Gian Paolo Barbieri, “Oltre”, con una mostra unica e itinerante.

Il Forte di Bard celebra la creatività di Gian Paolo Barbieri, attraverso una mostra retrospettiva imperdibile, “Oltre”, di cui ha dato il via con un’ inaugurazione, a tratti commovente, tenutasi a fine ottobre alla presenza della presidente Ornella Badery, Emmanuele Randazzo, direttore della fondazione Gian Paolo Barbieri e la celebre modella Benedetta Barzini. Presente in sala anche la nipote del maestro.

Gian Paolo Barbieri ha segnato un’epoca, che ha dato un enorme contributo alla moda italiana attraverso il suo obiettivo, capace di catturare non solo i corpi dei suoi soggetti ma anche la loro anima, facendone messaggi dirompenti nella società di ieri di oggi.

Tanti pezzi nuovi e inediti

112 immagini in totale, di cui moltissimi inediti scelti dall’autore, estrapolate da un archivio di oltre un milione di scatti, che ripercorrono la lunga carriera dell’artista fino al 2000, abbracciandone le varie sfumature: i paesaggi, la moda, il cinema, l’erotismo.

Si tratta della prima mostra curata totalmente (con la collaborazione del Forte di Bard) dalla fondazione del famoso fotografo, oggi 85enne, che ha immortalato tra gli altri, Audrey Hepburn, Monica Bellucci, Eva Herzogová. “Abbiamo voluto raccontare un Gian Paolo diverso, un Gian Paolo umano, separandolo proprio dalla sua professionalità.” Ha esordito molto emozionato Randazzo collaboratore di Barbieri da 15 anni .

Tra i tanti pezzi “nuovi”per il pubblico anche il vinile n.1 su cui sono incise le musiche che Vangelis compose dopo aver visionato, tanti anni fa, il catalogo del fotografo. Randazzo ha raccontato l’aneddoto ricordando che il noto compositore e polistrumentista greco ne produsse 250. Il Forte di Bard dà la possibilità ai visitatori di viverne l’atmosfera mettendo a disposizione l’audiolibro.

Gian Paolo Barbieri, Oltre “la catena di montaggio”. La testimonianza di Benedetta Barzini


“Io sono un piccolo tassello del grande quadro del rapporto di Gian Paolo con se stesso, con la fotogrfia, le modelle, con le aziende. Devo dire che sono rimasta molto felice e colpita dall’insieme di immagini che avete messo e come le avete messe.” esordisce così Benedetta Barzini, celebre modella apparsa sulle copertine più patinate, sulla prima in assoluto diVogue Italia, che si è dichiarata molto commossa, nonostante all’epoca lavorasse molto negli Stati Uniti e di non avere unn grande rapporto con le strutture della fotografie.

“Lavorare con lui era piacevolissimo, in contrapposizione a quello che accadeva a New York dove c’era la musica a palla, tantissimi assistenti, droga.. e tutto era così annegato dentro il “tanto”. Con Gian Paolo invece era tutto tranquillo, più umano. Non ho tanti ricordi..non siamo mai usciti a cena, non ci siamo frequentati. Però ho coservato le emozioni e le sensazioni che ho provato nel lavorare con lui. Fare la modella non è un lavoro semplice. La maggioranza fa vedere se stesse e poi ci sono persone come me che fanno vedere quello che indossano, quello che devo pubblicizzare, quello che è richiesto dal lavoro. Io mi preoccupavo soprattutto di essere giusta per chi doveva fotografare. A me non non interes”sava vedere le mie foto, non mi interessava niente di finire sul primo numero della copertina di Vogue Italia.”

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Barzini afferma di essere piacevolmente colpita di vedere il lavoro di una vita e che è bello oltre che interessante comprendere l’itinerario che Barbieri ha percorso.

“La fotografia di una volta era più artigianale, c’erano pochi giornali, c’era più tempo, si poteva fare una foto il giorno dopo se si aveva il dubbio che non fosse perfettamente riuscita. Era una cosa completamente diversa. Recentemente sono stata chiamata per una campagna di Gucci e non ho neanche vosto in faccia il fotografo. Non sapevo chi fosse. C’erano 700 mila persone, chi faceva una cosa di qua, chi di là..io il fotografo non l’ho visto. E’ davvero impressionante. In un certo senso è stato una fortuna lavorare negli anni Sessanta. Anche per me. Perchè devi sentirle le cose. Oggi si è in una catena di montaggio: dentro e fuori, dentro e fuori, la prossima..Ecco Gian Paolo ha avuto la fortuna di lavorare come un artigiano in un epoca in cui si poteva fare ancora il fotografo.” La mostra è visitabile fino al 3 marzo 2024 nelle suggestive sale delle Cantine del Forte.

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