Yemen, la situazione oggi di uno dei Paesi più poveri del mondo arabo

Gli Stati Uniti, in collaborazione con le forze armate britanniche, hanno lanciato raid contro obiettivi chiave degli Houthi nello Yemen. La notizia è stata riportata con urgenza dalla CNN e dalla BBC, fornendo dettagli su un’operazione che ha coinvolto caccia, missili Tomahawk e il supporto di molte altre nazioni.

Lo Yemen, Paese martoriato dal flagello della guerra civile, si trova da tempo in una situazione critica che ha causato un enorme tributo umano e ha portato a una crisi umanitaria senza precedenti. Dal 2014, lo Yemen è coinvolto in un conflitto devastante, che ha causato la morte di oltre 100.000 yemeniti, secondo i dati dell’Armed Conflict Location & Data Project (ACLED). Questo conflitto, alimentato da diverse fazioni e sostenuto da potenze regionali, ha causato distruzione su vasta scala, con molte città ridotte in rovina a causa di attacchi aerei e terrestri.

Il cuore della disputa vede contrapposti il movimento armato Houthi, appoggiato dall’Iran, che ha preso il controllo della capitale Sanaa e di gran parte dello Yemen nordoccidentale, e una coalizione internazionale guidata fino ad un certo punto dall’Arabia Saudita in sostegno al governo centrale. Questo conflitto ha portato a una tragica cifra di oltre 12.000 vittime, tra cui 7.500 bambini, uccisi in attacchi mirati, sempre secondo i dati dell’ACLED.

Primavere arabe

Le Nazioni Unite hanno dichiarato che entrambe le parti coinvolte nel conflitto, gli Houthi e il governo yemenita, hanno commesso gravi crimini di guerra, compresi omicidi arbitrali, stupri, torture e reclutamento di bambini soldato. Genocide Watch ha addirittura emesso un avviso di emergenza per rischio genocidio nei confronti della popolazione yemenita, soffocata da bombardamenti e privata di risorse essenziali.

Il contesto della guerra civile yemenita affonda le radici nel fallimento della transizione politica dopo le proteste delle Primavere arabe del 2011. Il governo yemenita guidato da Abdrabbuh Mansur Hadi ha dovuto affrontare una serie di sfide complesse, tra cui attacchi jihadisti, crescente movimento separatista nel sud, corruzione endemica, disoccupazione e insicurezza alimentare.

Conflitto prolungato

Il movimento Houthi, formalmente conosciuto come Ansar Allah, ha sfruttato il malcontento popolare e la debolezza del nuovo governo, occupando parte della provincia di Saada e aree circostanti. Nel periodo tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, gli Houthi hanno gradualmente preso il controllo di Sanaa, costringendo Hadi a fuggire all’estero nel marzo 2015.

L’Arabia Saudita, insieme ad altri otto stati principalmente arabi sunniti, ha risposto con una campagna aerea mirata per sconfiggere gli Houthi e ripristinare il governo di Hadi. Questa coalizione ha ricevuto supporto logistico e di intelligence dagli Stati Uniti, dal Regno Unito e dalla Francia. Tuttavia, la prevista “guerra lampo” si è trasformata in un conflitto prolungato, con gli Houthi che mantengono il controllo di importanti regioni, compresa la capitale.

Popolazione dello Yemen devastata

Il conflitto ha avuto impatti devastanti sulla popolazione, non solo a causa delle violenze dirette ma anche a causa delle restrizioni imposte dalla coalizione a guida saudita, che ha bloccato gran parte degli aiuti umanitari. La situazione si è aggravata con l’abbandono degli Emirati Arabi Uniti dalla coalizione nel 2019 e i combattimenti nel sud tra forze governative e il Consiglio di transizione meridionale (STC), un movimento separatista sostenuto dagli Emirati.

Nel dicembre 2018, si sono tenuti i colloqui di Stoccolma, ma gli accordi di cessate il fuoco sono fragili, con l’ONU che avverte sul pericolo di una carestia se il porto strategico di Hudaydah dovesse essere distrutto.La crisi inoltre si è aggravata ulteriormente nel contesto della pandemia da COVID-19. L’11 gennaio 2021, l’amministrazione Trump ha designato gli Houthi come organizzazione terroristica, suscitando preoccupazioni tra diplomatici, membri del Congresso e organizzazioni umanitarie, con il timore che ciò potesse peggiorare la situazione umanitaria e ostacolare ulteriormente i colloqui di pace delle Nazioni Unite.

Soluzioni politiche e umanitarie

Le condizioni umanitarie nello Yemen sono disastrose, con milioni di persone prive di cibo, cure mediche e servizi essenziali. La crisi sanitaria è aggravata dall’epidemia di colera, con il sistema sanitario praticamente distrutto e gli ospedali incapaci di fronteggiare le emergenze.

L’Italia, come altri Paesi, ha un ruolo chiave nel fornire aiuto umanitario e cercare soluzioni diplomatiche per porre fine a questa tragedia. La decisione del governo italiano di revocare le autorizzazioni per l’esportazione di armi verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti è un passo positivo, ma ulteriori sforzi sono necessari per affrontare la crisi umanitaria in corso.

La comunità internazionale deve continuare a concentrarsi su soluzioni politiche e umanitarie, smettendo di fornire armi che alimentano il conflitto. Solo attraverso un impegno congiunto e un coordinamento internazionale, potremo sperare di porre fine a questa “guerra dimenticata” e alleviare le sofferenze della popolazione yemenita.

L’attacco da parte degli USA, cosa sta accadendo

Nel cuore della notte del 12 gennaio 2024 lo Yemen ha subito un attacco dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna. I bersagli principali di questa incisiva azione militare includono la capitale Sana’a e il vitale porto di Hodeida sul Mar Rosso. Inizialmente, si è assistito ad almeno quattro esplosioni nella capitale e cinque nel porto, colpendo diversi obiettivi strategici quali sistemi radar, zone di lancio di droni, depositi e basi di lancio missili. Gli attacchi sono stati condotti attraverso un’ampia gamma di piattaforme, compresi aerei, navi e persino un sottomarino, identificato come l’USS Florida.

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha emesso un comunicato ufficiale, dichiarando che questi raid rappresentano una risposta diretta agli attacchi senza precedenti perpetrati dagli Houthi contro navi nel Mar Rosso. Biden ha sottolineato come tali attacchi abbiano messo a repentaglio il personale statunitense, i civili coinvolti nelle navi e i partner internazionali. Ha inoltre evidenziato il rischio per il commercio internazionale e la minaccia alla libertà di navigazione nelle rotte commerciali più critiche a livello mondiale.

Situazione ad alta tensione

Il presidente americano ha sottolineato che questi attacchi mirati rappresentano un chiaro messaggio: gli Stati Uniti e i loro alleati non tollereranno attacchi al personale statunitense e non permetteranno a forze ostili di minacciare la libertà di navigazione. Biden ha concluso il comunicato affermando che, se necessario, gli Stati Uniti adotteranno ulteriori misure per proteggere i propri interessi e garantire la sicurezza delle rotte commerciali internazionali.

Dall’altra parte, un portavoce degli Houthi, Mohamed Abdel Salam, ha respinto le azioni statunitensi e britanniche, sostenendo che non vi era alcuna giustificazione per questa aggressione contro lo Yemen. Ha affermato che l’obiettivo degli attacchi era e rimane quello di colpire le navi legate a Israele e a coloro che si dirigevano verso i porti della Palestina occupata.

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La situazione è estremamente delicata, e la comunità internazionale è in allerta mentre i rappresentanti degli Stati Uniti e del Regno Unito difendono l’azione come una risposta necessaria per proteggere interessi vitali e garantire la sicurezza nelle rotte commerciali globali. Nel frattempo, gli Houthi condannano l’operazione, sostenendo che l’aggressione è indirizzata contro il popolo yemenita, accentuando ulteriormente le tensioni in una regione già segnata da anni di conflitto.

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