Valle d’Aosta, come diventò regione autonoma: la Resistenza, la difesa della lingua francese e il primo Consiglio

Spiccano le parole di Alberto Bertin nel giorno che commemora la Valle d’Aosta come regione autonoma

La Valle Aosta ha una storia particolare legata alla sua autonomia. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel periodo della Liberazione, fu istituito il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), che svolse un ruolo chiave nella formazione dei nuovi organi di governo nelle regioni italiane. Il CLN indicò le persone da nominare nei vari organi istituzionali, tra cui i consigli regionali.

Nel caso della Valle d’Aosta, il primo Consiglio della Valle, che è l’organo legislativo della regione, fu istituito nel 1945 con la nomina da parte del governo italiano su indicazione del CLN. Questo rappresenta un momento significativo nella storia della regione più piccola d’Italia, poiché segna il riconoscimento dell’autonomia regionale e l’avvio di un percorso di autogoverno.

Una forte identità linguistica

La Valle d’Aosta, regione storicamente francofona, ha radici profonde nella sua identità linguistica e culturale, che risalgono al lontano 1536. In quell’anno, il Conseil des Commis scelse il francese come lingua di lavoro, anticipando di tre anni l’adozione ufficiale della lingua da parte della Francia stessa con l’Ordinanza di Villers-Cotterêts. Questa decisione segnò l’inizio di un legame indissolubile tra la regione e la lingua francese.

Un altro momento significativo fu nel 1532, quando ad Aosta fu redatto il primo atto notarile al mondo in francese, sottolineando ulteriormente l’importanza della lingua nella vita quotidiana della comunità. Nel 1561, con l’Editto di Rivoli, il francese fu ufficialmente dichiarato lingua ufficiale della Valle d’Aosta, consolidando la sua presenza nella regione.

La società segreta in difesa del francese

Tuttavia, la storia linguistica della Valle d’Aosta non è stata priva di sfide e cambiamenti. Nel corso della prima metà del XX secolo, durante il periodo fascista, l’italiano fu introdotto forzatamente, portando a una situazione di bilinguismo forzato. Questo contesto stimolò la formazione della Ligue valdôtaine, una società segreta fondata per difendere l’uso del francese e l’identità valdostana.

Parallelamente, durante la Seconda Guerra Mondiale, la resistenza valdostana si organizzò attivamente, culminando nella dichiarazione di Chivasso. Questo documento, firmato congiuntamente dai rappresentanti delle vallate alpine franco-provenzali limitrofe, sottolineava la difesa del particolarismo delle comunità alpine.

La resistenza ed Émile Chanoux

La resistenza non fu senza sacrifici, e un membro prominente, il notaio Émile Chanoux, arrestato dalla milizia fascista, perse la vita in prigione la notte tra il 18 e il 19 maggio 1944. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Valle d’Aosta e la provincia di Imperia caddero sotto l’occupazione francese, che aveva progetti annessionistici. L’intervento deciso del presidente statunitense Harry Truman ordinò il ritiro delle truppe francesi e scongiurò l’annessione.

Dopo la guerra, nel 1945, la Valle d’Aosta divenne una circoscrizione autonoma, con Federico Chabod come primo presidente. Nel 1948, la Repubblica Italiana concesse uno Statuto speciale alla regione, riconoscendo la sua unicità culturale e linguistica.

La Valle d’Aosta, regione autonoma: le parole di Alberto Bertin

È importante notare che, durante questo periodo storico, molte regioni italiane stavano sperimentando un processo di decentralizzazione e formazione di organi regionali. La Valle d’Aosta, in virtù delle sue caratteristiche linguistiche, culturali e geografiche, ha mantenuto una certa autonomia all’interno del contesto italiano.

Oggi è un giorno in cui ricordiamo anche un evento importante. Settantotto anni fa, nel pomeriggio del 10 gennaio 1946, si tenne la prima riunione del Consiglio di Valle, nominato dal governo italiano su indicazione del Comitato di Liberazione Nazionale. Tra i primi provvedimenti adottati dai 25 consiglieri vi è stato il ripristino nella forma originaria dei toponimi cancellati o modificati durante il regime fascista e le modalità di ricostituzione dei comuni esistenti in Valle prima del 1922.

La Valle d’Aosta, con il Consiglio di Valle del Comitato di Liberazione Nazionale, ha ripreso in mano le redini del proprio destino, aprendo un nuovo cammino di autonomia, responsabilità, libertà e ricostruzione. I 25 consiglieri avvertirono l’urgenza e l’importanza di questo incarico, per sfuggire all’isolamento e all’impoverimento economico e culturale che avevano provocato il regime fascista e la guerra. Oggi, l’esempio di questi 25 consiglieri deve essere fonte di ispirazione per le sfide che ci attendono.”

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Lo ha detto (ovviamente in francese) il presidente del Consiglio di Valle, Alberto Bertin, aprendo i lavori dell’Assemblea.

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