayoi Kusama per l’arte la ha portata a ottenere il permesso di frequentare la scuola d’arte, anche se a condizione di partecipare a lezioni di etichetta, un compromesso che accettò senza però rispettarlo, non frequentando le lezioni di buone maniere. Si concentrò invece sulla pittura nihonga, uno stile di grande rigore formale, con cui ha iniziato a plasmare la sua visione artistica unica.

L’approdo negli Stati Uniti

Il suo trasferimento a New York nel 1958 è stato un punto di svolta cruciale nella sua carriera. Mentre la scena artistica era dominata dagli uomini, Kusama ha sfidato gli stereotipi di genere e nazionalità, emergendo come una forza creativa indomabile. Ispirata dai dipinti di Georgia O’Keeffe, ha instaurato una corrispondenza con l’artista, spingendola alla decisione del suo trasferimento in America

Nei primi mesi a New York, Kusama ha affrontato la povertà, ma questa difficoltà ha alimentato la sua dedizione all’arte. Dipingeva incessantemente, trovando ispirazione nei riflessi oceanici osservati durante i voli. Questi motivi si sono trasformati in opere d’arte straordinarie, contribuendo a plasmare la sua identità artistica.

La sua notorietà ha iniziato a crescere quando le è stata data l’opportunità di esporre alla galleria Brata, guadagnando elogi per la sua distinzione dagli espressionisti astratti dominanti. Gli anni ’60 hanno visto Kusama immergersi in nuove opere d’arte, tra cui Accumulatium e Sex Obsession. Le sue performance provocatorie e audaci, come dipingere corpi con pois o far partecipare le persone alle sue opere, hanno dimostrato la sua audacia creativa.

Una forza indomabile nell’arte contemporanea

Ritornata in Giappone nel 1973, Kusama ha ampliato la sua espressione artistica attraverso la scrittura di poesie e romanzi surreali. Tuttavia, la sua residenza nell’ospedale psichiatrico Seiwa dal 1977 è stata una scelta personale, una decisione che ha mantenuto per tutta la vita. Nonostante questo, continua a dipingere quasi quotidianamente, creando opere che catturano l’infinito in forme tridimensionali, esposte in importanti musei globali come il Museum of Modern Art di New York e il Tate Modern a Londra.

La sua incandescente sala degli specchi con zucche, creata nel 1993 per la Biennale di Venezia, è diventata un’icona di Kusama, incarnando il suo alter ego. Collaborazioni con artisti come Peter Gabriel e il direttore artistico di Louis Vuitton, Marc Jacobs, hanno ulteriormente consolidato la sua fama. La sua visione distintiva con pois, colori vibranti e nervature uniche ha trovato espressione in abbigliamento, borse e accessori di lusso.

Yayoi Kusama continua a essere una forza indomabile nell’arte contemporanea, una maestra nell’esplorare l’infinito attraverso la sua creatività straordinaria. La sua vita e le sue opere rimangono un testimonianza del potere dell’arte di transcende confini e sfidare le convenzioni, incantando il mondo con la sua visione unica e senza tempo.

La mostra a Bergamo

Da novembre la creatività di Yayoi Kusama è visibile da vicino con “Infinito Presente” al Palazzo della Ragione di Bergamo, inserita nel Festival di Arte Contemporanea ARTDATE, organizzato da The Blank e Palazzo Monti. Curata da Stefano Raimondi, la mostra, aperta fino al 24 marzo 2024, offre una straordinaria fusione tra gli antichi spazi gotici del palazzo e le dilatazioni spaziali delle celebri Infinity Mirror Room di Kusama.

L’opera centrale, “Fireflies on the Water”, risalente al 2002, è una straordinaria sala degli specchi che, per la prima volta, trova espressione in una città italiana. Il buio è invaso da specchi che circondano l’ambiente, con un bacino d’acqua al centro e centocinquanta piccole luci appese al soffitto. Il risultato è un effetto scintillante, un’esperienza visiva e spaziale che trascende la percezione comune della realtà.

Un viaggio psichedelico

Il percorso espositivo, progettato da Maria Marzia Minelli, introduce i visitatori al vasto vocabolario artistico di Kusama attraverso documenti, filmati e una varietà di opere, tra dipinti, collage, sculture morbide, performance artistiche e installazioni ambientali. Al centro di tutto, l’esperienza maica con gli specchi offre un momento di sospensione totale, un viaggio psichedelico che invita ogni visitatore a immergersi nell’infinito e nell’allucinazione.

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Nel susseguirsi delle sue opere, Kusama condivide un’ossessione per la ripetizione e l’accumulo, trasformando la paura dell’horror in un’espansione sorprendente della percezione. La mostra al Palazzo della Ragione rappresenta un’opportunità straordinaria per esplorare la profondità dell’arte di Yayoi Kusama, un viaggio attraverso la sua visione unica e senza tempo, in cui la semplicità e la grandezza si fondono in una straordinaria celebrazione dell’infinito.

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