Fukushima, il disastro nucleare che 12 anni fa ha fatto tremare il mondo | Ritorna la paura

Fukushima e disastro nucleare: è un triste accostamento che il mondo conosce bene e che ritorna in auge in questi giorni. Sta facendo discutere infatti la decisione del Giappone di sversare in mare l’acqua radioattiva della centrale nucleare della città nipponica dell’isola di Honshū. Nel 2011 il sito gestito della TEPCO, situato nel nordest del Giappone, è stato il protagonista di un terribile incidente che ha provocato il peggior disastro nucleare della storia dopo quello di Chernobyl.

Onde gigantesche colpirono la centrale nucleare di Fukushima

11 marzo 2011: data da dimenticare per il Giappone. Quel giorno un terremoto di magnitudo 9.0 che colpì il largo della costa orientale, scaturì uno tsunami fortemente distruttivo, con un’altezza massima d’onda di quasi 40 metri. Ciò provocò la morte di tante persone, oltre che un numero considerevole di dispersi.

Fukushima disastro nucleare – fuorionline

I forti movimenti del terreno, sconquassati dal terremoto e le conseguenti onde gigantesche che si generarono, crearono la tragedia nella tragedia, perché colpirono anche diverse centrali nucleari come Tokai, Higashi Dori, Onagawa e Fukushima Dai-ichi e Dai-ni. Per questo motivo la maggior parte dei reattori di questi impianti furono spenti automaticamente, anche se la centrale di Fukushima, Dai-ichi, la più colpita, finì per essere alimentata da generatori diesel per circa 40 minuti.

Proprio su di essa si abbatterono onde di 14 metri di altezza, distruggendo molti dei generatori e mettendo a rischio l’intero sistema di raffreddamento. Si persero tutti gli strumenti e i sistemi di controllo da 1 a 4 e ciò provocò delle esplosioni, a causa del rilascio di idrogeno, che portò un’estesa fuoriuscita di materiale radioattivo. Nel giro di pochi giorni, si sono sciolti i nuclei di tre dei sei reattori nucleari: il disastro nucleare si compiva davanti al mondo intero che guardò basito e preoccupato.

Contaminazione radioattiva

Appurata la contaminazione radioattiva, che si diffuse in un’ampia zona della regione, furono evacuate decine di migliaia di persone e il giorno dopo il sito fu bollato come zona di esclusione con un raggio, dapprima di 20 Km esteso successivamente a 30 Km. Classificato come categoria 7, l’incidente risulta il più alto nella scala internazionale degli eventi radiologici e nucleari, da parte dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica.

Fukushima e disastro nucleare – fuorionline

Per un po’ di tempo i livelli di radiazione sono rimasti così alti che si è pensato che prima di ritornare nella zona di evacuazione, di dovessero attendere decenni. Ma così non è stato. Qualche mese più tardi dopo l’incidente i livelli si sono abbassati ad un punto tale che ha permesso agli abitanti di cinque città situate appena intorno alla zona pericolosa, di tornare nelle proprie abitazioni.

Tuttavia, certi disastri non si cancellano con un colpo di spugna e oggi si ritorna a parlare di Fukushima. Il motivo è scaturito dalla preoccupazione di molti ambientalisti e non solo, per la decisione del governo giapponese di liberare l’acqua contaminata.

Fukushima e il disastro nucleare: sversamento nelle acque

In questi anni l’acqua che si è accumulata nel migliaio di container di acciaio davanti alla centrale, equivale a 1,34 milioni di tonnellate (circa 540 piscine olimpiche). Purtroppo, non c’è più spazio e per questo motivo la TEPCO, è dovuta ricorrere ai ripari.

Fukushima disastro nucleare – fuorionline

In accordo con il governo, la più grande compagnia elettrica del Giappone ha deciso quindi di procedere con un graduale rilascio di quest’acqua, filtrata e diluita nell’oceano, con un ritmo che dovrà impiegare circa 30 anni. Saranno versati in mare un massimo di 500 mila litri al giorno, attraverso un condotto sottomarino che corre per un chilometro nei fondali, lontano dalla costa.

Quest’acqua proviene dalla pioggia, dalle falde sotterranee e contiene anche le iniezioni di quei liquidi necessari per contrastare la radioattività, presente nel materiale rimasto all’interno dell’impianto. L’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ha affermato che il piano esecutivo del Giappone rientra negli standard globali di sicurezza e che l’impatto radiologico è trascurabile sia per le persone che per l’ambiente.

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La decisione però non piace ai Paesi vicini, come la Cina che ha subito vietato importazioni alimentari da ben dieci prefetture giapponesi e dell’industria ittica locale. “La sicurezza scientifica e il senso di sicurezza sono due cose differenti. Anche se il piano è sicuro, il danno reputazionale si verifica lo stesso” Ha dichiarato Masanobu Sakamoto, capo della Federazione nazionale delle cooperative di pescatori giapponese. Intanto la procedura dello sversamento inizierà il 24 agosto 2023. Una data che segna un nuovo colpo basso dell’uomo nei confronti della Natura.

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