Covid, bambini americani in ritardo con l’apprendimento scolastico.

Il Covid per i bambini non solo è stato un fenomeno oscuro e complicato da capire, ma li ha sensibilmente danneggiati nell’ istruzione. Gli Stati Uniti in questi giorni stanno ricorrendo ai ripari perché si sono accorti che ci sono molte lacune da riempire in ambito scolastico a causa della pandemia.

I bambini che nel 2020 avevano iniziato la prima elementare, quelli che stavano ancora imparando a scrivere i propri nomi e ad allacciarsi le scarpe, si sono visti costretti ad interrompere queste importanti esperienze per la loro età evolutiva per il lockdown. Oggi sono i bambini più grandicelli, sono quelli della quarta elementare e Oltreoceano sta emergendo la cruda realtà, forse temuta, che il Covid abbia lasciato loro il segno. Negli USA infatti molti di questi bambini hanno ancora bisogno di un profondo aiuto per superare gli effetti della pandemia. E in Italia? Come stanno le cose?

Ritardi nella lettura, l’America cerca strategie

Il 2020 è per il mondo intero un anno da cancellare. La Pandemia ha segnato profondamente migliaia di persone, non solo nel corpo, ma anche nella mente.

Covid Bambini – fuorionline

Intorno agli adulti che cercavano di fronteggiare il mostro invisibile della malattia, c’erano i bambini e gli adolescenti, forse meno vulnerabili sotto l’aspetto sanitario, ma senza dubbio più colpiti a livello psicologico. Si poteva uscire per portare a far fare la pipì al cane, ma i bambini non potevano giocare neanche sul pianerottolo davanti la porta di casa. I bambini sono stati allontanati dalle scuole e messi davanti ad un computer per fare la DAD. Una parola che fa venire ancora l’orticaria a molti genitori ed insegnati.

Certo, non c’erano altre soluzioni in quel momento ed è stato comunque un modo, un tentativo, per ridurre i danni. Agli Stati Uniti adesso è arrivato il conto da pagare. Per recuperare il ritardo scolastico che si sta riscontrando, le scuole hanno adottato un’ampia gamma di strategie. E tra alcuni alunni di quarta elementare si registrano incoraggianti segnali di miglioramento. Ma man mano che questa generazione avanza, molti avranno bisogno di un ulteriore supporto nella lettura che le scuole non sono abituate a fornire agli studenti più grandi.

Oltre la terza elementare, ogni anno sempre meno insegnanti sanno come aiutare gli studenti che mancano delle competenze fondamentali di lettura.” Lo ha affermato Elizabeth Albro, dirigente del braccio di ricerca indipendente del Dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti, l’Institute of Education Sciences.

Covid, i bambini italiani non vanno meglio

In Italia la chiusura delle scuole è avvenuta nel febbraio 2020, a 5 mesi dall’inizio dell’anno scolastico. L’11 marzo invece è stata dichiarata la pandemia, costringendo il 91% degli studenti (del mondo) ad abbandonare le aule proprio nel mezzo del loro percorso formativo.

Covid bambini

È chiaro che anche qui da noi, se non si interviene ci sarà una perdita di apprendimento (ma saremmo comunque in ritardo) che secondo Save the Children equivale a 0,6 anni di scuola e di un aumento del 25% della quota di bambini e bambine della scuola secondaria inferiore al di sotto del livello minimo di competenze. Come si può immaginare queste perdite saranno maggiori per gli studenti che fanno parte di famiglie con un livello di istruzione bassa, perché non hanno il supporto di cui hanno bisogno tra le mura domestiche.

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Come si legge sul Sole 24 Ore, il Report Invalsi 2021 sottolineava un forte peggioramento del rendimento degli studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado, segnalando l’oltre 40% di studenti che non raggiungevano risultati idonei, secondo la definizione delle Indicazioni Nazionali del Miur (questo dato si attestava tra i 5 e i 9 punti percentuali in meno nel 2018 e 2019).

Più tardi una ricerca coordinata dall’università Sciences Po di Parigi e pubblicato sulla rivista Nature Human Behaviour che ha analizzato congiuntamente 42 studi condotti in 15 Paesi (compresa l’Italia), ha evidenziato un deficit che ammonta a circa il 35% dell’apprendimento di un anno scolastico. Persistiti almeno fino alla metà del 2022.

Oggi di fatto nelle scuole italiane non risulta esserci a livello ufficiale una qualsiasi strategia per recuperare l’anno perso e le successive settimane passate a casa da parte di milioni di studenti delle scuole primarie e secondarie. È un buon segno o è sinonimo di trascuratezza?

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