Esplorando i confini tra luce e oscurità, realtà e sogno con Sophie Anne Herin | La mostra al Castello Gamba

Il sogno è il protagonista della mostra di Sophie Anne Herin al Castello Gamba di Châtillon

Nelle antiche stanze del Castello Gamba di Châtillon, un viaggio nei meandri dell’inconscio onirico, prende vita attraverso l’obiettivo sensibile di Sophie Anne Herin, fotografa e artista valdostana, dalla formazione internazionale, iniziata a Bologna e continuata a Parigi, con alle spalle esposizioni non solo in Italia ma anche all’estero. Per la prima volta, le sue immagini trovano casa nel palazzo novecentesco del Museo di Arte Moderna e Contemporanea della Media Valle, in un progetto collaborativo con la Struttura Patrimonio storico artistico e gestione dei siti culturali della Soprintendenza, inaugurato il 27 marzo 2024.

L’esposizione va oltre la mera documentazione fotografica, ma offre una riflessione intima sul momento poetico del crepuscolo, catturato con maestria e con una delicatezza che incanta. Il titolo stesso della mostra, “Entre Chien et Loup”, tratto da un antico proverbio francese, conosciuto anche in Valle d’Aosta, che in italiano vuol dire “al calar della notte”, evoca l’atmosfera sospesa tra luce e oscurità, tra realtà e sogno.

Sophie Anne Herin
Sophie Anne Herin -Mostra al Castello Gamba – fuorionline.com

La montagna, l’Envers e il sogno

Si tratta di un viaggio sviluppato su tre piani all’interno del castello, a simboleggiare la scalata di una montagna, che parte dalla terra con volti, animali, corpi, paesaggi nella penombra: rappresenta il contatto con le proprie paure personali e ancestrali e l’apertura su un altro mondo. Si prosegue poi nella notte per poi approdare alla parte finale, quindi al sogno, dove la montagna monumentale sembra una visione e dove spicca l’immagine personale di un sogno della stessa Herin: una baubo, antica divinità femminile con una bocca al posto della vagina, che si palesa su una tela, quasi come un fantasma, un’entità astratta.

Sophie Anne Herin racconta il lato tenebroso della montagna, l’Envers, il versante valdostano occupato prevalentemente da boschi e caratterizzato dalla scarsità di ore di luce, nei mesi invernali.

“La montagna ha evocato in lei questo progetto e lei va ben oltre il significato della montagna di reportage, ma racconta tutti i mondi che ci sono nella montagna che diventa simbolica, che evoca quello che è la condizione della vita.” Sottolinea la curatrice Olga Gambari, (critica d’arte, giornalista e scrittrice, candidata al premio Strega 2024 con il suo romanzo appena uscito “Il nome segreto” per Miraggi Edizioni n.d.r.) offrendo una chiave di lettura alla poetica dell’artista.

Sophie Anne Herin e le logiche diverse dell’ombra

Fotografia, pittura, video e suono si fondono armoniosamente in un’unica esperienza espositiva. Tra cieli stellati, lucciole, lune sospese e suoni ipnotici, emerge un progetto immersivo che trascina lo spettatore in un mondo intimo e suggestivo, popolato da figure che si delineano nella penombra, come lampi di luce.

“Alcune cose possono accadere solo con l’ombra, dove le logiche sono diverse: non c’è più la visione, la vista, la razionalità, quindi rimane solo l’esperienza della notte, l’esperienza del desiderio. Nell’atlante sull’ inquinamento luminoso c’è un dato che secondo me è preoccupante: il 60% degli europei non ha accesso ad un cielo stellato e Irene Borgna, che è una scrittrice che ha scritto un libro bellissimo, ‘Cieli neri’, dice un bambino senza stelle è un adulto che non sogna. Al di là della poetica, il buio rimane luogo importante da visitare. Riferisce Sophie Anne Herin.

Vacillamenti e sottoesposizioni

L’artista specifica di aver utilizzato la tecnica digitale con pochissima post produzione, tranne per l’ultima parte del sogno, dove ci sono degli scatti in analogico con un collage, visto che ha inserito sopra un viso.”Mi interessa il rumore della macchina che ci sia il vacillamento della registrazione. Sono inoltre immagini sotto esposte, quindi che non sono mai esposte in maniera corretta, anzi vi tolgo ancora della luce. “

momenti della mostra
Olga Gambari e Sophie Anne Herin – fuorionline.com

Tra i soggetti umani posti all’inzio del percorso vi sono visi giovani, espressioni sognanti: “Ho inserito soprattutto adolescenti per una ragione: sono in ombra, nel senso che secondo me sono quelli che non hanno tanto ascolto e poi perché sono in una fase di passaggio: non sono più fanciulli, ma non sono neanche adulti.” Conclude l’artista.

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Presentata con l’appoggio dell‘Assessore ai Beni e alle Attività Culturali, Sistema Educativo e Politiche per le Relazioni Intergenerazionali della Regione Autonoma Valle d’Aosta, l’esposizione rimarrà aperta al pubblico fino al 16 giugno 2024, offrendo un’occasione indimenticabile per immergersi nelle profondità dell’ Envers e del suo mondo onirico attraverso lo sguardo unico di Sophie Anne Herin.

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