Femminicidi in Italia, spunta il report 2023: cosa dicono i numeri

Il termine “femminicidio” si riferisce all‘omicidio di una donna a causa del suo genere. In altre parole, è l’uccisione di una donna in quanto donna. Questo concetto sottolinea che il motivo principale dell’omicidio è spesso legato a fattori di genere, come il sessismo, la discriminazione e la violenza di genere. Il femminicidio è una forma estrema di violenza di genere e rappresenta una grave violazione dei diritti umani delle donne.

La violenza contro le donne può assumere molte forme, tra cui violenza fisica, sessuale, psicologica ed economica. Il femminicidio rappresenta l’apice di questa violenza, poiché implica la perdita irreparabile della vita di una donna a causa di un omicidio spesso frutto di discriminazioni di genere profonde e spesso radicate nella cultura e nella società.

Un’analisi approfondita

Il termine è stato coniato per evidenziare e contestare la specificità della violenza che le donne possono subire a causa del loro genere. La lotta contro il femminicidio coinvolge sforzi per prevenire la violenza, promuovere l’uguaglianza e garantire che coloro che commettono tali crimini siano ritenuti responsabili delle loro azioni attraverso il sistema giudiziario.

Il 2023 si è rivelato un anno critico per la sicurezza delle donne in Italia, con un allarmante aumento dei femminicidi che ha scosso la società. Secondo il recente report presentato dalla Direzione Centrale Polizia Criminale, 109 donne hanno perso la vita fino al 3 dicembre di quest’anno, di cui 58 sono state vittime dell’orrore inflitto loro dai loro attuali o ex partner.

Il documento, intitolato ‘Il Punto – Il pregiudizio e la violenza contro le donne’, è un’analisi approfondita curata dal Servizio Analisi Criminale, basata sui dati raccolti dalla Banca dati delle Forze di polizia. Il report, suddiviso in 75 pagine e con la prefazione del Vicedirettore Generale della Pubblica Sicurezza, Raffaele Grassi, esamina l’andamento degli omicidi volontari nel biennio 2021-2022 e nei primi nove mesi del 2023. Inoltre, vengono forniti confronti con i periodi precedenti, dal 2013 al 2022, per ottenere una visione più ampia del fenomeno.

Femminicidi, il report nel 2023 mostra una situazione allarmante del “maschio” italiano

Una delle statistiche più preoccupanti è che sette autori su dieci di questi tragici eventi non sono pseudo “barbari” provenienti da terre lontane e selvagge (come piacerebbe pensare ai più), ma sono italiani, e l’85% di essi ha un’età superiore ai 30 anni. Nel dettaglio, il 59% degli autori ha superato i 45 anni, sottolineando un quadro allarmante. Il report evidenzia anche che le donne uccise dai loro partner o ex partner, per l’81% italiane, nel 64% dei casi avevano più di 45 anni, mentre il 28% superava i sessantacinque anni.

Nonostante il calo in alcuni reati legati alla violenza di genere, come gli atti persecutori (stalking) che sono diminuiti del 13%, i maltrattamenti in famiglia del 12%, e le violenze sessuali del 12%, emerge una triste verità: quasi una vittima su tre di stupro è minorenne (29%). Ciò sottolinea la necessità di un’attenzione particolare alle giovani donne per garantire la loro sicurezza.

L’incremento delle azioni preventive da parte delle Questure è una luce di speranza, con un aumento del 33% degli ammonimenti dei Questori per violenza domestica e del 17% per stalking. Tuttavia, il report segnala anche un decremento del 17% dei provvedimenti di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare, indicando la complessità e le sfide nel garantire la sicurezza delle vittime.

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Reati commessi contro le donne con disabilità

Un aspetto altrettanto preoccupante riguarda i reati commessi contro le donne con disabilità. Nel periodo tra ottobre 2022 e settembre 2023, sono stati registrati 324 reati, di cui il 73% riguarda maltrattamenti in famiglia, il 17% violenza sessuale e il 10% atti persecutori. La ricerca evidenzia che alcuni maltrattamenti si sono verificati proprio in contesti di cura e protezione, sollevando la necessità di un’attenzione più accurata nelle strutture destinate a tali scopi.

In conclusione, il report mette in luce una realtà allarmante e richiama l’attenzione sulla necessità di misure concrete per contrastare la violenza di genere, proteggendo le donne e garantendo loro un ambiente sicuro e libero da minacce. La società è chiamata a unirsi nel combattere questo fenomeno e adottare strategie efficaci per prevenire ulteriori perdite di vite preziose.

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