Tarassaco, il fiore dei desideri: dove cresce e come cucinarlo

A partire da marzo, non si può non fare caso alla presenza (quasi) improvvisa di fiori gialli che presenziano i prati e le aiuole. Il tarassaco appartiene alla famiglia delle Asteracee e Composite. E’ un fiore comune che porta con sè molti pregi e segreti, anche in cucina.

Questo fiore chiamato anche dente di leone è un’erbacea che può arrivare all’altezza di 50 cm, dotata di una lunga e consistente radice a fittone. Le sue foglie sono disposte in una rosetta basale profondamente incise e dentate(da qui il soprannome di dente di leone).

Come riconoscere le foglie di Tarassaco

Il Tarassico ha tanti assi nella manica. Non è solo un fiore simpatico, allegro ma oltre ad essere un’erba tra le più note d’Italia, è molto usato in cucina. Chi vive a contatto con la natura, al mare, in montagna o in campagna lo sa bene. Verso il mese di marzo, appena si fa notare nelle valli o sui sentieri, non si può fare a meno di procedere alla raccolta (ovviamente non intensiva) delle sue gustossissime foglie, che vengono chiamati cardi o più comunemente cicorietta selvatica.

Con le foglie non si può sbagliare: si riconoscono dalla forma dentellata e si possono consumare fresche in insalata o cotte come una qualsiasi verdura, da condire a piacere. Sono tantissime le ricette regionali che portano in tavola le foglie di Tarassaco.

Dal fiore un dolce (finto) miele

Ma passiamo al fiore: piccolo sole in mezzo ad un cielo verde. Il fiore di Tarassaco sono di colore giallo-oro, sostenuti da lunghi peduncoli e i frutti sono chiamati soffioni. Non c’è bambino che non abbia avuto tra le mani un soffione di tarassaco e soffiandoci sopra non abbia espresso un desiderio. Si, perchè questo fiore ha anche un lato “magico” ed è da sempre il compagno di giochi di molti bambini che scorrazzano all’aria aperta.

Dal fiore di Tarassaco si può ottenere un composto dolce buonissimo che ricorda tanto il miele. Un miele che si ottiene senza disturbare le api. Il miele di tarassaco infatti è il prediletto dei vegani ma non solo. Anche chi ha un’alimentazione onnivora non resiste al gusto di questo alimento dal colore ambrato. Nelle belle giornate di sole, meglio di prima mattina, è davvero piacevole munirsi di cestino e andare a passeggiare sui sentieri tra gli alberi o sui prati tra le montagne a raccogliere il fiore di tarassaco. Per fare il miele bisogna raccogliere i capolini senza lo stelo.

Il pallido gambo del Dente di Leone
stupisce l’Erba
e l’Inverno d’un tratto diventa
un infinito Ahimè –

sul gambo si leva un’inusitata Gemma
e poi un Fiore sgargiante, –
sono i Soli che danno l’annuncio
che la sepoltura è finita.

Emily Dickinson

Il miele di tarassaco come cucinarlo

Fare il miele di Tarassaco è molto semplice. Il web è pieno di ricette per ottenere questa ghiottoneria. Io propongo quello che faccio io con il Tarassaco che cresce intorno a casa mia tra le montagne della Valle d’Aosta.

Ingredienti:

  • 350 g di fiori di tarassaco
  • 3 limoni
  • 1,5 kg di zucchero (meglio se di canna)
  • 1,5 L di acqua

Preparazione:

Per iniziare, si va alla ricerca del tarassaco: è banale ricordarlo ma è assolutamente sconsigliato raccogliere questi fiori, visto che la loro presenza è ovunque, lungo le strade cittadine o nelle aiuole o nei parchi. Meglio in campagna,lontano dalle strade e in posti dove si ha la certezza che non siano stati buttati pesticidi o sostanze inquinanti.

Appena rientriamo a casa con il nostro sacchetto di carta pieno di corolle di tarassaco, le mettiamo in uno scolapasta e le sciacquiamo sotto l’acqua corrente. Poi le distendiamo, una staccata dall’altra, su degli stracci ad asciugare all’aria. Intanto riempiamo una grossa pentola con la dose dell’acqua riportata nella ricetta.

Tagliamo in tanti pezzi i limoni e insieme ai fiori li buttiamo nell’acqua.
Lasciamo bollire per un’ora a fuoco lento. Scoliamo e filtriamo (io ho usato uno straccio di tela).

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Aggiungiamo lo zucchero e facciamo bollire per altre 2 ore (o il tempo necessario per ottenere un minino di addensamento).Quando il composto è ancora bollente, versare nei contenitori in vetro, chiudere il tappo e capovolgere. Lasciare in questa posizione il barattolo, al buio, finchè non si raffredda.

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